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Bollo auto: come evitare sanzioni e multe

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(@paolo-remer)
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Come rimediare ai versamenti omessi pagando sanzioni ridotte; quando il debito delle tasse automobilistiche è prescritto; cosa fare per non subire il fermo del veicolo.

La tassa automobilistica – comunemente chiamata bollo auto – colpisce il possesso dei veicoli, e l’intestatario che risulta al Pra (Pubblico Registro Automobilistico): non pagarla non è una buona idea, perché si rischia di subire un accertamento da parte della Regione. Se non si paga neanche quello, arriva la cartella esattoriale, perché la somma viene iscritta a ruolo e l’Agente di riscossione cerca di recuperarla coattivamente. Così al tributo base si aggiungono altri oneri: sanzioni, interessi e spese di notifica degli atti. E può arrivare anche il fermo amministrativo del veicolo.

Insomma, le conseguenze del mancato versamento periodico della tassa automobilistica sono piuttosto serie, ma ci sono dei modi per evitarle anche quando non si è provveduto al pagamento entro i termini di scadenza annuale. Vediamo come evitare le sanzioni e multe per il bollo auto.

Bollo auto: scadenze di pagamento

Il bollo auto va versato annualmente, ma il termine di scadenza non è fisso e uguale per tutti: dipende dalla data di immatricolazione dell’auto.

Se hai acquistato un veicolo nuovo, dovrai pagare la tassa entro la fine del mese corrispondente a quello di immatricolazione, ma se l’immatricolazione è avvenuta negli ultimi 10 giorni del mese potrai pagare entro la fine del mese successivo.

Se, invece, hai comprato l’auto usata – quindi il veicolo apparteneva ad un precedente proprietario – il termine di pagamento decorrerà dalla fine del mese in cui è stato autenticato l’atto di vendita. Il vecchio proprietario rimane obbligato al pagamento del bollo a suo carico per il periodo precedente, e il nuovo subentra nell’obbligo di pagamento a partire dalla data di acquisto.

Le scadenze successive per lo stesso veicolo si ripetono sempre: quindi ogni anno il versamento andrà eseguito nello stesso mese della precedente scadenza, anche se materialmente il pagamento era stato fatto in ritardo o era stato omesso.

I veicoli commerciali hanno scadenze di pagamento della tassa automobilistica diverse da quelle delle auto e moto private, e cadono nei mesi di gennaio, maggio e settembre. Se vuoi saperne di più su questi aspetti leggi anche: scadenza bollo auto.

Bollo auto: tolleranza di pagamento

Le scadenze annuali di pagamento della tassa automobilistica non sono tassative: c’è un mese di tempo in più per pagare senza sanzioni ed interessi. La legge prevede infatti questo margine di tolleranza nel pagamento del bollo auto.

Precisamente, puoi effettuare il versamento entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello individuato in base alla scadenza iniziale programmata, senza alcuna sanzione. Se poi il giorno finale di quel mese cade di sabato o di domenica, il termine utile per il pagamento è prorogato per legge al primo giorno feriale successivo.

Perciò, se il tuo bollo scade a dicembre 2023, puoi pagarlo tranquillamente entro il 31 gennaio 2024. Se l’ultimo giorno è festivo o prefestivo, la scadenza si sposta al primo giorno lavorativo successivo. Ad esempio, siccome il 30 settembre 2023 cade di domenica, il bollo di agosto 2023 può essere pagato entro il 2 ottobre 2023.

Bollo auto non pagato: sanzioni e interessi

Una volta scaduti i termini per il pagamento, compresi quelli di tolleranza, sarai tenuto a versare le sanzioni, in aggiunta all’importo della tassa automobilistica dovuta. Le sanzioni crescono proporzionalmente e progressivamente all’aumentare del ritardo, e sono dovuti anche gli interessi.

Sul sito dell’Aci è possibile controllare a quanto ammontano le sanzioni e gli interessi alla data attuale, cioè fino al giorno di effettuazione dell’interrogazione online, e così si può conoscere in ogni momento qual è l’esatto importo da versare. Leggi “Come vedere bolli auto non pagati sul sito dell’Aci“.

