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Che prove servono per dimostrare un tradimento?

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(@angelo-greco)
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Un figlio può testimoniare contro il genitore per un tradimento? Le fotografie hanno valore? E che dire dei messaggi trovati sul cellulare? Vediamo come dimostrare una infedeltà coniugale.  

Il tradimento coniugale rappresenta una delle più frequenti violazioni degli obblighi matrimoniali. La conseguenza dell’infedeltà coniugale è l’«addebito» ossia: a) l’impossibilità di chiedere il mantenimento (semmai il coniuge ne avesse avuto diritto); b) la decadenza dalla qualità di erede legittimario. Non è possibile chiedere invece risarcimenti, a meno che il tradimento venga consumato in modo plateale e pubblico, tanto da ledere la reputazione del coniuge. Ma che prove servono per dimostrare un tradimento? Ad esempio un figlio può testimoniare contro un genitore? E che valore hanno i messaggi letti sull’altrui cellulare, seppur in spregio alle regole sulla privacy? Le fotografie di un investigatore privato avrebbero valore?

Il principio generale del nostro ordinamento processuale è quello dell’onere della prova: chi rivendica un diritto deve anche dimostrarne l’esistenza. Dunque è il coniuge tradito che deve provare il tradimento. Adempiuto a tale onere, la legge poi presume che sia stato proprio tale comportamento a determinare la rottura della comunione e della fiducia tra i coniugi. Salvo prova contraria (ad esempio salvo dimostrare che la coppia era già in crisi per altre ragioni).

Ma quali sono le prove per dimostrare un tradimento? Tra le prove, quella cardine (oltre alle fotografie di un investigatore privato) vi è la testimonianza di terzi. Proprio a riguardo di ciò ci si chiede spesso se un figlio può testimoniare contro un genitore per un tradimento. Il figlio infatti è sempre a stretto contatto con il padre e con la madre: egli potrebbe pertanto aver visto o sentito circostanze compromettenti che potrebbero mettere in luce appunto l’infedeltà. Vediamo cosa dice la giurisprudenza in proposito.

Quando si considera l’infedeltà come causa di separazione?

L’infedeltà viene considerata sufficiente motivo di addebito quando questa è l’esclusiva causa della crisi coniugale. Cioè, deve essere dimostrato che è stato il tradimento a causare l’irrimediabile frattura nella convivenza e non una preesistente situazione di crisi. Ad esempio, nel caso di una coppia che conviveva solo formalmente, senza un reale legame affettivo, potrebbe non essere l’infedeltà la causa della fine del matrimonio, ma la situazione pregressa, sicché in tal caso non è possibile chiedere l’addebito al coniuge traditore. Lo stesso dicasi nel caso di un marito che maltratti la moglie e questa, per reazione, cerchi conforto in un amante.

Se il coniuge che deduce il tradimento dell’altro deve dare le prove dell’infedeltà, spetta a quest’ultimo – che voglia evitare l’addebito – dimostrare che la crisi matrimoniale era preesistente all’infedeltà ed era da addebitarsi ad altre e differenti circostanze.

Cosa accade in caso di sospetto di tradimento?

Anche un sospetto fondato e ragionevole di tradimento può essere sufficiente a giustificare l’addebito della separazione. Le condotte ambigue del coniuge, se idonee a offendere l’onore e il decoro dell’altro, possono infatti portare al riconoscimento dell’addebito. Tuttavia, è necessario un accurato accertamento e una valutazione complessiva del comportamento dei coniugi.

La ragione è semplice: non è tanto il rapporto sessuale a giustificare l’addebito e a configurare una violazione dell’obbligo di fedeltà, quanto piuttosto la rottura della fiducia col coniuge. Ecco perché è stato ritenuto sufficiente, ai fini dell’addebito, il ritrovamento di semplici messaggi o email compromettenti, anche in assenza di prove di un effettivo incontro fisico tra i due amanti.

Cosa comporta l’addebito della separazione?

Il riconoscimento dell’addebito nella causa di separazione a causa del tradimento implica la decadenza dal diritto a richiedere il mantenimento. In pratica il coniuge traditore non può ottenere gli alimenti benché privo di reddito.

Viceversa, non è per via del tradimento che il coniuge traditore deve mantenere l’altro. Difatti anche un marito fedele deve mantenere la moglie se questa non è economicamente autosufficiente ed ha superato l’età per cui può ancora lavorare.

I figli possono testimoniare in caso di tradimento?

Immaginiamo il caso di un figlio che veda la madre incontrarsi con un uomo e, nella sua ingenuità, decida di dirlo la sera al padre. Una dichiarazione del genere potrebbe essere utilizzata in tribunale come testimonianza?

