forum

Stress lavorativo: ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Stress lavorativo: come ottenere il risarcimento

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
49 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Senza prova di danno, sì al risarcimento per lavoro oltre le 48 ore settimanali: la Cassazione agevola il dipendente.

Torniamo per l’ennesima volta sul danno da stress lavorativo. Secondo la giurisprudenza, il lavoratore non deve provare alcun danno alla salute per ottenere il risarcimento. Gli basta dimostrare i turni stressanti e il mancato rispetto delle ore di riposo. Cerchiamo di spiegarci meglio al fine di comprendere, con più precisione, come ottenere il risarcimento da stress lavorativo.

Come noto, per legge nessuno può essere costretto a lavorare più di 40 ore a settimana. Ci sono poi gli straordinari ma questi non possono essere superiori a otto ore per settimana.

Dunque 48 ore è il limite oltre il quale il lavoro non è consentito e diventa automaticamente illecito. I contratti collettivi possono prevedere un orario più ridotto ma non certo superiore.

Quante volte tuttavia, il dipendente viene costretto a rimanere sul luogo di lavoro oltre il proprio turno: quante volte il capo lo trattiene per una riunione, per mettere in ordine il negozio o per fare un briefing. Quante volte il superiore invia una mail al lavoratore in ferie o un messaggio Whatsapp nel weekend chiedendogli di controllare un file sul computer.

Insomma, tutti, più o meno, lavorano ben più di quanto previsto dalla legge. Solo i più fortunati peraltro ottengono il riconoscimento dello straordinario in busta paga (peraltro in misura non superiore alle otto ore; diversamente infatti sarebbe una tacita ammissione di superamento dei limiti legali).

Detto ciò, secondo la Cassazione, per ottenere il risarcimento da stress lavorativo basta la prova dello “sforamento” degli orari – una prova che può essere data in qualsiasi modo, anche con la chat presente sul telefono – senza ulteriori documenti che certifichino il danno alla salute.

Per approfondimenti leggi:

Si tratta chiaramente di una novità importante perché costituisce una deroga al principio generale dell’onere della prova: onere che, di regola, spetta a chi fa valere un giudizio ossia, nel nostro caso, al lavoratore dipendente.

Secondo la Cassazione, la violazione, da un lato, dell’articolo 36 della Costituzione, che garantisce a tutti il sacrosanto diritto al riposo e, dall’altro, dell’articolo 2087 del codice civile, che impone al datore di lavoro di tutelare la salute psicofisica del dipendente, fa sì che quest’ultimo sia esonerato dal dover dimostrare un effettivo e concreto pregiudizio per richiedere l’indennizzo a causa dei turni massacranti.

L’ordinanza n. 26450/2021 della Suprema Corte è stata chiara: la prestazione lavorativa eccessiva, ossia che supera di gran lunga i limiti previsti dalla legge e dalla contrattazione collettiva e che si protrae per diversi anni, cagiona al lavoratore un danno da usura-psico fisica. L’esistenza di tale danno si può presumere e non necessita di essere dimostrata: ciò perché costituisce una lesione di un diritto costituzionale (come visto si tratta del diritto al riposo e alle ferie). Ai fini del calcolo del risarcimento invece, bisogna distinguere:

  • il danno biologico, conseguente a eventuali lesioni fisiche (ad esempio un esaurimento nervoso, una sindrome depressiva) andrà dimostrato con documentazione;
  • il danno morale invece, conseguente alla semplice sofferenza, verrà liquidato dal giudice in via equitativa, ossia secondo quanto gli appare giusto e grave nel caso concreto.

Pertanto, in tali ipotesi, per assolvere il proprio onere probatorio e ottenere il risarcimento, il lavoratore deve dimostrare soltanto il numero delle ore straordinarie svolte ed il periodo di riferimento.

 
Pubblicato : 21 Marzo 2024 07:45