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Addio lavoro dopo 5 giorni di assenza ingiustificata: la nuova legge

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(@angelo-greco)
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Contro i furbetti chi si fanno licenziare per ottenere l’assegno di disoccupazione scatta la presunzione di dimissioni volontarie.

Cambiano le regole sull’assenza ingiustificata. In caso di dimissioni, se l’assenza ingiustificata protratta oltre il termine previsto dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro o, in mancanza di previsione contrattuale, superiore a 5 giorni, il rapporto si intende risolto per volontà del lavoratore ossia per dimissioni volontarie. Pertanto il datore di lavoro non dovrà più licenziare il dipendente per assenza ingiustificata. 

La recente approvazione del Ddl sul lavoro ha introdotto nuove normative che riguardano l’assenza ingiustificata, il periodo di prova nel rapporto di lavoro a tempo determinato e la somministrazione di lavoro, tra le altre. Scopriamo insieme tutte le novità e come queste possono influenzare la vita lavorativa in Italia.

I furbetti dell’assenza ingiustificata 

Sono stati battezzati con il termine “i furbetti della Naspi”: si tratta dei dipendenti che, pur volendo dimettersi dal lavoro, per non perdere l’assegno di disoccupazione (appunto la cosiddetta Naspi), hanno escogitato uno stratagemma: quello di non presentarsi al lavoro senza motivazione ottenendo in tal modo un licenziamento per assenza ingiustificata. E siccome, secondo il Ministero del Lavoro, l’assegno di disoccupazione spetta anche a chi viene licenziato per giusta causa, i furbetti riuscivano agevolmente nel proprio intento. Era così un modo per costringere il datore di lavoro a licenziarli senza dover trovare con questi un accordo ai danni dell’Inps. Ricordiamo infatti che, in caso di dimissioni volontarie, la Naspi non è dovuta.

Tale comportamento finiva però per divenire un atto illecito non solo nei confronti dell’Inps, ma anche del datore di lavoro, imponendo a quest’ultimo di pagare il cosiddetto ticket Naspi, ossia la tassa di licenziamento rivolta a finanziare l’assegno di disoccupazione. Ecco perché, in passato, la Cassazione ha detto che, in caso di licenziamento per assenza ingiustificata, il datore di lavoro può chiedere al dipendente il risarcimento del danno pari appunto al ticket Naspi da decurtare dall’ultima busta paga. 

Addio assenze ingiustificate per farsi licenziare e prendere la disoccupazione

Con l’obiettivo di porre fine ai tentativi di farsi licenziare per ottenere la Naspi, ora il Governo sta cambiando le norme sull’assenza ingiustificata. In pratica, in caso di dimissioni, se l’assenza ingiustificata protratta oltre il termine previsto dal contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro (il cosiddetto CCNL) o, in mancanza di previsione contrattuale, superiore a cinque giorni, il rapporto si intende risolto per volontà del lavoratore. In tal modo, poiché non occorre più un licenziamento per assenza ingiustificata, il dipendente non potrà più ottenere la Naspi.

Tizio è assente dal lavoro per sei giorni senza giustificazione. La nuova legge prevede che il suo rapporto di lavoro si consideri automaticamente risolto per dimissioni volontarie. Con la conseguenza che Tizio non potrà più ottenere l’assegno di disoccupazione.

Quali sono le novità riguardo al periodo di prova nei contratti a tempo determinato?

Il Ddl introduce una regolamentazione specifica sulla durata del periodo di prova per i rapporti di lavoro a tempo determinato, fissandola in un giorno di effettiva prestazione per ogni quindici giorni di calendario. Inoltre, il periodo di prova non può essere inferiore a due giorni.

Quali semplificazioni e chiarimenti sono stati introdotti per la somministrazione di lavoro?

Il Ddl elimina i limiti percentuali e quantitativi relativi alle assunzioni con contratto di apprendistato in regime di somministrazione e a tempo indeterminato di specifiche categorie di lavoratori. L’esenzione dall’osservanza dei limiti quantitativi nell’utilizzo di personale in somministrazione viene estesa ai casi in cui tale personale sia assunto a tempo indeterminato.

Cosa cambia per i rapporti di lavoro di durata pari o inferiore a sei mesi in tema di cassa integrazione?

La disciplina prevista per i rapporti di lavoro di durata superiore a sei mesi viene estesa anche ai rapporti di durata pari o inferiore a sei mesi. In tal caso, il lavoratore non avrà diritto all’integrazione salariale soltanto per le giornate di lavoro effettuate.

Quali incentivi sono previsti per l’assunzione di persone con disabilità?

Per favorire l’assunzione di persone con disabilità a tempo indeterminato tra il 1° agosto 2022 e il 31 dicembre 2023, verrà istituito un Fondo con una dotazione iniziale di sette milioni di euro. Le modalità di ammissione, quantificazione ed erogazione del contributo, oltre alle procedure di controllo, saranno definite con un decreto interministeriale.

Come viene modificata la gestione dei debiti contributivi?

Il numero di rate per il pagamento dei premi contributivi viene aumentato da 24 a 60 mesi. Inoltre, viene potenziata la capacità di controllo e verifica dell’INPS, consentendo all’ente di effettuare accertamenti d’ufficio attraverso la consultazione di banche dati non solo dell’Istituto, ma anche di altre pubbliche amministrazioni.

Quali sono le nuove disposizioni per i contribuenti in caso di accertamenti INPS?

Gli uffici dell’INPS potranno invitare i contribuenti a comparire di persona o mediante rappresentanti per fornire dati ed elementi informativi. Se il contribuente effettua il pagamento integrale entro quaranta giorni dal ricevimento dell’accertamento, le sanzioni civili sono ridotte del 50%. Entro tale termine, il contribuente può anche inoltrare domanda di dilazione.

Sempronio riceve un’accertamento dall’INPS e decide di pagare l’importo dovuto entro quaranta giorni. Grazie alla nuova legge, beneficerà di una riduzione del 50% delle sanzioni civili.

 
Pubblicato : 3 Maggio 2023 06:00