La legge dice che il giudice ha l’obbligo di sentire i figli da 12 anni in poi solo quando deve prendere decisioni in merito al loro collocamento e affidamento, decisioni quindi che riguardano i loro stessi interessi. Se non lo fa, la sentenza è nulla. Il giudice però è tenuto a sentire il figlio anche infradodicenne se lo ritiene capace di discernimento.

La norma quindi non si riferisce alla testimonianza del figlio in merito a tradimenti dei genitori. Tuttavia il giudice è libero di valutare, secondo il suo prudente apprezzamento ed eventualmente con l’ausilio di psicologi infantili, se sentire il figlio minorenne come testimone per un eventuale tradimento. Naturalmente questa testimonianza verrà ritenuta tanto più attendibile quanto più il figlio è prossimo alla maggiore età.

In ogni caso il coinvolgimento dei figli in casi di infedeltà coniugale rappresenta un terreno delicato. La loro testimonianza potrebbe avere un peso significativo, ma bisogna sempre considerare il loro benessere emotivo e la legge vigente, nonché la facile suggestione cui questi sono esposti.

Le chat sul cellulare possono essere considerate una prova?

La Cassazione ha detto che strappare il telefono dalle mani del coniuge contro il suo volere rappresenta un reato, quello di rapina. Ma se il cellulare è incustodito, allora ben è possibile aprirlo e leggerne il contenuto, perché la sfera della privacy subisce una compressione tra persone conviventi, specie se sposati.

Così è stata la stessa Cassazione (Cass. sent. n. 7454/2023 del 12.05.2023) a dire che leggere le chat WhatsApp e gli sms del coniuge e trarne elementi di prova per una infedeltà è ben possibile anche se ciò potrebbe lederne la privacy. Gli screenshot o le foto fatte sul display del cellulare del coniuge possono essere valide prove del tradimento. Insomma, la privacy cede il passo alla tutela dei diritti che viene quindi prima, secondo i giudici supremi.

Le email possono essere una prova?

Diverso è il discorso per le email. Accedere all’account del coniuge, senza una esplicita autorizzazione, integra il reato di accesso abusivo a sistema informatico. Questo reato scatta anche se il coniuge disponeva già delle credenziali di accesso all’account dell’altro ma le aveva ottenute in una diversa circostanza e per altri fini.

Le fotografie possono provare un tradimento?

La foto è una prova tipica nel processo civile. Tuttavia si tratta di una documentazione meccanica che può essere sempre oggetto di contestazione. Non può trattarsi però una contestazione generica ma deve essere fondata su valide ragioni che ne dovrebbero mettere in dubbio la genuinità agli occhi del giudice. È il caso in cui non sia certa la data in cui la foto è stata scattata (una foto fatta prima del matrimonio non avrebbe valore ai fini del tradimento) o la riconoscibilità dei volti delle parti coinvolte.

Si tenga conto che la foto non deve cogliere necessariamente un bacio o un rapporto, potendo avere ad oggetto anche un fatto equivoco, che è sufficiente per fondare un’accusa di tradimento secondo la nostra giurisprudenza.

L’investigatore privato

Spesso ci si avvale di detective. La relazione scritta dell’investigatore non ha rilievo probatorio, ma potrebbero averlo le foto da questi scattate e la stessa testimonianza dell’investigatore che riferisca al giudice ciò che ha visto con i propri occhi (non si deve trattare di semplici sospetti).

Macchie di rossetto e altre prove

Macchie di rossetto, bigliettini nelle tasche, scontrini e ricevute di hotel non possono essere considerate prove ma potrebbero diventare sospetti, indizi o, per dirla col linguaggio degli avvocati, delle “presunzioni” che dovrebbero però accompagnarsi ad altre presunzioni per fondare una prova.

La confessione

La confessione del coniuge, debitamente registrata, può essere sicuramente la prova più evidente e incontestabile del tradimento. La registrazione avrebbe valore in un eventuale giudizio benché avvenuta in casa dell’interessato. E questo perché, come detto sopra, secondo la Cassazione le prove acquisite in spregio delle regole sulla privacy possono comunque essere utilizzate in un processo civile.

Attenzione però: la confession può anche essere indiretta. È il caso di chi, dinanzi alla produzione di email, chat o foto della controparte, non le contesti esplicitamente e con adeguate motivazioni. Un comportamento tacito dinanzi a tali evidenze è rappresentazione di ammissione di responsabilità e di attendibilità delle suddette prove.

 
Pubblicato : 6 Giugno 2023 06:45