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Aumentano i controlli sulle Partite Iva: cosa cambia per i contribuenti

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(@angelo-greco)
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L’Agenzia delle Entrate intensifica i controlli sulle partite Iva. Scopriamo come funzionano e quali conseguenze possono comportare.

Hai una partita Iva? Sai che l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli per contrastare l’evasione fiscale, soprattutto sulle cosiddette Partite Iva “apri e chiudi”. Queste modifiche, introdotte con la legge di Bilancio 2023, prevedono una serie di procedure che, se non seguite correttamente, possono portare alla cessazione della Partita Iva. Ma come funzionano questi controlli? E quali sono le potenziali conseguenze per i contribuenti? Questo articolo risponde a tutte queste domande, fornendo un quadro completo e chiaro della situazione.

Chi sono i soggetti coinvolti nei controlli?

Benché la legge parli di controlli solo all’atto della chiusura della Partita Iva, le Entrate hanno fatto sapere che i controlli si estendono già in fase di richiesta di apertura di una nuova partita Iva, in particolare le partite Iva di nuova attribuzione che presentano elementi di rischio, come l’inadempimento ricorrente degli obblighi dichiarativi e di versamento delle imposte, in combinazione con brevi cicli di vita o periodi transitori di operatività.

Anche le partite Iva esistenti che presentano le stesse condizioni di rischio e riprendono ad operare dopo un periodo di inattività rientrano nell’ambito dei controlli. Tra i soggetti coinvolti possiamo trovare titolari di ditta individuale, lavoratori autonomi, rappresentanti legali di società, associazioni o enti.

Come si svolgono i controlli dell’Agenzia delle Entrate?

Il processo di controllo si sviluppa in due fasi. Prima, l’Agenzia delle Entrate recupera ed analizza i dati e le informazioni disponibili nelle banche dati, pubbliche e private, o da segnalazioni provenienti da altri enti. In base a questa analisi, l’Agenzia invita il contribuente a presentarsi presso l’ufficio competente per discutere della propria posizione, fornendo chiarimenti ed esibendo la documentazione necessaria.

Quali sono le conseguenze dei controlli?

Se il contribuente non risponde all’invito dell’Agenzia delle Entrate o non fornisce prove idonee per dimostrare l’insussistenza dei profili di rischio, l’Agenzia può notificare il provvedimento di cessazione della partita Iva. Tale provvedimento avrà effetto dalla data di registrazione in Anagrafe tributaria. È prevista anche una sanzione amministrativa di 3mila euro.

Per richiedere l’attribuzione di una nuova partita Iva, il contribuente dovrà rilasciare una polizza fideiussoria o una fideiussione bancaria per la durata di tre anni e per un importo non inferiore a 50mila euro.

Esempi pratici

Supponiamo che Mario, titolare di una ditta individuale, riceva un invito a comparire da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il motivo? Vi sono delle anomalie nei suoi pagamenti fiscali. Mario decide di ignorare l’invito, ritenendo ingiustificate le accuse. Di conseguenza, l’Agenzia procede alla notifica del provvedimento di cessazione della partita Iva di Mario, con l’aggiunta di una sanzione amministrativa di 3mila euro. Se Mario desidera aprire una nuova partita Iva, dovrà fornire una fideiussione bancaria di almeno 50mila euro.

In conclusione, le nuove disposizioni sull’analisi del rischio e i controlli sulle partite Iva sono strumenti potenti nelle mani dell’Agenzia delle Entrate. È fondamentale essere consapevoli delle proprie responsabilità come contribuenti, per evitare spiacevoli conseguenze.

 
Pubblicato : 13 Giugno 2023 05:42