Il Tar Lazio ha sospeso il decreto governativo che proibiva la vendita di prodotti a base di cannabidiolo. L’udienza è fissata per il 24 ottobre.

L’ambito della vendita di prodotti a base di cannabis light è tornato sotto i riflettori a seguito di una decisione recente del Tar Lazio, che ha dato un respiro a molti imprenditori del settore.

Sospensione del decreto governativo sulla vendita di cannabis light

Il decreto del Governo n. 6652/2023 aveva vietato la vendita dei prodotti, per uso orale, a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis. Tale provvedimento è stato impugnato dalla associazione imprenditori canapa Italia, perché ritenuto illegittimo sotto diversi punti.

Il Tar Lazio ha accolto la domanda dei ricorrenti sospendendo il provvedimento governativo che, di conseguenza, al momento non può più essere applicato.

Le ragioni dell’intervento

L’azione dell’Associazione mira a proteggere il comparto dalla potenziale crisi derivante da un’improvvisa interruzione delle vendite.

Nel loro ricorso, i ricorrenti hanno evidenziato come l’inclusione dei prodotti a base di Cannabis nella lista dei medicinali sia avvenuta senza il fondamentale parere del Consiglio Superiore di Sanità – una procedura che il Ministero della Salute aveva ritenuto essenziale già dal 2020.

Contrarietà al diritto comunitario

La questione non riguarda solo le normative italiane. Gli imprenditori sottolineano che il divieto del decreto è in conflitto con le decisioni della Corte Ue. La giurisprudenza europea, infatti, ha determinato che il cannabidiolo (Cbd) non può essere classificato come uno stupefacente, una posizione condivisa anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Conclusione

La questione sulla vendita di prodotti a base di cannabis light rimane delicata e in evoluzione. Con l’udienza programmata per il 24 ottobre, si attendono ulteriori sviluppi su questo tema cruciale per l’industria e per la normativa italiana. Vedremo se i negozi di cannabis light potranno tornare ad aprire.