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Dal fiume al mare e altre oscenità antiebraiche in nome del progresso

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(@iuri-maria-prado)
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Grave è già il semplice fatto che sia andata in cenere la retorica del «mai più»: ma spaventoso è il modo in cui si è realizzata la dissipazione di quella retorica. È stata la melma peciosa delle cose antiche a infiammarsi, le solite cose semplicemente riemerse e dunque reiterate e riproposte sulla scena del 7 ottobre e da lì in poi: la menzogna e la noncuranza impastata di negazionismo. In quella fogna, forgiata dalla perfettamente consapevole malafede dell’editorialista, del commentatore, dell’informatore al servizio della censura e della contraffazione, stava arrotolata l’ininterrotta catena di bugie che ormai da più di un mese si è sviluppata per lambire e imprigionare le verità semplici e scomode. 

E cioè che discutere di resistenza perpetrata tramite lo sgozzamento degli inermi non si poteva, e invece si è potuto. Che condannare i bombardamenti senza condannare la riduzione dei civili a carne maciullata da rammostrare il giorno dopo non si poteva, e invece si è potuto. Che pretendere la protezione degli ospedali sottacendo o minimizzando il fatto che siano stati adibiti a rifugio dei terroristi oltre che dei malati non si poteva, e invece si è potuto. Che usare gli incivili spropositi di un ministro israeliano per riabilitare l’immagine dopotutto abbastanza denigrata del combattente che sfonda il cranio dei sionisti in culla non si poteva, e invece si è potuto. Infine, che opporre all’oltranzismo di una minoranza confessionalista il proclama «dal fiume al mare», e farlo diventare materia di ragionevole discussione, non si poteva: e invece si è potuto eccome.

Ed è questo il risultato più evidente e terribile, e insieme trascurato, dell’andazzo negazionista rinvigorito a far tempo dal 7 ottobre: che la sollevazione del popolo oppresso possa comprensibilmente avvenire a forza di pogrom, e che trionfi nella caccia al sionista non solo in quell’orlo di terra mediorientale ma ovunque, a Bruxelles come a Londra, a Parigi come nell’ottobrata romana che reclama una capitale finalmente Judenfrei.

Il tutto, con questo bell’effetto ulteriore: che la causa della giustizia, del diritto e delle libertà democratiche sarà sempre più irrimediabilmente accantonata dalla pretesa proprietaria e di origine divina sugli ettari disputati. Una pretesa capace di contaminare la parte dove democrazia, diritto e libertà ci sono ancora, e di impedire che ci siano mai dalla parte che non li ha mai conosciuti. 

 
Pubblicato : 17 Novembre 2023 05:45
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