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Termini entro cui avviare la contestazione disciplinare

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(@angelo-greco)
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L’avvio del procedimento disciplinare nell’ambito del rapporto di lavoro. Entro quanto tempo il datore di lavoro deve comunicare al lavoratore eventuali inadempimenti al contratto?

Ti è stata recapitata una lettera in cui il tuo datore di lavoro ti comunica che sei venuto meno ai tuoi doveri, accusandoti di aver avuto comportamenti ingiustificati, scorretti o addirittura contrari alla legge? Il datore di lavoro ti ha scritto che hai solamente pochi giorni per rispondere. La tua prima reazione è stata di stupore misto ad ansia, sei giustamente preoccupato e hai cercato sul web cosa fare. Hai trovato moltissime informazioni, alcune contraddittorie, ma nulla che ti chiarisca le idee. La prima cosa che devi sapere è entro quale termine il datore di lavoro deve avviare la contestazione disciplinare perché è molto importante sapere se la contestazione è tempestiva o meno per poterti difendere al meglio. Fortunatamente, se stai leggendo questo articolo, tra qualche minuto avrai le idee più chiare e saprai come comportarti.

Cos’è e per quali motivi viene fatta una contestazione disciplinare?

Non importa che tu sia un dipendente privato o pubblico: ogni qual volta il datore di lavoro ritiene che tu sia venuto meno ai tuoi doveri lavorativi – prima di addebitarti una sanzione disciplinare dal rimprovero al licenziamento – è obbligato dalla legge a comunicarti i comportamenti che ritiene scorretti in modo che tu possa difenderti. Sappi che solamente per il rimprovero verbale non è prevista alcuna contestazione. Negli altri casi, se non vi è contestazione disciplinare, la sanzione, ove ti verrà applicata, sarà nulla.

Supponiamo che il datore di lavoro ti abbia rimproverato di esserti allontanato ingiustificatamente dal posto di lavoro oppure di aver attestato falsamente la tua presenza in ufficio, ritenendo che siano stati altri dipendenti a timbrare il tuo cartellino oppure di spacciare droga. In questi casi, è evidente che tu non abbia rispettato né il contratto di lavoro né la legge ed oltretutto siano state lese l’immagine ed il buon nome dell’azienda o dell’amministrazione per cui lavori.

La contestazione disciplinare altro non è che una comunicazione scritta, che deve esserti consegnata a mano o per raccomandata con ricevuta di ritorno, con la quale il datore di lavoro ti comunica quali tuoi comportamenti ha ritenuto contrari al contratto individuale di lavoro o al contratto collettivo. Sappi, inoltre, che la contestazione disciplinare, una volta formulata, non è più modificabile e che non potrai subire – per lo stesso fatto – più di una contestazione ed eventuale sanzione.

Entro quanto tempo dal fatto può avvenire la contestazione?

Facciamo subito chiarezza: nel diritto del lavoro, il termine per la contestazione disciplinare non è perentorio. La legge stabilisce che il datore di lavoro deve contestare immediatamente i fatti che intende porre a fondamento della sanzione disciplinare che intende irrogarti. Il termine immediatamente, però, non deve intendersi in senso letterale.

Negli esempi citati, se il datore di lavoro o il dirigente dell’ufficio si recano presso la tua postazione e non ti trovano potranno certamente contestarti l’assenza ingiustificata anche il giorno successivo con una lettera che ti verrà consegnata a mani. Invece, nel caso di timbratura del cartellino effettuata per te da un collega di lavoro, la contestazione avverrà quando il datore di lavoro verrà a conoscenza dell’accaduto, per esempio dopo aver visionato le registrazioni delle telecamere di sorveglianza. Infine, nel caso in cui tu venga arrestato nell’ambito di un’operazione antidroga, il datore di lavoro effettuerà la contestazione disciplinare solo quando avrà appreso, anche dai giornali, del tuo arresto.

L’immediatezza della contestazione, quindi, deve essere rapportata al grado di difficoltà di accertamento della tua condotta e, stante la sua non modificabilità, deve consentire anche un prudente apprezzamento del datore di lavoro. Nel caso di grandi aziende o di amministrazioni pubbliche, il datore di lavoro o il dirigente avrà naturalmente a sua disposizione tempi maggiori in relazione alla complessità della struttura ma pur sempre ragionevolmente parametrati al momento della scoperta della condotta contraria al contratto di lavoro.

Vi sono casi in cui il termine per la contestazione disciplinare è più ampio?

