forum

Chi ha la fibromial...
 
Notifiche
Cancella tutti

Chi ha la fibromialgia ha diritto all’invalidità?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
79 Visualizzazioni
(@paolo-remer)
Post: 1000
Famed Member Registered
Topic starter
 

Come farsi riconoscere la patologia invalidante, e tutti i benefici conseguenti, in base al criterio analogico con altre malattie tabellate; a che punto è l’iter legislativo.

La fibromialgia è una malattia che provoca enormi sofferenze a chi la subisce. Si tratta di una grave patologia reumatica, di origine autoimmune e ad evoluzione cronica, spesso in senso peggiorativo. Per questo è difficile da curare: nella maggior parte dei casi i trattamenti sono soltanto palliativi e quindi agiscono soltanto per alleviare i sintomi dolorosi. Di norma la fibromialgia colpisce l’apparato muscolare, scheletrico e neurologico del soggetto che ne è affetto: in Italia, sono più di due milioni di persone. Ne soffrono soprattutto le donne, anche in giovane età: il picco è tra i 20 e i 50 anni.

Ma, dopo questa breve premessa in ambito medico, a livello legale bisogna chiedersi: chi ha la fibriomalgia ha diritto all’invalidità e quindi può ottenere tutti i riconoscimenti e i benefici che conseguono all’accertamento di questo status? La situazione attuale non è rosea, ma ci sono fondate speranze di arrivare presto a un provvedimento normativo. Vediamo qual è l’iter legislativo in corso per capire quali sono, e quali potranno essere prossimamente, i diritti dei fibromialgici.

Elenco delle patologie invalidanti

Le patologie invalidanti sono elencate in appositi decreti e provvedimenti emanati dal ministero della Salute. Ciò significa che una determinata malattia deve essere “tabellata” per poter dare diritto al riconoscimento dell’invalidità permanente, con l’attribuzione di un determinato punteggio percentuale (fino a 100% per l’invalidità totale) dal quale discendono i vari benefici.

Questo percorso medico-legale riguarda sia le malattie generiche che comportano l’invalidità civile sia quelle di origine professionale, contratte in ambito lavorativo. Per saperne di più leggi qui l’elenco delle patologie invalidanti riconosciute dall’Inps (e dal giudice, se l’Inps si oppone al riconoscimento): attualmente la fibriomialgia non è inserita in questa lista.

Riconoscimento fibromialgia come malattia invalidante

A che punto siamo? In passato sono stati presentati diversi disegni di legge volti al riconoscimento della fibromialgia – chiamata anche «sindrome fibromialgica» – come malattia invalidante, ma sinora nell’iter parlamentare nessuno di essi è andato in porto. Sicché allo stato attuale i malati di fibromialgia non hanno diritto non soltanto ai benefici economici e assistenziali spettanti agli invalidi, ma neppure all’esenzione dal ticket per le spese sanitarie. Attualmente la fibromialgia non risulta inserita neanche nei Lea, i livelli essenziali di assistenza ai quali hanno diritto i pazienti di numerose altre malattie, invalidanti e non.

La buona notizia è che, invece, diversamente dall’Italia, l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha da tempo riconosciuto la fibromialgia come una patologia dolorosa, cronica e invalidante: l’autorevolezza dell’organo da cui promana questa constatazione dovrebbe lasciare ben sperare per il prossimo futuro, con un adeguamento della normativa nazionale. Tant’è che la Commissione per l’aggiornamento dei Lea ha già fornito parere favorevole all’inclusione della fibromialgia – limitatamente allo stadio grave – nell’elenco dei livelli essenziali di assistenza; fino ad oggi, invece, la fibromialgia non è riconosciuta come valida come diagnosi nelle certificazioni di malattia e non può essere inserita nelle schede di dimissione ospedaliera.

Il Comitato Fibriomialgici Uniti d’Italia (CFU) è molto attivo nel promuovere le procedure di riconoscimento legislativo della fibriomalgia come malattia invalidante, e ha raccolto circa 100mila firme autografe per presentare petizioni dei cittadini in tal senso. Intanto alcune Regioni, come la Valle d’Aosta, e le Province di Trento e Bolzano, nella loro autonomia, hanno introdotto un codice di esenzione ticket per visite ed esami diagnostici di fibromialgia e per alcuni farmaci. Però, fino a quando la fibromialgia non sarà inserita nell’elenco ufficiale delle malattie invalidanti, la tutela dello Stato sarà insufficiente e incompleta.

Ma la discussione tra gli specialisti è ancora aperta. In effetti, a livello tecnico, il motivo principale che ostacola il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante è il fatto che non è stato ancora definito un “marcatore diagnostico” preciso, cioè un elemento clinico obiettivo in grado di individuare in maniera univoca la presenza di tale patologia in un determinato paziente. Manca, quindi, la possibilità di verifica da parte delle commissioni mediche incaricate del riconoscimento delle invalidità. E a quel punto l’unica strada percorribile è quella di impugnare in via giudiziaria, davanti al tribunale, e con la necessaria assistenza di un avvocato, il provvedimento amministrativo di diniego al riconoscimento emesso dall’Inps; ma il percorso è impervio e le decisioni positive della magistratura sono rare e isolate.

Come farsi riconoscere invalidità per fibromialgia

In assenza di una previsione normativa specifica, e sino a quando non verrà emanata una legge apposita, l’unico modo possibile per farsi riconoscere l’invalidità civile derivante da fibriomialgia è quello di ricorrere al criterio analogico: trattare, a livello di medicina legale, in modo analogo, e dunque con i medesimi esiti, determinate malattie che presentano manifestazioni uguali o comunque simili, in modo da riuscire ad inquadrare i dolorosi sintomi che affliggono il paziente e il quadro clinico di manifestazione della malattia in una delle patologie che sono già sicuramente riconosciute come invalidanti.

Si tratta di un ragionamento complesso, che deve essere condotto da un medico legale. Un problema pratico sta nel fatto che la fibromialgia presenta sintomi eterogenei, variabili da paziente a paziente, e non tutti sono suscettibili di un accertamento clinico oggettivo o obiettivabile con esami strumentali: il semplice «dolore riferito» al medico di famiglia, o allo specialista reumatologo, non basta per arrivare al riconoscimento dell’invalidità per fibromialgia. E questo vale sia per l’ordinaria malattia generica da cui sorge l’invalidità civile Inps, sia per la malattia di origine professionale, cioè contratta in ambito lavorativo e che viene indennizzata dall’Inail.

Ma quando la sindrome fibromialgica arriva al punto di condizionare seriamente la vita quotidiana e le prestazioni lavorative – con dolore cronico diffuso alle ossa e agli arti, mal di testa frequenti e profondi, insonnia, disturbi cognitivi, debolezza generalizzata o vera e propria astenia, o molto altro ancora – un buon medico legale potrebbe essere in grado di ricondurre queste manifestazioni a una riduzione delle capacità del malato, e dimostrare che esse si ripercuotono negativamente sullo svolgimento delle comuni attività giornaliere, compreso il camminare, cucinare, fare la spesa e provvedere autonomamente a tutte le proprie necessità. A quel punto si potrebbe ottenere il riconoscimento di una determinata percentuale di invalidità collegata ad una malattia invalidante compresa nell’elenco ufficiale: per fare un esempio, l’artrite reumatoide.

Fibromialgia: approfondimenti

Per saperne di più su questa dolorosa malattia, leggi anche “Fibromialgia: come si scopre e come si cura“.

 
Pubblicato : 26 Gennaio 2024 16:45