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Assegno scoperto: significato

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(@angelo-greco)
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Cosa succede se emetto un titolo di credito e sul conto corrente non c’è la provvista necessaria per il pagamento?

La tua piccola impresa sta attraversando un periodo di difficoltà economica. I clienti non ti pagano e tu hai molte spese da sostenere: il canone di affitto del locale, i fornitori, i dipendenti, ecc. Un giorno, vieni contattato dalla tua banca per aver emesso un assegno scoperto. Sai bene che le sanzioni previste in questi casi non sono di certo leggere. Cerchi di spiegare all’operatore che si è trattato sicuramente di un errore. Tuttavia, non hai molta scelta: o paghi l’importo necessario oppure rischi il protesto. In termini pratici, dunque, qual è il significato dell’assegno scoperto?

Se emetti un assegno senza avere sul conto la provvista, cioè i fondi necessari per il pagamento, allora si parla si assegno scoperto. Tale problema si pone principalmente in caso di assegno bancario. Facciamo un esempio.

Caio ha ricevuto un assegno da Tizio per il pagamento della fornitura di alcuni materiali. Si reca in banca per incassarlo, ma l’operatore di sportello gli comunica che non è possibile perché i soldi sul conto di Tizio non sono sufficienti.

Supponiamo che tu abbia emesso un assegno scoperto. In tal caso, la banca ti comunica la mancata copertura e ti chiede di depositare sul conto il denaro necessario per pagare l’importo dell’assegno (maggiorato di una penale e degli interessi). Se alla scadenza del termine risulti ancora inadempiente, allora l’istituto effettua un secondo tentativo e, qualora non trovi i fondi necessari, procede con il protesto. In pratica, il notaio (o l’ufficiale giudiziario) dichiara il mancato pagamento o la mancata accettazione dell’assegno.

Il protesto fa scattare:

  • la pubblicazione, entro dieci giorni, del nominativo nel registro informatico dei protesti tenuto dalla Camera di Commercio;
  • la sanzione pecuniaria da 516 a 6.197 euro;
  • l’impossibilità di emettere assegni bancari o postali per un periodo da due a cinque anni se l’importo è superiore a 2.582 euro;
  • la revoca dell’autorizzazione ad emettere assegni per un periodo di sei mesi (oltre a dover restituire il libretto con i titoli ancora inutilizzati);
  • la segnalazione alla Centrale Rischi. In questo modo, è praticamente impossibile poter accedere a finanziamenti, mutui o aperture di conto corrente.

Se l’importo dell’assegno è superiore a 51.645 euro, sono previste le seguenti sanzioni:

  • l’interdizione dall’esercizio di un’attività professionale, imprenditoriale e dall’esercizio dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese;
  • l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.

Se il debitore provvede al pagamento dell’assegno, il protesto viene conservato nel registro informatico:

  • fino alla sua cancellazione;
  • per cinque anni dalla data della registrazione (in mancanza di cancellazione).

Assegno bancario e assegno circolare

L’assegno è un titolo di credito utilizzato dal titolare di un conto corrente (cosiddetto traente) per consegnare il denaro ad un’altra persona (cosiddetto prenditore o beneficiario). In questo caso, si parla di assegno bancario.

Un’altra tipologia, invece, è l’assegno circolare, ossia il titolo emesso direttamente dalla banca e consegnato al proprio cliente che ne abbia fatto richiesta.

Tra i due titoli di credito ci sono sostanziali differenze:

  • l’assegno bancario viene emesso dal titolare di un conto corrente ed è coperto con i soldi che vi sono depositati (soldi che possono anche non esserci). Se il titolo è stato emesso su piazza (cioè pagabile nello stesso Comune di emissione, ad esempio emesso e riscosso a Roma) il pagamento può essere richiesto entro 8 giorni, se il titolo è stato emesso fuori piazza (cioè pagabile in un Comune diverso da quello di emissione, ad esempio Roma – Milano) il pagamento può essere richiesto entro 15 giorni;
  • l’assegno circolare: viene emesso direttamente dalla banca, la quale garantisce la certezza dell’incasso. In altri termini, l’emissione è subordinata al deposito, da parte del richiedente, della corrispondente somma indicata sul titolo. Generalmente, l’assegno circolare va riscosso entro 30 giorni dalla data di emissione.

Assegno scoperto: come rimediare?

Il protesto si può evitare, innanzitutto, pagando la somma di denaro necessaria a coprire l’assegno. Quindi, se ricevi la comunicazione della banca ti consiglio di provvedere subito, pagando direttamente il creditore o la banca.

In caso di protesto, hai sempre la possibilità di procedere con il pagamento tardivo entro 60 giorni. Ovviamente, dovrai pagare la somma necessaria a coprire l’assegno, le spese di protesto, una penale (pari al 10% dell’importo del titolo di credito) e gli interessi legali.

Una volta cancellato il protesto dal registro informatico, puoi presentare un ricorso in tribunale per essere riabilitato. Se il tribunale accoglie l’istanza emette un decreto di riabilitazione, con cui si autorizza la Camera di Commercio a cancellare il debitore dal registro informatico dei protesti. In caso di rigetto, il debitore può presentare ricorso alla Corte d’Appello entro dieci giorni.

 
Pubblicato : 17 Marzo 2023 18:45