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Buoni fruttiferi e libretti postali sono esclusi dall’Isee?

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(@paolo-florio)
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Decreto attuativo sull’esclusione dei Btp al parere del Consiglio di Stato.  

Buoni fruttiferi, libretti postali e altri strumenti finanziari garantiti dallo Stato non saranno inclusi nel calcolo dell’Isee fino a un massimo di 50.000 euro secondo le nuove regole introdotte con la legge di bilancio 2024. Questa decisione è stata annunciata dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante un’interrogazione parlamentare, in risposta a una domanda posta dalla Lega.

La normativa, introdotta nell’ultima manovra finanziaria, mira a incentivare gli investimenti dei risparmiatori italiani nei titoli di debito pubblico, ma non sarà applicata immediatamente. È infatti necessario un decreto attuativo, che è già in fase avanzata di preparazione: il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha inviato il testo al Ministero del Lavoro per le valutazioni di competenza, e successivamente sarà sottoposto al Consiglio di Stato per ottenere il parere necessario.

L’attuazione di questa disposizione non è stata semplice, data la necessità di assicurare la conformità con le regole dell’Unione Europea in merito al trattamento dei titoli di Stato, per evitare distorsioni nel mercato.

La definizione dei criteri di esclusione dal calcolo dell’Isee è stata dunque attentamente studiata per includere, oltre ai Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), anche quei prodotti finanziari e postali che si avvicinano maggiormente ai titoli di debito, entro il limite massimo di 50.000 euro.

Il periodo necessario per affrontare queste complesse questioni tecniche sta producendo conseguenze significative nella pratica. La tempistica ha un impatto diretto su molte famiglie, specialmente perché gennaio è spesso il mese in cui si aggiorna l’Isee presso l’Inps e i CAF, indispensabile per accedere a sostegni come l’assegno unico e varie agevolazioni, tra cui i bonus per le bollette. Quest’anno, più di 4,4 milioni di italiani hanno cercato di ottenere l’indicatore aggiornato, ma senza il decreto attuativo la nuova norma non è applicabile, lasciando molti senza la possibilità di beneficiarne.

Come osserva Giovanni Angileri, presidente della Consulta dei CAF, una percentuale già significativa di richieste proviene da persone che presentano la domanda per la seconda volta. Questa situazione evidenzia come la tempistica dell’introduzione della norma stia influenzando diversamente le famiglie, creando disparità basate non sulla quantità di ricchezza, ma su come questa è allocata.

Ad esempio, 50.000 euro investiti in fondi comuni incidono sull’Isee, a differenza di investimenti equivalenti in BTP o buoni fruttiferi postali, che godono di una tassazione agevolata.

Il ritardo nell’applicazione della norma crea una divisione tra coloro che hanno necessitato dell’Isee nelle prime settimane dell’anno e chi può permettersi di attendere il decreto. Tuttavia, per chi richiederà un ricalcolo successivo, questo vantaggio potrebbe non essere gratuito. L’alto numero di richieste a inizio anno tende a esaurire i fondi destinati ai CAF per il calcolo e il rilascio dell’Isee, rendendolo a pagamento una volta terminati i fondi disponibili. Questo sottolinea un principio fondamentale dell’economia: non esistono soluzioni completamente prive di costi.

 
Pubblicato : 9 Febbraio 2024 05:23