Bollo auto non pagato: come ridurre le sanzioni

Questo flusso di crescita delle sanzioni in base al ritardo dei pagamenti dei bolli auto oltre le scadenze annuali non è inarrestabile. Chi vuole mettersi in regola spontaneamente, seppur tardivamente, può farlo con il ravvedimento operoso: è un istituto tributario che vale non solo per il bollo auto, ma anche per le altre imposte e tasse, e offre la possibilità di pagare le sanzioni in misura ridotta, purché nel frattempo non sia arrivato un avviso di accertamento per bollo auto non pagato; cosa che, comunque, difficilmente accade entro il primo ed anche il secondo anno di ritardo.

La riduzione delle sanzioni è tanto maggiore quanto prima si provvede a pagare in maniera spontanea. Vengono così “premiati” soprattutto i ritardi lievi. Ecco di quanto vengono abbattute le sanzioni grazie al ravvedimento operoso:

  • pagamento entro i primi 14 giorni oltre la scadenza: sanzione del 0,1% per ogni giorno di ritardo, quindi, se paghi il 14° giorno, la sanzione sarà dell’1,4%;
  • pagamento tra il 15° al 30° giorno, la sanzione è del 1,5%;
  • pagamento dal 31° al 90° giorno, la sanzione sale al 1,67%;
  • pagamento dal 91° giorno a 1 anno la sanzione arriva al 3,75%.
  • pagamento dopo un anno ma entro il secondo anno: la sanzione è del 4,286%.

Quando si oltrepassa il biennio dalla scadenza iniziale, si può ancora pagare spontaneamente, ma a quel punto c’è un grosso scalino: la sanzione salirà al 30% dell’importo della tassa dovuta (analogamente a quanto avviene per le altre principali imposte non versate senza frode).

Bollo auto non pagato: avviso di accertamento

Se non hai pagato il bollo auto e non hai regolarizzato la situazione con il ravvedimento operoso che ti abbiamo spiegato, dovrai aspettarti l’arrivo di un avviso di accertamento che la Regione ti notificherà, richiedendoti formalmente il versamento del tributo, più sanzioni e interessi.

In genere le Regioni provvedono ad emanare e inviare gli avvisi di accertamento entro 3 anni dalla scadenza delle tasse automobilistiche non pagate, perché oltre quel termine scatta la prescrizione, come ti spiegheremo meglio nel paragrafo successivo, e a quel punto la somma non è più dovuta.

Talvolta – ma non sempre – l’avviso di accertamento vero e proprio è preceduto da un avviso bonario, che è un invito a pagare ed, eventualmente, a comunicare l’esatta situazione in modo da regolarizzare la pratica nel caso il bollo non fosse dovuto (ad esempio, perché hai venduto l’auto prima dell’anno a cui la tassa si riferisce).

L’avviso di accertamento contiene un intimazione a pagare entro un termine di 60 giorni per pagare, oppure proporre ricorso alla Corte di Giustizia tributaria di primo grado (l’ex Commissione tributaria) se ritieni che l’atto sia invalido o che la tassa non sia dovuta; se non fai nessuna delle due cose, il tributo verrà iscritto a ruolo e passato all’Agente di riscossione per l’esecuzione forzata.

Se non si paga entro la scadenza, può essere applicato il fermo del veicolo ed, eventualmente, anche il pignoramento dei beni del debitore (questa misura si applica specialmente quando l’ammontare dei bolli auto non pagati è molto consistente, di diverse migliaia di euro, come avviene a chi ha decine di veicoli intestati e non ha pagato per diversi anni).

Bollo auto: termini di prescrizione 

Per il bollo auto il termine di prescrizione è di tre anni, che iniziano a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui doveva essere pagato. Ad esempio, il bollo auto dovuto per l’anno 2022 si prescriverà alle ore 24 del 31 dicembre 2025, ossia dopo la scadenza del terzo anno calcolato a partire dal 1° gennaio 2022.

Dunque, un avviso di accertamento che ti dovesse arrivare oltre questi termini sarà invalido e potrà essere contestato e annullato, facendo constatare dal giudice l’intervenuta prescrizione. Ricorda però che conta la data di spedizione, cioè quella in cui la Regione lo ha consegnato all’ufficio postale, e non quella di ricevimento della raccomandata; così, se l’Ente lo ha spedito il 30 dicembre ma ti è pervenuto il 15 gennaio, l’atto sarà valido e il bollo non è prescritto.

