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Il compromesso ibrido di Macron per evitare un governo di coabitazione pura

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(@alexander-hofmann)
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Dopo quasi due settimane di consultazioni, e a quasi due mesi dalle elezioni legislative, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron sembra fare di tutto per evitare la nomina di un primo ministro della sinistra unita con una chiara agenda politica in contrasto con la politica estera e fiscale dell’attuale maggioranza presidenziale. Dacché uniti, i partiti di sinistra avevano proposto uno scostamento di bilancio cospicuo, aumento del salario minimo, nuove misure di welfare e l’abrogazione della tanto discussa riforma delle pensioni. 

Il capo dello Stato sembra dunque non puntare più a una maggioranza parlamentare relativa ma sembra proporre alla sinistra e ai partiti di centro e di centro-destra una sorta di ibrido: né una maggioranza presidenziale né una coabitazione pura. In altre parole Macron deve trovare un primo ministro che non porti avanti un’agenda politica divergente dall’agenda della sua maggioranza uscente e del suo ministro dell’economia Bruno Le Maire, cercando però una personalità che possa gestire: Una figura della società civile piuttosto che un profilo puramente politico. Qualcuno che permetta al presidente della Repubblica «di rimanere presidente e primo ministro», ironizza un ministro del governo uscente. 

Tre personaggi tra i tanti ricevuti da Macron, fanno pensare che l’Eliseo stia tessendo la tela del compromesso ibrido: L’ex primo ministro socialista Bernard Cazeneuve, il presidente del partito Les Républicains nella regione Hauts-de-France, Xavier Bertrand e infine, il più tecnico dei tre, Thierry Beaudet, presidente del Consiglio Economico, Sociale e Ambientale (Cese). 

Nel frattempo i leader dei partiti del Nuovo Fronte Popolare cercano di riassestare la traiettoria e gli obiettivi dal rifiuto di Macron come premier della Castets. Frange più moderate del Partito Socialista si interrogano se sostenere Cazeneuve e cercare una mediazione con la maggioranza presidenziale uscente o fare attrito. Già segnali di divisioni sono saliti a galla quando il nome dell’ ex primo ministro francese ha iniziato a circolare. 

Dopo un simile tentativo dei socialisti di allearsi con Mélenchon alle legislative del 2022,Cazeneuve aveva lasciato il partito ma ufficialmente convocato all’Eliseo l’ex premier ha fatto intendere di voler formare un governo di coabitazione, con chiari cambiamenti su pensioni e salari. In altre parole, uno scenario fin troppo vicino alla coabitazione pura, che Macron vuole evitare, simile alle istanze e metodi e richieste del Nuovo Fronte Popolare. 

Nelle recenti riunioni del Partito socialista, mentre alcuni elogiano Cazeneuve come figura di spessore adatta alla premiership con chiari valori di sinistra, altri temono di apparire come una stampella per il macronismo. Il sostegno aperto all’ex premier porterebbe a una frattura con France Insoumise e gli altri partiti di coalizione. 

Sulla figura di Thierry Beaudet, la sinistra si è mostrata più compatta nella risposta all’eventualità che Macron gli conferisca il mandato a un membro della società civile. La risposta è sempre la stessa: il programma elettorale è quello che conta. Il leader del Ps Olivier Faure, appena dopo il veto contro Castets ha lanciato un appello a «rispettare le urne», accusando Macron di fare di tutto per evitare di tornare indietro sulla riforma delle pensioni e nominare un primo ministro che porti avanti le politiche sociali del Nuovo Fronte Popolare. Di fronte allo spettro di nominare un tecnico, lo stesso Faure, ha dichiarato a Bfm TV, che i socialisti censureranno «qualsiasi forma di continuità con il macronismo», lasciando intendere che l’obiettivo di un governo di coabitazione, tanto temuto dall’Eliseo, per i socialisti è ancora la via maestra. 

La stessa Lucie Castets a proposito della possibile nomina di Thierry Beaudet, dipende dal modo in cui il presidente del Consiglio Economico, Sociale e Ambientale (Cese), si ponga nei confronti della coalizione di sinistra. La Castets ha voluto sottolineare che un eventuale nomina di Beaudet basata sul progetto di nominare un tecnico così da garantire la “stabilità istituzionale” del paese, ed evitare un primo ministro con un’agenda politica divergente dal presidente del consiglio, sia fuori questione. «Quello che penso sia importante è avere un mandato, il mandato del Nuovo Fronte Popolare, che è uscito vincitore dalle elezioni», ha aggiunto la candidata a proposito della possibile nomina di Thierry Beaudet.

 

 
Pubblicato : 5 Settembre 2024 03:45
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