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Causa di servizio per ansia reattiva

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(@angelo-greco)
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A causa delle troppe ore mi sono ammalato e soffro di stato ansioso reattivo: mi spetta il risarcimento? Posso fare la causa di servizio?

Si moltiplicano le pronunce della Cassazione che riconoscono, in capo al dipendente, il diritto al risarcimento per straining. Si tratta di tutte quelle situazioni in cui, a causa di un clima stressogeno e usurante, il lavoratore maturi una sindrome ansiosa e da stress. Peraltro, ai fini dell’accertamento dello straining non è necessario fornire la difficile prova del proposito doloso del datore di lavoro, come invece succede nel mobbing, ossia dell’intento rivolto a danneggiare, mortificare e isolare la vittima. Cerchiamo allora di comprendere come ottenere la causa di servizio per ansia reattiva, alla luce delle più recenti sentenze della giurisprudenza.

Cos’è lo straining

Lo straining è una situazione di stress lavorativo intenso e duraturo, causato da un eccessivo e irragionevole carico di lavoro o dall’attribuzione continua di mansioni logoranti. Potrebbe ad esempio derivare:

  • dalla richiesta di svolgimento di straordinari oltre le 48 ore lavorative previste dalla legge;
  • dalla negazione dei periodi di riposo o delle ferie;
  • dall’assegnazione ripetuta di orari notturni;
  • dalla richiesta di risultati performanti, sotto minaccia di licenziamento;
  • dal demansionamento, ossia dall’attribuzione di lavori dequalificanti di livello inferiore rispetto a quello contrattualizzato.

Lo straining può avere diverse conseguenze negative sulla salute del lavoratore, tra cui:

  • stress e ansia;
  • depressione;
  • disturbi del sonno;
  • problemi di natura psicosomatica;
  • diminuzione della produttività;
  • stanchezza.

Dello straining è sempre responsabile il datore di lavoro. Questi infatti, ai sensi dell’articolo 2087 del Codice civile, deve sempre preservare l’integrità fisica e mentale dei propri collaboratori, evitando situazioni che possano nuocere alla loro salute, anche solo quella psichica.

Come si diceva in apertura, se per la causa di mobbing è necessario dimostrare la malafede dell’imprenditore, ossia l’intento rivolto a danneggiare il sottoposto, ciò non è invece richiesto con lo straining, il che agevola l’onere della prova posto a carico del dipendente.

Peraltro, secondo la Cassazione, anche se il lavoratore agisce per mobbing contro l’azienda, in difetto della prova della volontà persecutoria, il giudice può ugualmente riconoscere il risarcimento se ravvisa gli estremi dello straining.

Sindrome da lavoro correlato

Lo straining si accompagna quasi sempre alla cosiddetta sindrome da lavoro correlato, chiamata anche stress lavoro-correlato. Si tratta di una condizione di malessere psicofisico causata da un eccessivo stress lavorativo.

Immagina di essere sottoposto a continue pressioni sul lavoro, con scadenze ravvicinate, carichi di lavoro eccessivi e un ambiente lavorativo poco sicuro o quasi per nulla stimolante. Tutto questo può portare a sviluppare la sindrome da lavoro correlato.

Si può fare la causa di servizio per ansia e stress da lavoro?

Il dipendente ha diritto al risarcimento quando l’eccessivo stress lavorativo gli procura ansia e malessere psicofisico. Quindi è ben possibile esercitare la causa di servizio. Tuttavia, essa è subordinata ai consueti limiti della prova. L’interessato deve cioè dimostrare:

  • di aver subito un danno alla salute;
  • che tale danno deriva unicamente dall’ambiente lavorativo (è il cosiddetto rapporto di causalità).

Come detto, non è necessario dimostrare il dolo del datore (ossia la sua malafede). Come chiarito infatti dalla Cassazione (sent. 15/11/2022, n. 33639), ove l’imprenditore consenta una condizione di lavoro dannosa per l’altrui salute, la sua responsabilità è automatica se il dipendente dimostra che il pregiudizio alla sua salute è dipeso proprio dall’ambiente lavorativo.

Sempre la Suprema Corte (sent. 11/10/2022, n. 29515) va risarcita come malattia professionale la nevrosi d’ansia se si dimostra che deriva da un demansionamento subìto dal lavoratore.

Tutto ciò è rafforzato dalla normativa di settore. L’art. 28 del T.U. n. 81 del 2008 e l’art. 2087 cod. civ. impongono al datore di lavoro la valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli collegati allo stress lavoro-correlato.

Sul punto la giurisprudenza è unanime e copre sia i rapporti di lavoro privati che pubblici. Ad esempio, secondo il Consiglio di Stato (sent. 11/05/2007, n. 2274), la sindrome depressiva di tipo reattivo del pubblico dipendente può ritenersi imputabile a causa di servizio ove sia documentata l’esistenza nell’ambiente di lavoro di situazioni di conflittualità che, per intensità e durata, abbiano determinato l’insorgenza e/o l’aggravamento dell’infermità in un soggetto che non abbia ancora raggiunto un apprezzabile livello di maturità psichica.

Come fare la causa di servizio

Al dipendente che intenda procedere con la causa di servizio servirà innanzitutto la prova della malattia e quindi i certificati medici che diagnosticano l’ansia da stress lavoro correlato. Poi dovrà dimostrare la condotta illecita del datore che non ha saputo salvaguardare la sua salute. A tal fine bisognerà fornire prove documentali e/o testimoniali dei turni “fuori orario”, delle richieste di lavoro notturno, delle altre situazioni stressogene.

 
Pubblicato : 5 Aprile 2024 06:00