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Chi paga i danni alla mia auto se ho torto?

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(@raffaella-mari)
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Come funziona il risarcimento del danno in caso di incidente stradale: le regole sulla responsabilità e sul concorso di colpa.

Molto spesso, a seguito di un incidente stradale, non è facile stabilire chi ha ragione o torto. Sono così necessarie perizie tecniche – a volte effettuate dalla stessa polizia – che, attraverso la rilevazione delle frenate lasciate sull’asfalto, la posizione dei veicoli dopo lo scontro e i punti di contatto tra di essi, tentano di ricostruire la dinamica del sinistro.

A seguito di ciò si possono verificare due ipotesi: o la responsabilità viene attribuita a un solo conducente oppure si applica il concorso di colpa (secondo una percentuale che tiene conto delle rispettive colpe).

A volte non manca chi si chiede: chi paga i danni alla mia auto se ho torto? E se ho subito delle lesioni fisiche? L’assicurazione mi pagherà almeno i danni morali?

Cerchiamo di fare chiarezza su tali aspetti. Qui di seguito ci occuperemo di spiegare come si stabilisce, in caso di incidente, chi ha ragione e chi no, quali sono le prove che bisogna fornire per ottenere il risarcimento e cosa avviene in caso di concorso di colpa. Ma procediamo con ordine.

Chi paga i danni a chi ha ragione?

L’automobilista che non ha responsabilità per l’incidente stradale viene risarcito dalla propria compagnia assicuratrice a cui dovrà quindi inoltrare la relativa domanda. In tale istanza vanno indicate il luogo, il tempo e le modalità dell’incidente, nonché i dati dei relativi conducenti, delle assicurazioni e delle polizze.

L’assicurazione poi si rivarrà su quella del responsabile.

Il risarcimento copre sia i danni al veicolo che quelli fisici. Si tratta quindi dei danni patrimoniali (spese mediche e diagnostiche, riduzione dei guadagni, ecc.) che non patrimoniali (danno biologico per la riduzione, anche se temporanea, delle capacità fisiche; danno morale per la sofferenza conseguente al risarcimento, ecc.).

Questa procedura, chiamata «indennizzo diretto» non si applica quando l’incidente riguarda più di due auto contemporaneamente. In tale ipotesi, la richiesta di risarcimento va inoltrata all’assicurazione del conducente responsabile.

Nel caso invece in cui il responsabile non sia coperto da assicurazione, la domanda di risarcimento va presentata al Fondo di Garanzia Vittime per la Strada che, a sua volta, delegherà un’assicurazione del luogo.

Chi paga i danni a chi ha torto?

Chi invece viene ritenuto responsabile per l’incidente non ha diritto ad alcun risarcimento, né dalla propria, né dall’altrui assicurazione. Questo vale sia per i danni all’automobile, sia per le lesioni fisiche.

Quindi il proprietario del mezzo (anche se condotto da un terzo a cui lo aveva prestato) dovrà provvedere alle riparazioni con le proprie finanze. Né potrà subire alcun indennizzo per eventuali ferite riportate, seppure refertate dal Pronto Soccorso.

Le cose cambiano però se ha stipulato una apposita polizza infortuni legata appunto alla circolazione stradale. Si tratta di una polizza diversa e aggiuntiva rispetto a quella rc-auto che non è obbligatoria (a differenza invece di quest’ultima, imposta dalla legge)

In tal caso, le condizioni di risarcimento saranno regolate dalla suddetta polizza a cui bisognerà far riferimento. Di solito, tali forme di assicurazione coprono solo i danni fisici (quindi il danno biologico, il danno morale e il danno alla vita di relazione o, in caso di decesso, il danno agli eredi per la perdita del parente) e non anche i danni al mezzo.

Il risarcimento sarà erogato nei limiti del massimale di polizza sottoscritto al momento della conclusione del contratto.

Come si fa a stabilire la responsabilità in un incidente stradale?

Chi esige l’integrale risarcimento del danno deve fornire due prove:

  • la violazione del codice della strada da parte dell’altro conducente;
  • l’aver fatto di tutto per evitare l’incidente.

Tanto per fare un esempio, in caso di scontro all’incrocio, non basta dimostrare che l’altra macchina ha attraversato la linea di stop nonostante il rosso semaforico: bisogna anche fornire la prova di non aver potuto prevedere tale comportamento e quindi evitarlo. Il conducente che si accorge infatti di un altro automobilista che sta violando il codice della strada deve adottare tutte le misure di sicurezza opportune per evitare lo scontro con questi.

La seconda di queste prove può essere fornita anche con “presunzioni” semplici (ossia indizi), attesa la difficoltà a ricostruire la scena.

Se non si riescono a fornire tali prove, l’assicurazione – o, in caso di contenzioso, il giudice – attribuirà un concorso di colpa, con attribuzione di una responsabilità percentuale a ciascun automobilista a seconda della gravità del relativo comportamento.

In caso di concorso al 50%, nessuno dei due automobilisti subirà un aumento della classe di merito assicurativa. Ciò succede a partire da un concorso pari ad almeno il 51%.

Con un concorso di colpa il risarcimento viene proporzionalmente ridotto. Tanto per fare un esempio, una persona che abbia ricevuto un concorso di colpa del 40%, dinanzi a un danno di 1.000 euro se ne vedrà risarcire solo 600 euro (con una decurtazione quindi del 40% rispetto al danno lamentato).

 
Pubblicato : 9 Novembre 2023 10:45