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Conte vuole tagliare il filo diretto tra Schlein e Meloni per non essere tagliato fuori lui

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(@mario-lavia)
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Il telefono rosso che squilla spesso tra Elly Schlein e Giorgia Meloni che pare incarnare plasticamente il principale duello politico della legislatura, sembra che dia molto fastidio a Giuseppe Conte, «il terzo escluso», come dicevano i marxisti quarant’anni fa a proposito degli emarginati e dei disoccupati. Ora, disoccupato l’avvocato non è, emarginato però tendenzialmente sì. Come si fa nella pallacanestro con il pick and roll, lui è tagliato fuori dal filo diretto tra la leader del Partito democratico e la presidente del Consiglio, nemmeno fossimo in Gran Bretagna, perché è un fatto che una Schlein improvvisamente in ripresa sia molto attiva e abbia conquistato il ruolo di deuteragonista di Giorgia. Il che rende il rapporto tra lei e il para-alleato Conte sempre più gelido.

Si possono anche baciare durante le varie manifestazioni, ma la concorrenza in politica è una brutta bestia. Tanto per dirne una, sia il Partito democratico che il Movimento 5 stelle hanno presentato due contromanovre e fino a questo momento non si ha notizie di emendamenti comuni.

Lui si vendica del filo diretto tra le due leader come può. Ieri per esempio ha lavorato tramite la sua Alessandra Maiorino per far saltare l’ipotesi di un ordine del giorno bipartisan sulla violenza di genere oggetto della telefonata tra la segretaria del Partito democratico e la presidente del Consiglio. Il tentativo è fallito. Il Nazareno può rivendicare di averci provato e dire che la colpa è della destra. L’atto della maggioranza, primo firmatario Lucio Malan (Fratelli d’Italia), prevede l’educazione “emotivo-sentimentale” dalle scuole medie in poi. Un passo avanti, secondo l’opposizione, ma non sufficiente: la sua richiesta era quella di introdurre l’educazione sessuale, ma su questo punto non si è trovato l’accordo.

Il Partito democratico si è innervosito e tutta l’opposizione si è astenuta sull’ordine del giorno dei capigruppo di maggioranza, malgrado le diverse riformulazioni. Di conseguenza viene bocciato dalla maggioranza l’ordine del giorno dell’opposizione. Lo spirito unitario, sulla violenza di genere, è rimasto nel filo del telefono di Schlein e Meloni. Per la gioia di Conte.

Per l’avvocato del popolo, nella testa del popolo, appunto, non deve entrare l’idea che che siano le due donne le protagoniste della legislatura e che saranno loro due a contendersi palazzo Chigi. Quest’ultimo è il punto più importante: se è vero che l’idea del bipolarismo, e dunque di una sostanziale sfida a due non si sta affatto scongelando – anzi, pare il contrario –, è chiaro che a un certo punto a sfidare Meloni sarà o Schlein o Conte o un Mister X che metta d’accordo i due.

Da questo punto di vista le elezioni europee saranno un po’ le primarie dell’opposizione: chi arriva primo sfiderà Giorgia, o comunque darà le carte per decidere il da farsi. Arturo Parisi sostiene che questa alleanza «è irreversibile», con tanto di divisione dei compiti, «con Conte che guida l’agenda dei diritti sociali, e lascia a Schlein quella dei diritti civili»: ma a parte che le due agende, come si vede, si intersecano, la verità è che la competizione sarà durissima. Ed ecco perché nei prossimi mesi il capo del Movimento 5 stelle si manterrà sempre distinto e distante dal Partito democratico, alleato in qualche battaglia ma soprattutto pronto a «scavalcare a sinistra» il Nazareno. Punzecchierà, preciserà, si distinguerà. In un gioco che potrebbe essere al massacro.

 
Pubblicato : 23 Novembre 2023 05:45
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