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La sinistra (greca) riparte da Atene e Salonicco

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(@roberta-cavaglia)
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Il secondo turno delle elezioni regionali e amministrative greche si è concluso con risultati al di sotto delle aspettative per Nuova Democrazia (Nd), il partito di centrodestra guidato dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis.

Complici l’elezione di Stefanos Kasselakis a leader del principale partito di opposizione, Syriza, e la cattiva gestione dei disastri climatici che hanno colpito la Grecia negli ultimi mesi, Nd ha perso il controllo di due delle principali città del Paese, Atene e Salonicco, e di cinque regioni su tredici. È il primo segno di crisi per il partito del primo ministro greco, che alle scorse elezioni politiche era riuscito a raggiungere la maggioranza assoluta in Parlamento.

Vincere in tutte le regioni ed eleggere come sindaci di Atene, Salonicco e Pireo i suoi candidati: questo era l’obiettivo dichiarato di Mitsotakis e del suo partito, che al primo turno era riuscito ad aggiudicarsi sette regioni su tredici, tra cui l’Attica e la Macedonia Centrale, due delle più popolose del Paese.

I risultati del secondo turno, tuttavia, hanno costretto Mitsotakis a ridimensionare le aspettative. «Il governo deve mantenere i piedi per terra e tenere conto di questo segnale politico», ha dichiarato il leader di Nd domenica scorsa dopo aver perso ad Atene, Salonicco e in cinque altre regioni.

La sconfitta più cocente resta proprio quella nella capitale: oltre a essere il sindaco uscente, Kostas Bakoyannis, è infatti il nipote del primo ministro, nonché figlio di Dora Bakoyannis, a sua volta ex-sindaca di Atene tra il 2003 e il 2007. Dopo essersi fermato a due punti dall’elezione al primo turno, Bakoyannis ha scontato la rimonta del candidato sostenuto dal Partito socialista (Pasok), il professore Haris Doukas, alla sua prima esperienza in politica.

A livello regionale, il partito del primo ministro è riuscito ad affermarsi solo nel Peloponneso: nelle altre cinque regioni in bilico, la vittoria è andata ai candidati dell’opposizione o a quelli indipendenti.

In Tessaglia, il candidato di Nuova Democrazia, Kostas Agorastos, è stato sconfitto da Dimitris Kouretas, sostenuto dai due principali partiti della sinistra greca (Syriza e Pasok). Un mese fa, prima dell’alluvione che ha causato la morte di diciassette persone e miliardi di euro di danni, Agorastos andava sicuro verso la quarta rielezione, ma la pessima gestione dell’emergenza da parte del governo ha ribaltato il risultato.

Anche nella Macedonia Orientale e in Tracia, la regione che a fine agosto è stata colpita dal più grande incendio registrato in Europa finora, il candidato indipendente Christodoulos Topsidis ha sconfitto l’esponente di Nuova Democrazia Christos Metios.

In due settimane, l’incendio boschivo ha bruciato più di ottocento chilometri quadrati di terreno e provocato la morte di ventuno persone. Già a fine luglio, quando decine di incendi avevano colpito l’Attica, il Peloponneso, Rodi, Eubea, e Corfù, alcuni esperti avevano denunciato l’assenza di pianificazione e di manutenzione delle foreste da parte del governo.

«Il regime di Mitsotakis inizia a dare segni di cedimento. Ecco cosa succede quando i progressisti si uniscono e mandano via i privilegiati, i raccomandati e i corrotti», ha commentato domenica scorsa il nuovo leader di Syriza, Kasselakis, che dopo il primo turno aveva esteso il sostegno del partito a qualsiasi candidato della sinistra.

«Le persone hanno bisogno di una potente forza progressista che porti Nuova Democrazia all’opposizione», ha aggiunto Nikos Androulakis, leader di Pasok, che però continua a rifiutare qualsiasi forma di collaborazione con Syriza e a vedere nel suo partito l’unica formazione capace di guidare il campo progressista greco.

Sia per il partito del premier Mitsotakis che per le due principali forze all’opposizione, il prossimo banco di prova saranno le elezioni europee in programma per giugno 2024.

 
Pubblicato : 19 Ottobre 2023 04:45