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Welfare premiale: quali vantaggi per il lavoratore?

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(@carlos-arija-garcia)
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Come vengono trattati a livello fiscale i beni e i servizi erogati dall’azienda ai dipendenti per il raggiungimento di un obiettivo?

Tra i vari modi di welfare aziendale esiste quello che viene chiamato welfare premiale. Consiste in una serie di prestazioni erogate dall’azienda a favore dei dipendenti in aggiunta alla retribuzione. Al di là del valore di quello che si riceve, a livello fiscale conviene il welfare premiale? Quai vantaggi per il lavoratore? E per il datore? Non è che per ricevere un «di più» poi il Fisco passa un conto salato?

Sarebbe il colmo, visto il nome di questo insieme di prestazioni: di «premiale» avrebbe ben poco un welfare che viene preso con una mano dall’azienda e che poi deve essere restituito con l’altra alle Entrate. Vediamo.

Welfare premiale: in che cosa consiste?

Come accennato, il welfare premiale comprende delle prestazioni erogate dal datore a favore dei dipendenti in aggiunta al loro stipendio per il raggiungimento di un determinato obiettivo. In presenza di certi requisiti, garantiscono un vantaggio fiscale e contributivo, poiché restano fuori dal reddito da lavoro dipendente.

Con la pandemia di Covid-19 e la crisi economica che ne è derivata, il tetto di non imponibilità fiscale delle erogazioni in natura, pari a 258,23 euro, è stato elevato prima a 600 euro con il Decreto Aiuti bis e poi, con il Decreto Aiuti quater, a 3.000 euro, ma solo per l’anno d’imposta 2022 (leggi “Bonus 3.000 euro ai dipendenti: come funziona“). Nel 2022, per fronteggiare il rincaro dei prezzi dei carburanti, è stato anche introdotto un extra fringe benefit di 200 euro per i buoni di rifornimento erogati ai dipendenti; la misura agevolativa è stata prorogata sino al 31 marzo 2023.

Sul piano tecnico i piani di welfare con finalità incentivante o premiale sono identici a quello più tradizionale, potendo assumere la forma di accordi sindacali o regolamenti aziendali. La differenza tra un piano e l’altro è costituita dal fatto che il valore della dote welfare individuale non è uguale e garantito per tutti i lavoratori (o per quelli della categoria individuata di destinatari) ma è subordinato al conseguimento di obiettivi di performance aziendale.

In questa tipologia di piani, beni e servizi sono erogati a titolo premiale, cioè come gratifica per il raggiungimento di un obiettivo aziendale. In tale ipotesi è prevalente l’aspetto di fidelizzazione.

Il welfare premiale non è soggetto a limiti di importo o di retribuzione annua e non concorre alla determinazione del reddito da lavoro ai fini Isee.

Chi può beneficiare del welfare premiale?

Il piano di welfare premiale non può essere discriminatorio, pertanto i beneficiari devono essere individuati nella generalità dei lavoratori o in categorie omogenee di dipendenti. Solo così vengono garantiti i vantaggi fiscali e contributivi. Per «generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti» si intende in senso ampio la disponibilità di prestazioni di welfare aziendale verso un gruppo omogeneo di lavoratori.

Ad esempio, può essere considerata come «categoria omogenea» dei dipendenti quella individuata:

  • per inquadramento (operai, impiegati, quadri, dirigenti, ecc.);
  • per livello contrattuale (III livello, IV livello, ecc.);
  • per sede produttiva (localizzazione geografica).

Il regime fiscale agevolato può essere applicato anche nei confronti dei lavoratori in somministrazione e degli stagisti poiché sono titolari di reddito da lavoro dipendente o assimilato.

Ai fini della defiscalizzazione, il welfare aziendale può essere rivolto anche e solo ai familiari del dipendente. L’agevolazione fiscale opera con riferimento alla fruizione delle opere e dei servizi di utilità sociale da parte dei familiari del lavoratore, cioè:

  • del coniuge del dipendente;
  • dei suoi figli;
  • dei genitori e, in loro mancanza, degli ascendenti prossimi;
  • degli adottanti;
  • dei generi e delle nuore;
  • del suocero e della suocera;
  • dei fratelli e delle sorelle.

Non conta il fatto che si tratti o meno di familiari fiscalmente a carico o conviventi con il dipendente.

  • Il beneficio dell’esclusione dal reddito del dipendente si applica:
  • alle opere e ai servizi di utilità sociale offerti ai familiari del lavoratore;
  • alle somme e ai servizi a scopo educativo o scolastico concessi ai familiari;
  • alle somme e ai servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti;
  • ai servizi e ai rimborsi relativi ad abbonamenti di trasporto pubblico concessi ai familiari che siano a carico del dipendente.
 
Pubblicato : 12 Agosto 2023 15:15