Ecco come sfruttare correttamente il bonus mobili con ristrutturazioni in condominio e cosa dice l’Agenzia delle Entrate.
Ti stai chiedendo come fruire del bonus mobili? E soprattutto, se è possibile accedervi senza effettuare una vera e propria ristrutturazione?
Di recente un contribuente ha posto il seguente quesito all’Agenzia delle Entrate: si può ottenere il bonus mobili se non si effettua la ristrutturazione? Ecco cosa ha detto, in proposito, l’amministrazione finanziaria.
Che cos’è il Bonus Mobili?
Il bonus mobili è una detrazione fiscale destinata a coloro che effettuano interventi di recupero del patrimonio edilizio e intendono acquistare mobili ed elettrodomestici per arredare l’immobile ristrutturato.
In particolare, come precisato dalla stessa Agenzia delle Entrate, l’agevolazione consiste in una detrazione sull’Irpef da spalmare in 10 anni (secondo quote di pari importo). Il bonus spetta a chi acquista mobili o grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile. Tale immobile deve essere oggetto di ristrutturazione.
La detrazione va calcolata su un importo massimo di 8.000 euro per l’anno 2023 e di 5.000 euro per il 2024, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio.
Su quali mobili è possibile ottenere il bonus?
Il bonus può essere sfruttato per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici nuovi (di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori).
Quando è possibile ottenere il Bonus Mobili?
Il contribuente deve aver realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.
In particolare, l’agevolazione si applica in diversi scenari:
- interventi di manutenzione straordinaria, restauro conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità abitative;
- interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria sulle parti comuni degli edifici residenziali;
- ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi;
- restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia eseguiti da imprese di costruzione che venderanno l’immobile entro 18 mesi dal termine dei lavori.
Cosa ha specificato l’Agenzia delle Entrate sul Bonus Mobili?
Un contribuente ha sollevato un dubbio specifico: avendo fatto lavori di manutenzione ordinaria sulle parti comuni del suo edificio (rifacimento intonaco e pittura del vano scale), poteva usufruire del bonus mobili per arredare una delle sue unità abitative? L’Agenzia delle Entrate ha chiarito: il bonus mobili spetta solo se i mobili ed elettrodomestici sono destinati alle parti comuni in cui sono stati effettuati i lavori. Dunque, no al bonus per l’arredo delle singole unità abitative private.
In buona sostanza il principio è il seguente: è possibile portare in detrazione l’acquisto di mobili ed elettrodomestici solo se questi sono destinati all’immobile oggetto di lavori di ristrutturazione. Pertanto:
- se i lavori interessano le parti comuni dell’edificio (quelle cioè condominiali) i mobili devono essere destinati al condominio;
- se i lavori interessano le unità abitative private, i mobili devono essere destinati a queste ultime.
Sono necessari interventi di ristrutturazione edilizia per ottenere il bonus?
No, non obbligatoriamente. Sebbene ci debba essere una correlazione tra interventi edili e l’acquisto di mobili, questi non devono per forza rientrare nella categoria “ristrutturazione edilizia” come definito dal Dpr 380/2001.
Quanto vale il Bonus Mobili nel 2023 e 2024?
Per l’anno 2023, il bonus mobili offre una detrazione Irpef del 50% sull’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, con un massimale di 8.000 euro. Questa cifra scende a 5.000 euro per il 2024.