Il cibo per animali è diventato proprio buono
Mentre sui social si discute, seriamente, sulle implicazioni dell’assunto: “Il mio cane per me è come un figlio”, nel mondo reale l’equazione è già messa in pratica e declinata in termini di cure e coccole, anche gastronomiche. Tramontati i tempi, dieteticamente esecrabili, certo, in cui al cucciolo di casa si davano gli scarti del pranzo, fossero ossi di pollo, pane secco, pasta scotta o (orrore) pelli di salame e grasso di prosciutto grondanti polifosfati, tra chi ha tempo e mezzi l’ulteriore salto di qualità è passare dalle crocchette e/o cibo umido calibrati sulle esigenze dell’età e della salute – puppy, senior, urinary, eccetera – alle diete personalizzate concordate con il nutrizionista e all’imitazione dei pasti, e dei vezzi, umani.
Ai biscotti, magari alla camomilla per conciliare il sonno, alle torte di compleanno e per San Valentino, anche personalizzate con messaggi di auguri, fino ai gelati. Che, benché a misura di cane – ci sono ingredienti come il cioccolato che possono essere fatali per i quattrozampe – in certi casi sono preparati in modo da potersi condividere; possibilmente in ciotole separate.
Ovviamente ogni prodotto, sia di piccole realtà artigianali, sia acquistato nelle catene della grande distribuzione dedicate al settore pet, è offerto in varianti in armonia con l’età del destinatario e le sue esigenze. I dolcetti per i “senior” devono essere leggeri, con pochi grassi e adatti a denti non più saldissimi, quelli per il nuovo cucciolo iperproteici e ricchi di calcio, di cui i cani necessitano in quantità molto maggiore rispetto agli umani. Tutti, però, devono contenere ingredienti naturali e benefici come l’alga spirulina, lo yogurt naturale, la barbabietola, la mela, la zucca…
A volte, poi, insieme ai padroni, e loro malgrado, i discendenti addomesticati dei lupi diventano vegetariani e vegani. Non è così male come può sembrare: assicurano alcuni veterinari che il passaggio da carnivoro a erbivoro è fattibile anche per loro. Inoltre, l’eventuale motivo etico è identico: ogni giorno finiscono nella ciotola di cani e gatti diverse migliaia di tonnellate di carne. Occorre, però, una dieta bilanciata ed equilibrata, che garantisca un apporto corretto di proteine. Che possono essere quelle che si ricavano dai lupini dolci, dalle patate, dai piselli e dai legumi in generale, ma anche, se la dieta non è strettamente vegana, dal formaggio e dalle uova.
E lo spauracchio del momento, il pervasivo, onnipresente glutine? Proprio come accade agli umani, ci sono cani celiaci, intolleranti al glutine, e i sintomi sono quasi gli stessi: apatia, perdita di peso, episodi di vomito e diarrea, prurito, e vanno verificati con una visita specialistica. Poi, fatti gli accertamenti, c’è solo l’imbarazzo della scelta fra mangimi, umidi e secchi gluten free. Nel dubbio mais, miglio, riso, grano saraceno e quinoa non contengono glutine.
Ma, e la questione è molto dibattuta: i cereali fanno male ai cani? I pareri sono discordi e la vicenda controversa. In sintesi: pare di no, ma se ne fa un uso troppo massiccio nei mangimi confezionati, per sostituire, indovina…, la carne, ingrediente costoso che nei mangimi industriali non sempre si trova in quantità adeguate.
C’è quindi chi opta per una dieta del tutto o quasi priva di cereali. Che a questo punto, però, non sarà vegetariana. Potrebbe invece essere Barf, ovvero “cibo crudo biologicamente appropriato” (in inglese: Biologically Appropriate Raw Food). Formulata sull’utilizzo di cibi naturali con i quali i cani si sono evoluti nel tempo, è costituita all’ottanta per cento da componenti animali e al venti per cento da componenti vegetali. I primi si suddividono, a loro volta, in cinquanta per cento di carne di muscolo, venti per cento di rumine o centopelle, quindici per cento di frattaglie assortite e quindici per cento di ossi crudi con carne. Non è semplicissima da onorare quotidianamente, e nemmeno economica, ma i negozi per animali più forniti vendono il tutto in comode porzioni surgelate da immagazzinare nel congelatore.
Qui si apre un altro fronte: cibo “industriale” o fatto in casa? Il dilemma ha elementi pro e contro per ognuna delle due soluzioni. Il cibo preparato è completo, studiato a tavolino da veterinari nutrizionisti per contenere tutti gli elementi necessari, quello domestico può contare su freschezza e qualità degli ingredienti, ma rischia di mancare di vitamine, minerali e quant’altro nella corretta proporzione.
Premessa la raccomandazione di consultare un professionista prima di cimentarsi nel fai-da-te, agli apprendisti, il web viene incontro con tanti siti di ricette per piattini sfiziosi che farebbero piacere anche a un umano, come questa a base di pesce bianco, gamberetti, zucchine, patate, olio di girasole o anche con interi menu, macedonia di frutta compresa, da condividere. Anche il gelato, poi, in mancanza di un prodotto confezionato o di una gelateria per cani, si può fare in casa. Gli stampini si trovano facilmente nella grande distribuzione, le ricette in rete. Dalla più semplice, adatta ai giorni di calura intensa, che consiste semplicemente nel mescolare un po’ d’acqua con un alimento umido, frullare il tutto e lasciare in congelatore per qualche ora, alle più sofisticate, come il ghiacciolo alla banana.
Ma non di solo cibo vive il cane. Se è stressato o nervoso, anche senza avere un disturbo specifico, proprio come il suo padrone può concedersi una pausa di relax in una spa. Ce ne sono diverse in tutta Italia, adatte a ogni esigenza: trattamenti di bellezza, massaggi antistress, fisioterapia, preparazione atletica e cure di dimagrimento. Offrono piscine, alcune accessibili a cani e padroni insieme, trattamenti all’ozono, idromassaggio, candele profumate, palestra, e persino sedute con uno psicoanalista veterinario e lezioni di yoga, o meglio, di doga, da praticare poi insieme a casa.
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