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Strada vicinale: cos’è, chi paga e quando si può chiudere?

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(@mariano-acquaviva)
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Cosa si intende per strada poderale? Quando la strada è a uso pubblico e quando, invece, a uso privato? Come si dividono le spese di manutenzione?

Chi circola in strada deve rispettare le norme stabilite dalla legge, sia che si trovi a piedi che a bordo della propria vettura. Queste regole valgono per tutte le strade pubbliche, cioè quelle in cui chiunque può circolare. Quali sono, invece, le norme per le strade private? Con questo articolo ci soffermeremo su un particolare argomento: vedremo cioè cos’è e quando si può chiudere una strada vicinale.

Come meglio diremo nel prosieguo, la strada vicinale si caratterizza per il fatto di attraversare le proprietà di più soggetti; allo stesso tempo, essa può essere completamente privata oppure accessibile al pubblico. L’appartenenza all’una o all’altra tipologia è fondamentale per comprenderne le particolarità e le modalità di divisione delle spese. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prenditi cinque minuti per proseguire nella lettura: vedremo insieme cos’è, chi paga e quando si può chiudere una strada vicinale.

Che cos’è una strada vicinale?

Il Codice della strada [1] definisce la strada vicinale (detta anche “poderale” o “di bonifica”) come la strada privata fuori dai centri abitati ad uso pubblico.

Possiamo quindi affermare che è vicinale la strada posta al di fuori dei centri abitati che attraversa diversi fondi, consentendo il transito e l’accesso agli stessi.

Centro abitato: che cos’è?

Come visto, la definizione di strada vicinale è strettamente legata a quella di centro abitato. Cosa si intende per esso?

È sempre il Codice della strada [2] a venirci in aiuto: per centro abitato deve intendersi l’insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine.

A propria volta, per insieme di edifici si intende un raggruppamento continuo (ancorché intervallato da strade, piazze, giardini, ecc.), costituito da non meno di 25 fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada.

Insomma: per centro abitato si intende il luogo in cui è presente un gruppo significativo di case. Non deve perciò trattarsi per forza del centro città, bensì di ogni luogo dove c’è vita sociale per la presenza di più persone.

Ad esempio, la frazione di un paese in cui ci sono case e i più comuni servizi per soddisfare le esigenze di tutti i giorni (supermercato, ecc.) può essere definita “centro abitato”.

Strada vicinale: è pubblica o privata?

Secondo il Codice della strada [3], le strade vicinali ad uso pubblico sono assimilate alle strade comunali. Per la giurisprudenza le strade poderali sono ad uso pubblico solamente al ricorrere di certe condizioni; in tutti gli altri casi, si tratterebbe di strade private, appartenenti ai titolari dei fondi per cui passano.

Secondo la Corte di Cassazione [4], una strada vicinale può dirsi ad uso pubblico se sussistono alcuni elementi, quali:

  • il passaggio esercitato da una collettività di persone;
  • la concreta idoneità del bene a soddisfare esigenze di carattere generale, anche per il collegamento con la pubblica via;
  • un titolo valido a sorreggere l’affermazione del diritto di uso pubblico, che può anche identificarsi nella protrazione dell’uso da tempo immemorabile.

Secondo la giurisprudenza [5], la costituzione della servitù di uso pubblico può avvenire anche mediante messa a disposizione, da parte dei proprietari, della strada all’uso collettivo per molto tempo.

Insomma: una strada vicinale è a uso pubblico (ed è quindi equiparabile a una strada comunale) se è oggettivamente destinata al passaggio di una molteplicità di persone diverse dai “frontisti”, cioè dai proprietari che affacciano sulla via.

Ad esempio, una strada vicinale che attraversa i fondi di proprietà privata per giungere a un’area termale oppure a una struttura pubblica (ospedale, municipio, ecc.) può senz’altro definirsi a uso pubblico, con tutte le conseguenze che vedremo.

Strada vicinale: chi paga la manutenzione?

Il Comune deve intervenire per la manutenzione della strada vicinale? Dipende dalla natura della strada, e cioè se essa sia a uso pubblico oppure privato.

Nel primo caso, cioè nell’ipotesi di strada vicinale a uso pubblico, l’obbligo di manutenzione e gestione della strada vicinale incombe sui proprietari dei fondi e sul Comune, i quali devono istituire un consorzio obbligatorio per procedere ai lavori.

La ripartizione delle spese viene effettuata per i proprietari in base alle quote millesimali del piano di riparto e per il Comune in base alla quota deliberata (da 1/5 a 1/2 in ragione dell’importanza della strada).

Dunque, nell’ipotesi di strada vicinale ad uso pubblico, l’obbligo di manutenzione grava sia sui privati che sul Comune.

Come detto, infatti, le strade vicinali assumono carattere pubblico, allorché adducono a luoghi pubblici di interesse generale e vengono utilizzate abitualmente dalla generalità dei cittadini. In tal caso, esse vengono equiparate alle strade comunali, con la conseguenza che il Comune è tenuto a concorrere alla spese di manutenzione, potendo promuovere d’ufficio la costituzione di un consorzio obbligatorio fra i proprietari [6].

Le cose cambiano nel caso di strada vicinale a uso privato; in questa ipotesi, la legge [7] dice che il concorso del Comune è facoltativo e può essere concesso soltanto per opere di sistemazione o ricostruzione, in misura non eccedente il quinto della spesa.

Insomma:

  • se la strada vicinale è a uso pubblico, le spese di manutenzione competono al Comune e ai proprietari che affacciano sulla strada (cosiddetti “frontisti”). La quota di partecipazione alle spese che spetta al Comune va da 1/5 a ½, a seconda dell’importanza che ha la strada per il transito pubblico;
  • se la strada vicinale è a uso privato, il Comune può partecipare alle spese, in misura non eccedente a 1/5 del totale. La rimanente parte è a carico dei proprietari che affacciano sulla strada.

Strada vicinale: quando si può chiudere?

È chiaro che la strada vicinale a uso pubblico non può mai essere chiusa dai proprietari, trattandosi di via equiparata a quella comunale; pertanto, essa deve essere lasciata libera per il transito.

Diversamente avviene nell’ipotesi di strada vicinale a uso privato. In questa circostanza, il proprietario della strada potrebbe anche chiuderla, magari con un cancello, purché però sulla medesima via non sussista una servitù di passaggio a favore degli altri proprietari che affacciano sulla strada (cioè, dei frontisti).

In tale ultima ipotesi, il proprietario non potrebbe chiudere la strada, a meno che non consenta agli altri proprietari di poter accedere ugualmente, ad esempio fornendo loro copia delle chiavi del cancello.

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Pubblicato : 27 Dicembre 2022 11:00