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Carte prepagate e antiriciclaggio: linee guida per l’uso legale

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(@paolo-remer)
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Quanto e come si può ricaricare e spendere con le carte prepagate senza destare sospetti e far scattare l’allarme alle autorità di vigilanza finanziaria.

Le carte prepagate sono uno strumento comodo e veloce per effettuare pagamenti o trasferire del denaro con delle semplici ricariche, che si possono fare nei punti autorizzati, come le tabaccherie, o anche online con il proprio sistema di home banking. Insomma, basta un paio di clic (ma con la conferma del codice che autorizza l’operazione) per spostare delle somme, anche ingenti, da una persona ad un’altra, e questo pone seri problemi di riciclaggio del denaro “sporco”, cioè dei proventi che sono frutto di operazioni illecite, piccole o grandi che siano.

Per evitare movimenti avventati, che potrebbero instaurare un’indagine penale o comunque provocare richieste di chiarimenti da parte delle pubbliche Autorità di vigilanza sul sistema finanziario (compresa la Guardia di Finanza e le Procure della Repubblica), ti esponiamo le linee guida per l’uso legale delle carte prepagate, in una prospettiva antiriciclaggio.

Rimane fuori dal nostro discorso l’uso indebito delle carte prepagate a fini truffaldini o di insolvenza fraudolenta, come quando qualcuno, al di fuori dei consueti canali di pagamento commerciali, proponendosi come venditore si fa accreditare somme sulla sua carta personale e poi non spedisce la merce all’acquirente. Per questo tipo di problemi ed altri analoghi, come l’uso indebito delle carte prepagate o la loro sottrazione, puoi leggere il nostro articolo “Truffe Postepay: come difendersi”.

Carte prepagate: cosa sono e come funzionano

Le carte prepagate sono uno strumento che consente di effettuare acquisti e spese senza necessità di avere un conto corrente bancario di appoggio, come invece avviene per le carte di credito ed anche per le carte di debito, come il bancomat. Esistono, comunque, anche carte di credito dotate di Iban, come la Postepay Evolution: sono le “carte conto”, che consentono di ricevere l’accredito dello stipendio o della pensione e la domiciliazione delle bollette delle utenze di casa.

Le carte di cui ci stiamo occupando si chiamano prepagate perché vengono caricate in partenza con un determinato importo di denaro, e poi possono essere ricaricate successivamente per mantenere il plafond necessario. Esistono anche, ma attualmente sono poco diffuse, le carte prepagate monouso, che possono essere utilizzate solo entro il limite della prima ed unica ricarica, e quindi sono praticamente “usa e getta”.

In senso ampio rientrano fra le prepagate anche le cosiddette “carte regalo” o carte fedeltà, emesse da molte grandi catene commerciali, che però possono essere utilizzate solo per gli acquisti compiuti presso i negozi aderenti a quel marchio e non altrove.

Le carte prepagate funzionano sui normali circuiti di pagamento elettronici (i più diffusi sono Visa e Mastercard) e al momento dell’acquisto la somma spesa viene detratta dal saldo disponibile sulla carta, che deve essere sufficiente a coprire l’operazione, altrimenti la transazione viene rifiutata (mentre con le carte di credito è possibile spendere di più della somma giacente in quel momento sul conto, e le carte di debito attingono dal conto corrente ad esse collegato).

Carte prepagate: ricariche e operazioni

Il funzionamento delle carte prepagate è molto semplice: si carica del denaro e da quel momento si ha la corrispondente somma a disposizione per acquisti e spese nei negozi fisici ed elettronici, ed anche per i prelievi di denaro contante agli sportelli automatici Atm.

In questo modo la carta prepagata può diventare un valido strumento di finanziamento tra privati, come ad esempio quando un genitore ricarica periodicamente la provvista di soldi sulla carta del figlio studente universitario fuorisede, oltre che un mezzo di pagamento per gli acquisti compiuti dall’intestatario della carta stessa, che è la finalità precipua con cui questo strumento è nato.

