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Una donazione può essere revocata?

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(@adele-margherita-falcetta)
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I casi in cui il donante può cambiare idea e revocare l’atto di liberalità compiuto, ottenendo la restituzione della cosa donata.

Dopo una lunga riflessione, Mario decide di donare una parte significativa della sua collezione di libri rari alla biblioteca locale, un gesto generoso che rafforza il legame con la sua comunità. Tuttavia, pochi mesi dopo, egli si accorge che i preziosi volumi si trovano ancora depositati in uno scantinato della biblioteca, esposti alla polvere e all’umidità. Indignato, Mario inizia a chiedersi se una donazione può essere revocata. Questo articolo, partendo dalla definizione della donazione e dalla spiegazione dei suoi requisiti di validità, giunge a indagare i casi e le condizioni in cui questo atto di liberalità, una volta effettuato, può essere ritrattato.

Cos’è una donazione e quando non è valida?

Il trasferimento della proprietà di un bene non si limita alla semplice consegna di esso, ma costituisce un negozio giuridico tra il donante e chi lo riceve, detto donatario. Questo viene chiarito dall’art. 769 cod. civ., il quale definisce la donazione come un contratto attraverso il quale una parte arricchisce l’altra, trasferendole un proprio diritto o impegnandosi nei suoi confronti in un’obbligazione, motivata da spirito di liberalità.

Detto in altri termini, la donazione è un’intesa mediante la quale un individuo, il donante, si impegna a trasferire gratuitamente qualcosa di suo – come un immobile, del denaro, un veicolo, un terreno, eccetera – ad un’altra persona. Perché una donazione sia considerata legalmente valida, deve rispettare certi requisiti:

  • il donante deve essere un adulto, pienamente capace di prendere decisioni e deve agire liberamente nel trasferire il bene;
  • la donazione deve essere formalizzata mediante un atto pubblico redatto da un notaio, a pena di nullità. Fanno eccezione le donazioni di modico valore;
  • è necessario che il beneficiario esprima chiaramente la propria accettazione. Infatti nessuno può essere obbligato a ricevere qualcosa se non lo desidera.

Pertanto, una cessione di beni che non segua questo processo potrebbe essere invalida (in particolare la mancanza dell’atto notarile è causa di nullità dell’atto), e, in questo caso, non potrebbe essere revocata. Infatti, si può revocare soltanto un atto pienamente valido ed efficace.

Quando una donazione può essere revocata?

La revocazione della donazione è disciplinata dagli articoli 801 e seguenti del codice civile. Anche se l’atto notarile è correttamente formalizzato e il contratto è valido, possono verificarsi circostanze che consentono all’originale proprietario di recuperare il bene o il diritto che ne ha formato oggetto. In tali situazioni, la revocazione è un’azione che viene intrapresa solo dalla parte donante.

Due sono le principali circostanze identificate dalla legge, che possono giustificare la revocazione di una donazione:

  • la comparsa di un’imprevista necessità per chi ha donato, derivante dalla nascita di figli in data successiva all’atto, oppure dalla scoperta dell’esistenza di uno o più figli, ignorata al tempo della donazione (art. 803 cod. civ.);
  • il compimento di atti di ingratitudine da parte del beneficiario (art. 801 e art. 802 cod. civ.)..

In entrambi i casi, per procedere con la revocazione, devono emergere ragioni di peso maggiore rispetto all’impegno originariamente stabilito dal contratto. Riguardo al concetto di ingratitudine, generalmente si riferisce a gravi azioni commesse dal donatario dopo aver ricevuto il bene. Ecco alcuni esempi

  • l’omicidio o il tentato omicidio del coniuge o di altri parenti del donante, o del donante stesso;
  • reati gravi perpetrati ai danni del donante, come l’istigazione al suicidio;
  • calunnie o ingiurie gravi;
  • danneggiamento dei beni del donante;
  • il mancato aiuto al donante in caso di grave necessità.

È importante notare, tuttavia, che non è possibile revocare le donazioni obnuziali, cioè quelle fatte in occasione del matrimonio (art. 785 cod. civ.), né quelle remuneratorie (art. 770 cod. civ.), ossia quelle effettuate per ricompensare un servizio reso dal ricevente.

Cosa fare per revocare una donazione?

Visto che una donazione può essere revocata, cosa deve fare il donante che vuole raggiungere questo obiettivo?

Per ottenere la revocazione è essenziale rivolgersi al Tribunale. Il giudice dovrà valutare la situazione e, se riterrà l’azione fondata, pronunciare revocazione della donazione e ordinare la restituzione di ciò che era stato donato.

Per quanto riguarda i termini entro cui l’azione deve essere esercitata, essi sono:

  • per la revocazione dovuta a ingratitudine, il termine è di un anno a partire dalla data in cui il donante o altri soggetti legittimati hanno appreso delle gravi condotte del beneficiario (art. 802 cod. civ.);
  • in caso di revocazione per la sopravvivenza di figli, il termine è di cinque anni a partire dalla nascita dell’ultimo figlio o dalla scoperta della sua esistenza.

L’azione può essere proposta dal donante o dai suoi eredi, contro il donatario o i suoi eredi.

 
Pubblicato : 24 Marzo 2024 17:30