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Animali tenuti in scarse condizioni igieniche: cosa si rischia

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(@raffaella-mari)
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Maltrattamento di animali: anche lo stress è reato secondo la Cassazione.

Quando parliamo di maltrattamenti sugli animali, cosa ci viene in mente? Ferite fisiche, fame, abbandono? E se vi dicessimo che anche lo stress psicologico è un reato? Alcune recenti decisioni della Cassazione sottolineano la necessità di tutelare il benessere psicofisico degli amici a quattro zampe. Perché a volte non basta dare loro solo vitto e alloggio. Ecco allora cosa si rischia per animali tenuti in scarse condizioni igieniche: quali sono le pene previste per chi maltratta gli animali e li fa “vivere” male.

Cosa dice la Cassazione su chi detiene animali in cattive condizioni igieniche?

La sentenza n. 10009/2017 della Cassazione ha confermato la condanna di una donna che aveva detenuto gatti selvatici in un magazzino, in condizioni igieniche inadeguate. Questo trattamento aveva provocato ai gatti stress e comportamenti fobici, particolarmente evidenti durante le visite degli ispettori dell’Asl.

In che modo la legge tutela gli animali?

L’articolo 727 del codice penale, rubricato “abbandono di animali“, punisce la condotta di colui il quale “detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze“.

Secondo la Cassazione, il reato scatta, anche in presenza di una condotta occasionale e non riferibile al proprietario, di detenzione degli animali con modalità tali da arrecare agli stessi gravi sofferenze, incompatibili con la loro natura, avuto riguardo, per le specie più note (quali, ad esempio, gli animali domestici), al patrimonio di comune esperienza e conoscenza e, per le altre, alle acquisizioni delle scienze naturali [1].

Dunque, per integrare il reato di abbandono di animali in esame non è necessario che l’animale riporti una lesione all’integrità fisica: la sofferenza può consistere anche soltanto in semplici sofferenze non necessarie in rapporto alle esigenze della custodia e dell’allevamento dello stesso [2].

Il reato in esame, peraltro, scatta anche con una condotta colposa del soggetto agente [3], non essendo necessario il dolo, ossia la malafede. Basta quindi la semplice incuria non dettata dalla consapevole volontà di arrecare una sofferenza all’animale.

Si può punire chi crea stress negli animali?

L’articolo 727 del codice penale non protegge solo dal danno fisico ma sottolinea che è reato detenere animali in condizioni che causano loro “gravi sofferenze anche se solo psicologiche”. La legge prende in considerazione la natura dell’animale e ciò che è generalmente conosciuto sulle sue esigenze e comportamenti.

Come specificato nella sentenza della Cassazione richiamata sopra, non è essenziale che l’animale subisca danni fisici. La legge riconosce che la sofferenza può manifestarsi anche solo attraverso stress e angoscia, che possono essere causati da condizioni di detenzione non appropriate.

Quali erano le condizioni dei gatti nel caso in questione?

Nella vicenda di specie, nonostante avessero sviluppato affezioni respiratorie a causa delle cattive condizioni igieniche, la Corte ha sottolineato che ciò che era più rilevante era il forte disagio psicologico evidenziato dai felini, mostrandosi particolarmente ansiosi e fobici. Tanto è stato sufficiente, ad avviso della Corte, per decretare la condanna per il reato di abbandono di animali.

Conclusione

Questa sentenza sottolinea un importante cambiamento nel modo in cui la giustizia vede il benessere degli animali. Non è più solo una questione di danni fisici: la psicologia dell’animale ha un ruolo cruciale. È un passo avanti verso un trattamento più umano e rispettoso dei nostri amici a quattro zampe.

 
Pubblicato : 17 Ottobre 2023 12:00