Causa di lavoro del dipendente pubblico: come funziona?
La procedura per difendere i propri diritti quando si presta servizio in un’Amministrazione. Cosa cambia rispetto al settore privato.
Non solo il lavoratore del settore privato: anche il dipendente pubblico può subire un’ingiustizia da parte di un superiore o dell’amministrazione in cui presta servizio e può sentire la necessità di rivolgersi a un tribunale per difendere i suoi diritti. Quando può farlo e quale procedura deve seguire? È diversa rispetto a quella degli altri lavoratori? La causa di lavoro del dipendente pubblico, come funziona?
In linea generale, alle controversie che riguardano i rapporti individuali di lavoro subordinato con la Pubblica amministrazione vengono applicate le regole generali del processo del lavoro. Le differenze riguardano il giudice competente, alcuni momenti del processo e le impugnazioni. Vediamo.
Causa del dipendente pubblico: il giudice competente
La causa di lavoro del dipendente pubblico è di competenza del tribunale in funzione di giudice del lavoro nella cui circoscrizione ha sede l’ufficio in cui il lavoratore presta servizio al momento di proporre la domanda o alla quale era addetto al momento della cessazione del rapporto.
Il foro speciale del pubblico impiego non può trovare applicazione nei riguardi del dipendente cessato dal servizio in data anteriore a quella di emanazione del provvedimento impugnato: presuppone l’attualità del rapporto di lavoro.
Per i rapporti di parasubordinazione con il pubblico impiego, si applica il criterio generale del domicilio del prestatore d’opera.
Il ricorso va notificato presso l’amministrazione destinataria a chi la rappresenta nel circondario del tribunale competente. Solo per le amministrazioni statali o equiparate la notificazione va effettuata presso gli uffici dell’Avvocatura dello Stato competente per territorio, che è tenuta a trasmettere gli atti all’amministrazione interessata non oltre sette giorni dalla notifica. In questi casi la notifica effettuata nei soli confronti dell’amministrazione e non anche all’Avvocatura è nulla e non è sanabile.
Causa del dipendente pubblico: il procedimento
Una volta presentato il ricorso, all’udienza di discussione il giudice verifica se per definire la controversia sia necessario risolvere in via pregiudiziale una questione relativa all’efficacia, validità o interpretazione delle clausole di un contratto collettivo nazionale. In caso positivo, indica con ordinanza non impugnabile la questione da risolvere e rinvia a una nuova udienza (da tenersi dopo almeno 120 giorni), disponendo la comunicazione degli atti all’Agenzia per la rappresentanza delle pubbliche amministrazioni (Aran).
Entro 30 giorni, l’Agenzia convoca le organizzazioni sindacali per verificare la possibilità di un accordo sull’interpretazione autentica del contratto o sulla modifica della clausola controversa. L’eventuale accordo richiede il consenso di tutte le parti firmatarie del contratto da interpretare e viene trasmesso alla cancelleria del giudice, che ne dà avviso alle parti almeno dieci giorni prima dell’udienza. Il giudice è tenuto ad adottare l’interpretazione del contratto collettivo fornita dai sindacati, ma può decidere autonomamente circa la validità o meno della norma interpretata.
Se 90 giorni dopo la comunicazione iniziale all’Aran non è stato raggiunto un accordo, la procedura s’intende conclusa e il giudice decide con sentenza sulla sola questione pregiudiziale, disponendo separatamente per la prosecuzione della causa. Tale sentenza è impugnabile solo con ricorso immediato in cassazione da proporsi entro 60 giorni dalla comunicazione del deposito della sentenza.
Quando la Corte rinvia la causa allo stesso giudice che l’ha pronunciata, ciascuna parte può riassumerla entro il termine perentorio di 60 giorni dalla comunicazione della sentenza di Cassazione. Se si estingue il processo per qualsiasi causa, la sentenza della Suprema Corte mantiene i suoi effetti.
Il ricorso immediato non è accettato se la sentenza decide anche questioni di diritto che non riguardano l’interpretazione della clausola contrattuale o il merito della domanda.
Causa del dipendente pubblico: i poteri del giudice
Nella causa di lavoro del dipendente pubblico, il giudice è dotato di ulteriori poteri rispetto a quelli istruttori tipici di altri processi simili. Nello specifico:
- se vengono in questione degli atti amministrativi rilevanti per la decisione, li disapplica se illegittimi. L’impugnazione, davanti al giudice amministrativo, dell’atto rilevante nella controversia non è causa di sospensione del processo;
- adotta nei confronti della Pubblica amministrazione tutti i provvedimenti richiesti dalla natura dei diritti tutelati;
- con la sentenza con la quale annulla o dichiara nullo il licenziamento, condanna l’amministrazione alla reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro e al pagamento di un’indennità risarcitoria.
L’indennità appena citata è commisurata all’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del Tfr corrispondente al periodo dal giorno del licenziamento fino a quello dell’effettiva reintegrazione, e comunque in misura non superiore alle 24 mensilità, dedotto quanto il lavoratore ha percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative. Il datore di lavoro è condannato, per lo stesso periodo, al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
L’Aran può intervenire in qualsiasi controversia di lavoro per garantire l’interpretazione corretta e l’applicazione uniforme dei contratti collettivi. Ma interviene solo se nelle controversie sorgono questioni interpretative di rilevanza generale.
L’Aran e le organizzazioni sindacali firmatarie possono partecipare al processo anche quando sorge una questione pregiudiziale concernente l’efficacia, la validità o l’interpretazione delle clausole di un contratto o accordo collettivo nazionale e sono legittimate in caso di intervento a impugnare le sentenze che decidono la questione.
I sindacati che non sono intervenuti in primo grado possono comunque presentare memorie nel giudizio di appello e in quello per Cassazione.
Causa del dipendente pubblico: le impugnazioni delle sentenze
Nella causa di lavoro del dipendente pubblico, il giudizio di appello segue le regole generali. La notifica della sentenza di primo grado deve essere fatta presso l’Avvocatura dello Stato e non nei confronti dell’Amministrazione statale.
Il ricorso per Cassazione può essere proposto, oltre che per i motivi generali, anche per violazione o falsa applicazione dei contratti e accordi collettivi nazionali o decentrati relativi ai rapporti di lavoro con la Pubblica amministrazione. La disposizione non si applica ai contratti collettivi integrativi.
La Suprema Corte può procedere alla diretta interpretazione dei contratti nazionali coi criteri civilistici di interpretazione dei contratti, esaminando l’intero accordo e non le sole clausole denunciate.
Quando la Cassazione accoglie il ricorso, decide la causa nel merito se la questione dipende interamente dall’interpretazione di una clausola contrattuale.
-
Come agire contro il figlio che svuota il conto cointestato?
12 ore fa
-
Licenziamento a voce e senza preavviso: si può denunciare?
13 ore fa
-
Conseguenze per chi svuota il conto prima del pignoramento
14 ore fa
-
Cosa succede se si va a lavorare durante la malattia?
18 ore fa
-
Licenziamento illegittimo: si può essere riammessi al lavoro?
19 ore fa