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Chi evade ha molte possibilità di non essere scoperto. Ecco perché

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(@paolo-florio)
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L’evasione e l’elusione fiscale rimangono fenomeni ancora non adeguatamente soggetti a controllo nonostante gli strumenti e le misure di contrasto di cui dispone l’Agenzia delle Entrate.

L’Agenzia delle Entrate ha le armi spuntate. O meglio: ha le armi (ed anche tra le più sofisticate in Europa), ma non le usa. A quanto pare infatti nonostante la possibilità di effettuare i controlli bancari direttamente con l’Anagrafe Tributaria, l’operatività di Redditometro e degli studi di settore, la percentuale che l’ufficio delle imposte possa fare un controllo fiscale è ancora molto bassa. Lo confermano le statistiche diffuse dalla Corte dei Conti: i numeri dicono che gli accertamenti dell’evasione sono in una situazione di stallo e che gli evasori riescono spesso a farla franca.

Gli strumenti di controllo falliscono?

Nel 2022, le indagini hanno portato a un gettito di soli 300 mila euro dal redditometro e 209 milioni di euro dalle indagini finanziarie. Gli studi di settore, dall’altro canto, hanno rivelato solo 8 milioni di euro di imposta aggiuntiva. Ma perché questo flop?

I numeri resi disponibili dall’Agenzia delle entrate ed evidenziati dalla Corte dei conti nel relazione sul rendiconto generale dello Stato 2022 (documento pubblicato lo scorso 28 giugno, in merito all’attività di accertamento effettuata tramite gli strumenti citati) rivelano che il numero di accertamenti effettuati è molto basso. Nel 2022, l’agenzia ha emesso 352 atti di accertamento sintetico, conosciuto come redditometro, un aumento insignificante rispetto ai 322 del 2021. Le indagini finanziarie hanno coinvolto meno soggetti rispetto al 2021, mentre gli studi di settore hanno condotto solo a 358 accertamenti. Questi numeri sono estremamente inferiori rispetto a quelli di qualche anno fa: nel 2018, ad esempio, i redditometri emessi erano quasi 3000.

L’abbandono degli strumenti di controllo

È chiaro che l’Agenzia delle Entrate ha smesso di utilizzare questi strumenti di controllo in maniera estesa. Le statistiche mostrano una diminuzione significativa dell’uso di redditometro e indagini finanziarie. Per esempio, nel 2010, oltre 11 mila soggetti erano stati controllati attraverso indagini finanziarie. Questo numero è ora sceso a meno di 2000. Gli studi di settore, che avevano portato a circa 1800 accertamenti nel 2018, ne hanno prodotti solo 358 nel 2022.

La speranza nella compliance

Invece di puntare su strumenti considerati poco performanti, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di concentrare i suoi sforzi sulla compliance. Questo metodo permette ai contribuenti di regolarizzare autonomamente la propria posizione fiscale, facilitando l’incasso delle imposte e semplificando l’attività di controllo. Tuttavia, sebbene questo approccio abbia i suoi vantaggi, sembra non essere sufficiente a contrastare l’evasione fiscale in modo efficace.

Gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA)

Un ulteriore strumento a disposizione dell’Agenzia delle Entrate sono gli ISA, che forniscono una valutazione sintetica della gestione professionale o aziendale di un contribuente. Sono le cosiddette pagelle fiscali. Questi indici, sebbene non direttamente correlati al controllo dell’evasione fiscale, possono avere un effetto indirettamente benefico. Infatti, si è osservato un aumento del numero di soggetti che hanno dichiarato maggiori componenti positive per migliorare il loro profilo di affidabilità. E questo perché chi è “congruo” secondo le pagelle ISA rischia meno controlli. Così i funzionari del fisco si sono adagiati su questo sistema e sembra abbiano rinunciato a effettuare articolate indagini.

 
Pubblicato : 7 Luglio 2023 08:19