Bollo auto: cartella di pagamento

Se non paghi l’importo intimato neanche dopo aver ricevuto l’avviso di accertamento e non lo hai impugnato entro 60 giorni dal ricevimento, per far valere la prescrizione o altri vizi (ad esempio, la mancata o irregolare notifica), la Regione iscriverà a ruolo il tributo non riscosso e affiderà il suo credito all’Agente della riscossione, che ti invierà una cartella di pagamento.

In questo caso oltre alla prescrizione – che la notifica dell’avviso di accertamento interrompe, e dunque inizia a decorrere da capo per altri tre anni- c’è anche un termine di decadenza, che opera separatamente dalla prescrizione ed è un po’ più breve: la legge prevede che l’emissione e la notifica della cartella devono avvenire entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo, cioè quando sono trascorsi 60 giorni dalla sua notifica. Perciò la cartella emanata e notificata oltre quei termini sarà nulla.

Bollo auto: riscossione forzata del debito

Dopo 60 giorni dalla notifica della cartella senza che il pagamento sia avvenuto o sia stato proposto ricorso che abbia comportato anche la sospensione della sua esecutività, l’Agente per la Riscossione potrà pignorare dei beni dell’automobilista, oppure – come più spesso avviene, specialmente quando gli importi sono esigui e non superano qualche centinaio di euro – operare un fermo amministrativo dei veicoli ad egli intestati (non necessariamente quello relativo al bollo non pagato).

Questo comporterebbe l’impossibilità di circolare, ma, come vedrai adesso, c’è un modo per evitarlo.

Bollo auto: come evitare il fermo

Il fermo dell’auto, per essere valido ed efficace, deve sempre essere anticipato da un preavviso di fermo, da notificare almeno 30 giorni prima dell’iscrizione del fermo vero e proprio nei pubblici registri.

A questo punto, per sospendere l’efficacia del fermo si può chiedere la rateazione del debito all’Agenzia Entrate Riscossione: l’accoglimento è automatico per importi fino a 120.000 euro, e basterà pagare la prima rata per poter tornare a circolare con quel veicolo. Il fermo verrà, infine, cancellato quando saranno state pagate integralmente tutte le rate.

Contro il fermo amministrativo si può anche proporre ricorso, ma solo se il veicolo viene impiegato dal professionista o dall’imprenditore per finalità collegate all’esercizio dell’attività lavorativa, rispetto alle quali l’auto è da considerarsi essenziale (è necessario anche che il mezzo sia immatricolato tra i beni ammortizzabili). Quindi i lavoratori dipendenti ed i pensionati non possono ricorrere a questa possibilità.

Bollo auto: sanatoria dei debiti

Esiste anche una speciale sanatoria per i debiti bollo auto più antichi e di piccolo importo: è stata stabilita dalla tregua fiscale 2023, e ha l’effetto di cancellare i debiti arretrati e precisamente i tributi di importo inferiore a mille euro (comprensivi di capitale, interessi e sanzioni) iscritti a ruolo tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015.

La sanatoria avviene automaticamente (e per questo è chiamata anche “strappacartelle”), cioè senza bisogno di una richiesta del contribuente. Puoi controllare la tua posizione debitoria sul sito dell’Agenzia Entrate Riscossione, direttamente o tramite un intermediario abilitato, per verificare se i debiti per tasse automobilistiche di importi inferiori a mille euro e antecedenti al 2016 sono stati eliminati.

Infine, se la propria Regione ha aderito alla pace fiscale, gli altri debiti per bollo auto non pagato potevano essere inseriti nella rottamazione quater, presentando la domanda all’Agenzia Entrate Riscossione entro il 30 giugno 2023, con possibilità di pagarli ratealmente e abbattendo integralmente le sanzioni.

Approfondimenti

Per una sintesi dei pro e dei contro, leggi anche “Conviene non pagare il bollo auto?“.

 
Pubblicato : 24 Agosto 2023 08:15