Busta paga: si può inviare all’ispettorato del lavoro?
Cos’è il cedolino che il datore consegna mensilmente al dipendente? Il lavoratore può sporgere denuncia se la busta paga non è chiara?
La legge protegge i dipendenti garantendo loro una serie di tutele a cui il datore non può sottrarsi, come ad esempio le ferie, la malattia e le condizioni retributive minime stabilite nella Contrattazione collettiva nazionale. Nonostante ciò, gli abusi perpetrati nei confronti dei lavoratori sono molto frequenti, tanto che lo Stato è chiamato a vigilare costantemente. È in questo contesto che si pone la seguente domanda: si può inviare la busta paga all’ispettorato del lavoro?
In pratica, si tratta di capire se un dipendente, in presenza di un cedolino “sospetto” (ad esempio, perché presenta trattenute non giustificate o una retribuzione netta troppo bassa), possa fare ricorso all’ispettorato per chiedere delucidazioni ed, eventualmente, denunciare il proprio datore. Vediamo cosa dice la legge.
Che cos’è la busta paga?
La busta paga (conosciuta anche col nome di “cedolino”) è il documento che il datore di lavoro rilascia al proprio dipendente all’atto del pagamento della retribuzione.
Al suo interno sono riportate tutte le informazioni più importanti riguardanti il rapporto di lavoro, come ad esempio:
- il tipo di contratto (part-time o full-time; a tempo determinato o indeterminato);
- i dati del datore e del dipendente;
- le trattenute (previdenza, tfr, ecc.);
- l’eventuale corresponsione di assegni familiari;
- la retribuzione netta;
La busta paga è obbligatoria?
La consegna della busta paga costituisce un vero e proprio obbligo per il datore.
Per essere più precisi, la legge [1] stabilisce che il datore di lavoro, al momento del pagamento della retribuzione, deve consegnare al lavoratore il documento denominato “busta paga”, contenente gli elementi che compongono la retribuzione stessa, nonché le altre informazioni sopra indicate.
Insomma: il datore non può limitarsi all’accredito dello stipendio, dovendo anche fornire il documento giustificativo del pagamento, il quale illustra tutte le voci di cui è composta la retribuzione.
Quando ci si può rivolgere all’ispettorato del lavoro?
Ogni dipendente può rivolgersi all’ispettorato presente sul territorio (solitamente, con sede nel capoluogo di provincia) per denunciare una situazione di irregolarità riguardante il proprio rapporto di lavoro.
Le competenze dell’ispettorato riguardano anche l’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a tutti i settori produttivi (non solo quello edile).
Inoltre, l’ispettorato del lavoro, attraverso le proprie articolazioni territoriali, si coordina con i servizi ispettivi delle Aziende sanitarie locali (Asl) e delle Agenzie regionali per la protezione ambientale (Arpa).
L’ispettorato del lavoro procede a segnalare le eventuali irregolarità contributive all’Inps.
Si può inviare la busta paga all’ispettorato del lavoro?
L’ispettorato del lavoro deve ovviamente verificare che i diritti economici del dipendente siano rispettati, come ad esempio l’importo della retribuzione, delle trattenute e degli assegni familiari.
È per questa ragione che il dipendente che si ritiene leso nei propri diritti può sottoporre la propria busta paga agli ispettori del lavoro.
Tanto è confermato dalla richiesta di intervento ispettivo, il cui modello è messo a disposizione dall’Ispettorato nazionale del lavoro all’interno del proprio sito istituzionale: tra le voci che possono essere selezionate c’è anche quella inerente alle retribuzioni (indicate o non indicate in busta paga) non ricevute e agli straordinari non registrati e non pagati.
Se ci sono sospetti riguardanti il cedolino consegnato dal datore, è quindi possibile effettuare una segnalazione da inviare, a mezzo raccomandata o pec, alla sede dell’ispettorato del lavoro territorialmente competente.
Unitamente alla richiesta di intervento ispettivo, potrà essere allegata la busta paga, indicando gli emolumenti non corrisposti (assegni familiari, straordinari, ecc.).
Attenzione, però: l’ispettorato non si occupa di consulenza in materia lavorativa e previdenziale, con la conseguenza che la segnalazione potrà essere effettuata solamente quando si ha la certezza oppure un sospetto più che fondato che qualche irregolarità sia stata commessa.
Se Carlo ritiene di essere pagato meno di quanto previsto nel contratto, dovrà innanzitutto rivolgersi a un consulente del lavoro oppure a un Caf e, solo successivamente, fare segnalazione all’ispettorato del lavoro.
Insomma: la busta paga può essere inviata all’ispettorato solo quando si ha la ragionevole certezza che un illecito sia stato commesso.
Tant’è vero che la semplice presentazione della denuncia non comporta l’obbligo, per l’ispettorato, di effettuare la verifica.
Al contrario, l’ispezione scatta certamente se i fatti denunciati hanno natura penale o costituiscono quasi sicuramente un illecito.
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