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Chi non può fare tatuaggi?

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(@carlos-arija-garcia)
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Quali sono i casi in cui l’Istituto superiore di Sanità sconsiglia la pratica del tattoo. Cosa fare in caso di danno alla salute.

Raramente, soprattutto tra i giovani, si trova un braccio, una gamba o il collo di un piede (tanto per citare i luoghi più visibili) senza un tatuaggio. Ormai è una moda talmente diffusa che chi non ce l’ha rischia di sentirsi fuori posto. Eppure, il tattoo non è fatto per tutti: ci sono delle persone che possono correre dei rischi molto seri a farsi fare un disegno sul corpo. Chi non può fare tatuaggi?

L’Istituto superiore di Sanità mette sull’attenti chi è affascinato da questa pratica e può non sapere di essere incompatibile o di avere qualche problema. Vediamo.

Cosa fare prima di sottoporsi al tatuaggio?

La pratica del tatuaggio consiste nella realizzazione di un segno o di un disegno permanente sulla pelle mediante l’iniezione di inchiostri, costituiti da pigmenti e altri ingredienti ausiliari, nel derma, lo strato più profondo della pelle.

Per questo motivo, se gli strumenti utilizzati (soprattutto gli aghi) non sono puliti e sterilizzati, c’è un concreto pericolo di infezioni cutanee o infezioni dovute a patogeni a trasmissione ematica. Inoltre, gli inchiostri, in particolare quelli acquistati attraverso rivenditori non ufficiali, possono contenere sostanze non ammesse (come alcune ammine aromatiche, idrocarburi policiclici aromatici o alcuni metalli come il piombo) e avere effetti tossici.

Diventa essenziale, dunque, rivolgersi ad un tatuatore autorizzato, che rispetti le principali norme igienico-sanitarie e che utilizzi dei prodotti e degli strumenti acquistati da rivenditori ufficiali. È anche fondamentale, come vedremo tra un istante, che l’utente sia consapevole dei possibili rischi che può correre.

Prima di farsi fare un tatuaggio, quindi, bisogna verificare che:

  • il tatuatore sia in possesso dell’idoneità igienico-sanitaria ed abilitato ad operare in un locale autorizzato;
  • vengano fornite tutte le informazioni sui rischi e fatto firmare il consenso informato. Per i minori è obbligatorio il consenso e la presenza di un genitore o un tutore;
  • il tatuatore faccia uso di guanti monouso, maschera e camice monouso e che proceda ad un’accurata pulizia delle mani prima e dopo l’esecuzione del tatuaggio;
  • gli aghi siano nuovi, sterili e monouso e la macchinetta per tatuare sia ricoperta da guaina di protezione;
  • gli inchiostri siano sterili, atossici e utilizzati in capsule porta-pigmenti monouso, così come previsto dalle normative vigenti;
  • la zona della pelle destinata al tatuaggio sia integra, sana e adeguatamente disinfettata e che creme e saponi siano usati con applicatore monouso o tramite dispenser;
  • il tatuatore rilasci per iscritto, in un promemoria, le indicazioni da seguire durante il processo di cicatrizzazione;
  • il tatuatore rilasci la ricevuta fiscale unitamente all’elenco dei materiali/inchiostri utilizzati;
  • rivolgersi al medico, e non al tatuatore, in tutti i casi in cui insorgano problematiche di qualsiasi genere.

Chi deve evitare un tatuaggio?

Come si diceva all’inizio, l‘Istituto superiore di Sanità sottolinea quali sono le situazioni in cui il tatuaggio può essere controindicato o sconsigliato. Si tratta delle persone che soffrono di:

  • fotosensibilità;
  • malattie della pele;
  • lesioni pigmentate nella zona da tatuare;
  • predisposizione ad allergie;
  • diabete;
  • anomalie cardiache;
  • condizioni immunosoppressive o malattie che predispongono alle infezioni;
  • epilessia.

Inoltre, sempre secondo l’Iss, il tatuaggio va evitato in caso di:

  • gravidanza o allattamento;
  • assunzione di farmaci che alterano la normale riepitelizzazione della pelle;
  • somministrazione di farmaci chemioterapici;
  • disturbi della coagulazione, tendenza a emorragie e assunzione di farmaci anticoagulanti.

Danni da tatuaggio: cosa fare?

Se, nonostante le raccomandazioni, si decide di fare comunque il tatuaggio e poi sorgono dei problemi, occorre valutarne le cause per sapere come agire.

Il tatuatore è responsabile se ha lavorato senza un’adeguata sterilizzazione dell’attrezzatura o del luogo di lavoro oppure ha commesso qualche altra carenza (il cliente gli ha segnalato una situazione incompatibile con il tattoo ma lui ha fatto finta di niente). Di conseguenza, il tatuatore può essere citato per pagare un risarcimento, il cui ammontare va quantificato dal giudice in base al danno causato.

Il cliente, quindi, può agire in tribunale purché dimostri che il danno riportato è stato causato dal tatuaggio fatto in condizioni non accettabili. A tal fine, sarà necessario avere il parere di un medico legale che certifichi l’entità del danno.

Il tatuatore non è responsabile quando ha seguito la procedura igienico-sanitaria richiesta ma il cliente non rispetta le indicazioni su come comportarsi dopo il tatuaggio (cure, trattamenti, ecc.), oppure sul consenso informato obbligatorio non ha riportato tutte le informazioni riguardanti il suo stato di salute o eventuali problemi di tipo sanitario. In tal caso, non si ha diritto al risarcimento.

 
Pubblicato : 8 Luglio 2023 07:45