La carta prepagata viene rilasciata senza difficoltà dagli istituti di credito emittenti anche a chi ha problemi finanziari o è privo di reddito stabile, perché, essendo caricata di volta in volta, non richiede particolari requisiti di affidabilità e solidità patrimoniale. La maggior parte delle prepagate ha, comunque, un limite massimo di utilizzo mensile, prestabilito all’apertura del contratto (solitamente quello standard è di 5mila euro) che però può essere aumentato in seguito, su richiesta del cliente ed autorizzazione della banca.

Come si ricarica una carta prepagata?

Per evidenti motivi di tracciabilità delle operazioni, chi ricarica una carta prepagata appartenente ad un altro soggetto deve fornire, oltre all’indispensabile numero identificativo della tessera stessa e al nome e cognome dell’intestatario, anche il proprio codice fiscale e un documento di identità valido, esibendolo all’esercente (ad esempio, un tabaccaio o ricevitoria aderente al circuito Sisalpay) o, se la transazione avviene online, autenticandosi con le modalità stabilite dalla piattaforma usata e inserendo questi dati se non già presenti nel sistema.

Se consentito dall’emittente, alcune carte prepagate possono essere ricaricate da un portafoglio elettronico (con le stesse modalità di trasferimento fondi tra conti virtuali) o da una carta di credito o di pagamento – quindi compiendo una ricarica da carta su carta – o, ma solo se dotate di Iban, anche mediante bonifico bancario.

La prepagata può essere ricaricata anche con versamenti in contanti agli sportelli bancari fisici presenti nelle filiali ed a quelli automatici Atm (gli stessi utilizzati per i prelievi bancomat); è proprio questo il modo in cui qualcuno pensa di non lasciare traccia, mentre, come vedrai adesso, non è affatto così.

Come si scopre il riciclaggio compiuto con le carte prepagate?

Siccome tutte le transazioni compiute con le carte prepagate – dalle ricariche alle spese ed ai prelievi di contante – vengono registrate nei sistemi elettronici dei circuiti di pagamento utilizzati, non è difficile individuare, anche a posteriori, le situazioni di anomalia nell’utilizzo. La normativa antiriciclaggio [1] prevede appositi indicatori di anomalia delle operazioni finanziarie che comprendono anche quelle eseguite mediante le carte prepagate.

Tra queste operazioni sospette, la più frequente è quella dei prelievi di contante effettuati ripetutamente e per somme di rilevante ammontare, soprattutto se vengono compiute con carte emesse da intermediari esteri ed extra-Ue, quindi di Stati non appartenenti all’Unione Europea ed all’area Euro.

L’Unità di informazione finanziaria (Uif) istituita presso la Banca d’Italia per vigilare sui rischi di riciclaggio, monitora attentamente le operazioni compiute e invita gli intermediari a segnalare al proprio ufficio questo tipo di transazioni anomale compiute mediante le carte prepagate, compilando l’apposito modulo Sos (segnalazione di operazioni sospette), specie se ricorrenti e di importo complessivo rilevante.

Ricevuta la segnalazione, spetta poi all’Uif approfondire la vicenda attivando gli organi investigativi, come il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e la Dia (Direzione Investigativa Antimafia), per verificare la sussistenza di ipotesi di reato di riciclaggio, di traffico di sostanze stupefacenti e di finanziamento del terrorismo. A sua volta, l’Uif è in contatto con gli analoghi organi collaterali degli altri Stati, in modo da prevenire efficacemente anche le transazioni finanziarie compiute a livello internazionale.

Ti ricordiamo che la soglia di allarme, che se si supera fa scattare la segnalazione all’Uif, è stabilita nei prelievi o versamenti in contanti per cifre al di sopra dei 10mila euro mensili. E questo limite puà essere raggiunto anche con prelievi o versamenti di importo inferiore, ma che complessivamente considerati superano i 10mila euro nell’arco del mese. Potrebbe trattarsi di operazioni perfettamente legittime, ma in ogni caso la banca o l’intermediario le comunica all’Unità di informazione finanziaria, che eseguirà l’istruttoria per verificare se possa trattarsi di riciclaggio di denaro e di proventi illeciti. Da tutto ciò avrai compreso che utilizzare le carte prepagate per aggirare la normativa che pone limiti all’uso dei contanti (dal 2023, vietati per operazioni al di sopra di 5mila euro) non è una buona idea.

 
Pubblicato : 8 Aprile 2023 11:00