Talvolta, il datore di lavoro può ritenere che tu abbia tenuto un comportamento contrario ai tuoi doveri ma non ne ha la certezza perché gli è stato riferito da tuoi colleghi oppure perché lo ha appreso dai giornali, nel caso in cui tu sia coinvolto in un’indagine penale. In entrambi i casi, il termine per la contestazione disciplinare decorre da quando il datore di lavoro ha la ragionevole certezza che tu sia venuto meno ai tuoi doveri lavorativi.

Nell’ipotesi in cui datore di lavoro ritenga che tu sia un “furbetto del cartellino”, per contestarti la falsa timbratura dovrà certamente attendere l’esito di una consulenza tecnica, effettuata dalla polizia giudiziaria d’ufficio o su impulso di una denuncia. Tieni presente che in questo caso il datore di lavoro non soltanto avrà trenta giorni di tempo per contestarti l’addebito ma questo termine decorrerà da quando vi sarà la ragionevole certezza di una violazione disciplinare da parte tua.

Devi, inoltre, sapere che nel caso di falsa attestazione della presenza sul posto di lavoro il procedimento disciplinare sarà accelerato e dovrà concludersi entro i successivi trenta giorni dalla contestazione ma neppure tale termine è perentorio.

Invece, nel caso in cui tu sia coinvolto in un procedimento penale le cose si complicano. Nonostante la Costituzione preveda che non si è colpevoli fino all’accertamento della responsabilità penale con sentenza definitiva di condanna, se sei incappato in un procedimento penale devi sapere che ciò avrà conseguenze anche sul tuo rapporto di lavoro. Anzitutto, nell’ipotesi di un tuo arresto, il datore di lavoro non potrà contestarti un illecito disciplinare basandosi sugli atti di indagine che ti vedono coinvolto ma, nell’ipotesi di un tuo arresto, ti sospenderà dal lavoro in via cautelare.

Successivamente, quando verrai rinviato a giudizio, il datore di lavoro effettuerà una contestazione disciplinare fondandola sul capo di imputazione. In questo caso, il procedimento disciplinare dovrà concludersi entro centoventi giorni dall’addebito e, verosimilmente, potresti ritrovarti con una sanzione disciplinare da impugnare, anche se la tua colpevolezza non è stata provata in via definitiva.

Potrebbe anche accadere che il procedimento penale in cui sei coinvolto non riguarda comportamenti scorretti sul posto di lavoro ma sia relativo alla tua vita privata, per esempio potresti trovarti coinvolto in un’indagine di spaccio di sostanze stupefacenti. Nonostante ciò, il datore di lavoro potrà ugualmente contestarti un illecito disciplinare quando sarà venuto a conoscenza del procedimento penale nei tuoi confronti, anche se dovesse trascorrere parecchio tempo dalla tua eventuale iscrizione nel registro degli indagati.

Il termine di trenta giorni per la contestazione disciplinare, quindi, decorrerà da quando il datore di lavoro sarà venuto a conoscenza di un comportamento che pregiudica il rapporto di fiducia, ritenendo che tu sia venuto meno ai doveri lavorativi, ovvero che lede l’immagine o il buon nome dell’azienda o dell’ufficio.

Come si stabilisce se il termine per la contestazione disciplinare è stato rispettato?

Una volta ricevuta la contestazione di addebito disciplinare dovrai comunicare al datore di lavoro le tue giustificazioni entro cinque giorni, trascorsi i quali, se il datore di lavoro non avrà accolto le tue giustificazioni verrà intrapreso il procedimento disciplinare il cui peggiore epilogo è il licenziamento.

Se il datore di lavoro ti ha contestato un’assenza dal posto di lavoro e tu hai giustificato, nei cinque giorni successivi, ragioni familiari di estrema urgenza che non ti hanno consentito di comunicare l’assenza, e nonostante ciò ti è stata irrogata una sanzione disciplinare, dovrai decidere se impugnarla o meno con l’aiuto di un bravo avvocato.

Nel caso in cui tu sia stato coinvolto in un procedimento penale, il tuo avvocato dovrà esaminare accuratamente l’intera vicenda, compresa quella lavorativa ed impugnare l’eventuale provvedimento disciplinare.

Tutte le sanzioni disciplinari possono impugnarsi innanzi al tribunale in funzione di giudice del Lavoro e questi sarà chiamato a verificare anche la tempestività o meno dell’azione intrapresa nei tuoi confronti con la contestazione disciplinare.

 
Pubblicato : 2 Agosto 2023 17:15