Fuori dall’orario di lavoro si può svolgere una seconda attività in proprio o per un’altra azienda?

Ogni dipendente ha diritto ad almeno quattro settimane di ferie all’anno, salvo che il contratto collettivo disponga diversamente. Due di queste settimane devono essere obbligatoriamente godute entro la fine dell’anno di maturazione e per forza in via continuativa. Le altre due entro i 18 mesi successivi ed anche in modo frazionato. Ma cosa può fare il lavoratore che non deve recarsi in aziende? Può cioè dedicarsi ad attività alternative, anche se retribuite? In altri termini chi è in ferie può lavorare per altre aziende?

La condizione di chi è in ferie è assimilabile, almeno sotto questo punto di vista, a quella di chi è in malattia. Dunque la soluzione al quesito è identica per entrambe le situazioni. Cerchiamo dunque di comprendere cosa dice la legge a riguardo.

Durante le ferie c’è l’obbligo di riposarsi?

Le ferie sono un diritto irrinunciabile. Lo stabilisce la Costituzione e la legge ordinaria. Ciò significa che datore e dipendente non possono mettersi d’accordo per ridurre o escludere del tutto le ferie di quest’ultimo, anche se in cambio di un corrispettivo in denaro.

Questo però non significa chiaramente che chi sta in ferie non debba fare altro che riposarsi. L’obbligo di concedere le ferie grava in capo al datore di lavoro; il dipendente poi può fare ciò che vuole delle sue ferie, anche trovare un hobby oneroso o un’attività alternativa che gli possa fruttare un reddito ulteriore.

Il punto quindi non è tanto stabilire se il dipendente possa lavorare durante le ferie (la risposta affermativa è fin troppo scontata) ma se lo possa fare per un’altra azienda o aprendo un’attività in proprio.

Per rispondere a tale quesito dobbiamo ricordare quali sono gli obblighi del dipendente.

Il dipendente assente dal lavoro può fare altri lavori?

Tra gli obblighi del lavoratore dipendente vi è quello della fedeltà. “Fedeltà” significa:

• non rivelare a terzi le informazioni aziendali che possano essere considerate segrete (strategie commerciali, know-how, modelli organizzativi, prezzi e fornitori, ecc.);
• non svolgere, in proprio o per conto di terzi, attività potenzialmente in concorrenza con quella del proprio datore.

Il datore di lavoro può vietare un secondo lavoro?

Fatto salvo l’obbligo di fedeltà, il datore di lavoro non può vietare al lavoratore lo svolgimento di una seconda attività lavorativa al di fuori dell’orario di lavoro concordato, né per tale motivo riservargli un trattamento meno favorevole, salvo che:

• la seconda attività rechi un pregiudizio per la salute e la sicurezza del lavoratore, compreso il rispetto della normativa in materia di durata dei riposi (si ricordi che il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutive ogni 24, calcolate dall’ora d’inizio della prestazione lavorativa. Il periodo di riposo minimo è di 11 ore e non può essere diminuito da accordi tra le parti);
• la diversa e ulteriore attività lavorativa sia in conflitto d’interessi con la principale.

La sussistenza di tali condizioni tassative deve essere verificata in modo oggettivo e il lavoratore è tenuto ad informare il datore di lavoro qualora ricorrano.