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Telelavoro: il datore può monitorare l’attività del dipendente?

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(@mariano-acquaviva)
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Qual è la differenza tra telelavoro e smart working? Il datore in che modo può controllare il dipendente che lavora da casa?

Lavorare da casa è stato per molto tempo il sogno di molti. Oggi tutto ciò è realtà grazie allo “smart working” o “lavoro agile”. Si tratta di una particolare modalità di esecuzione della prestazione lavorativa che permette al dipendente di non recarsi in azienda e, al contempo, di rispettare il proprio contratto. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: il datore può monitorare l’attività del dipendente che lavora da casa?

Prima di affrontare l’argomento va fatta un’importante premessa: il telelavoro non è del tutto assimilabile allo smart working (o “lavoro agile”). Ciò ha conseguenze anche con riferimento alle tipologie di controlli che il datore è in grado di porre in essere. Chiariamo quanto detto sinora.

Cos’è il telelavoro?         

Il telelavoro consiste nello svolgere le mansioni attribuite dal datore direttamente da casa, senza recarsi in azienda.

In buona sostanza, tutto ciò che andrebbe fatto in ufficio può essere adempiuto a casa, rispettando il medesimo orario lavorativo.

Il lavoratore, infatti, svolge le proprie mansioni senza doversi recare in azienda, operando direttamente dalla propria dimora grazie alla strumentazione tecnica che gli è stata fornita.

Telelavoro e smart working: differenza

Telelavoro e smart working (o “lavoro agile”), pur essendo simili, presentano delle differenze.

In entrambi i casi il lavoro viene svolto a distanza, fuori dagli ambienti aziendali, utilizzando tecnologie informatiche.

Mentre però il telelavoro è vincolato, in maniera rigida, all’orario d’ufficio tradizionale, con la conseguenza che il dipendente deve stare a casa durante tutto il proprio turno, lo smart working consente maggiore libertà.

Il lavoro agile, come dice la parola stessa, svincola il dipendente dall’orario di lavoro, consentendogli di organizzare la propria giornata lavorativa come preferisce.

Si tratta in pratica di una modalità di lavoro caratterizzata dall’assenza di vincoli orari o spaziali.

Dal punto di vista del controllo del lavoratore, il telelavoro è sicuramente più penalizzante per il dipendente, il quale può essere soggetto a un monitoraggio molto più severo rispetto a chi si trova in smart working.

Il datore può controllare il dipendente che lavora da casa?

Il datore di lavoro può controllare i dipendenti che si trovano in telelavoro, entro determinati limiti.

Il telelavoro prevede infatti che il datore effettui delle ispezioni per assicurarsi che le attività avvengano in sicurezza e nel luogo prestabilito.

Vediamo in che modo il datore può monitorare l’attività del dipendente che lavora da casa.

Il controllo della posta elettronica aziendale

Il datore può controllare l’utilizzo della posta elettronica aziendale da parte del dipendente.

In altre parole, il datore può verificare l’attività del lavoratore con l’email aziendale, potendone perfino controllare il contenuto.

Quindi, il datore è legittimato a controllare il dipendente in modalità di telelavoro verificando l’impiego della casella di posta elettronica intestata all’azienda e potendo perfino leggerne il contenuto: l’uso dell’email per scopi extra-lavorativi esclude, infatti, l’applicazione del principio di segretezza.

È appena il caso di precisare che il dipendente deve essere messo a conoscenza di tale potere di monitoraggio del datore; in altre parole, il lavoratore deve essere avvisato del controllo dell’email.

Il controllo del computer aziendale e degli altri dispositivi

Il datore può controllare i dispositivi aziendali forniti al dipendente per consentirgli di lavorare da casa: computer fisso, notebook, tablet, smartphone, ecc.

In particolare, il datore può monitorare il collegamento internet del dipendente per verificare che esso non sia utilizzato in modo improprio, ad esempio per effettuare il download di software estranei all’attività aziendale (videogames, ecc.).

Anche in questo caso il dipendente deve essere preventivamente informato del monitoraggio operato dal datore.

I sistemi di rilevamento della presenza

Il datore è ovviamente interessato a sapere se un dipendente che si trova a casa stia lavorando o meno.

Per fare ciò è possibile avvalersi di sistemi di rilevamento della presenza e di monitoraggio delle ore di lavoro e delle attività svolte.

È possibile controllare il dipendente con telecamere?

Il datore non può monitorare il proprio dipendente mediante telecamere o altri sistemi analoghi, a meno che il controllo non si renda necessario per esigenze organizzative e produttive, sicurezza del lavoro e tutela del patrimonio aziendale (cosiddetti “controlli difensivi”).

Il datore, quindi, non può pretendere di installare un sistema di videosorveglianza all’interno dell’abitazione del dipendente in modalità di telelavoro, né può imporre al lavoratore di tenere la webcam del pc attivata per consentirgli di verificare la sua presenza.

Va tuttavia specificato che, nel telelavoro online, la fornitura di strumenti di lavoro (hardware), di programmi informatici (software) e il collegamento continuo ed interattivo alla rete producono implicitamente un controllo a distanza da parte del datore.

È possibile fare un’ispezione a casa del dipendente?

Al fine di verificare la corretta applicazione delle norme di sicurezza i rappresentanti dei datori di lavoro, le rappresentanze sindacali e le autorità competenti possono accedere al luogo in cui viene effettuato il telelavoro.

 
Pubblicato : 26 Dicembre 2023 10:45