Stalking giudiziario: prove e comportamento per la denuncia
Si può denunciare una persona per accanimento giudiziale?
Si può denunciare una persona per aver intrapreso una serie di cause, civili e/o penali, nei confronti di un’altra? Possono una serie di segnalazioni ed esposti alle autorità amministrative integrare una sorta di accanimento giudiziale?
L’articolo 24 della Costituzione stabilisce che la difesa è un diritto inviolabile e tutti devono poter ricorrere al giudice per tutelare i propri interessi economici e personali. Se poi il ricorso alle azioni giudiziarie è infondato c’è già una punizione: la condanna alle spese processuali.
Eppure, ciò nonostante, si parla sempre più spesso di stalking giudiziario (o accanimento giudiziale): è la moltiplicazione delle azioni legali ai danni del proprio rivale. Un comportamento del genere potrebbe integrare reato, quello di atti persecutori, nel momento in cui è suscettibile di creare uno stato di ansia e di paura nella vittima.
Di qui il dubbio a cui una recente sentenza della Cassazione, la numero 36994 dell’8 settembre 2023, ha dato risposta: quali sono le prove e il comportamento per la denuncia per stalking giudiziario?Come si fa a dimostrare lo stato di turbamento che lo stillicidio di cause e/o denunce ha comportato per la controparte? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Abuso del processo e divieto di moltiplicazioni delle azioni
Esiste già, almeno sul versante civile, una tutela contro chi moltiplica in modo ingiustificato le azioni giudiziali contro un’altra persona. Si tratta del cosiddetto “abuso del diritto” o, meglio definitivo, “abuso del processo”. Per comprenderlo bisogna ricorrere a un esempio pratico.
Immaginiamo un soggetto che abbia più crediti nei confronti di un altro (ad esempio il condominio verso uno dei condomini per svariate mensilità non pagate; un fornitore per più fatture insolute, e così via). Se il creditore intende agire contro il debitore dovrà farlo con un’unica azione legale. Non potrà cioè intraprendere una causa (o un ricorso per decreto ingiuntivo) per ciascuna frazione del credito solo al fine di gravare maggiormente sulle tasche dell’avversario e ottenere così un lucro tramite l’altrui condanna al rimborso delle spese legali.
Un altro esempio renderà la questione ancora più chiara. Si ipotizzi un fotografo a cui un tale ha sottratto una decina di immagini per usarle sul proprio blog. Il primo non potrà intraprendere dieci diversi giudizi per difendere i propri diritti d’autore ma dovrà convogliare la sua domanda in un’unica causa.
Allo stesso modo – ma sul versante opposto – non è possibile fare causa a un’assicurazione per ottenere subito la liquidazione del danno al veicolo per agire solo successivamente per il risarcimento del danno fisico e morale (a meno che non si sia ancora convalescenti e quindi nell’impossibilità di calcolare i postumi invalidanti).
Insomma, quando già si ha la possibilità di agire in giudizio, essendo certa la lesione del proprio diritto, non si può frammentare l’azione in più procedimenti tra loro diversi e autonomi. Un comportamento del genere determinerebbe un illecito processuale e consentirebbe al giudice di rigettare le domande successive alla prima.
Stalking giudiziario: cos’è?
Lo stalking giudiziario ha un elemento in più: l’infondatezza delle domande proposte contro l’avversario. O l’esagerazione delle richieste nei suoi confronti. Si ipotizzi una persona che agisca contro il vicino perché il suo gatto fa gli escrementi sulle piante, poi perché solleva polvere quando fa le faccende domestiche, poi ancora perché fa rumore, poi perché lo molesta con altre condotte. Se i diritti dell’agente sono infondati o si tratta di un danno irrisorio possiamo parlare di un accanimento giudiziario. Questa forma di persecuzioni, che può essere intrapresa sia con azioni civili che con querele e denunce penali, oppure con esposti e segnalazioni alle autorità amministrative (Comune, Polizia locale, ecc.) può dar luogo a un reato: quello appunto di stalking.
Ma attenzione: per lo stalking non bastano le azioni reiterate ma è necessario che queste realizzino nella vittima uno di questi tre eventi:
- un perdurante e grave stato di ansia o di paura;
- un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva;
- una alterazione delle proprie abitudini di vita.
A questo punto sorge il dubbio: come si fanno a dimostrare elementi di questo tipo che, specie quando si parla di timore, sono intimi e non sempre esteriorizzati? La questione, come dicevamo in apertura, è stata risolta dalla Cassazione. Vediamo come.
Quali prove per lo stalking giudiziario?
Le prove dello stalking possono essere di qualsiasi tipo: certificati medici, dichiarazioni di testimoni, registrazioni video e audio, screenshot di messaggi, tabulati telefonici e così via. Ma non solo.
Nel processo penale sono prova anche le dichiarazioni della vittima, quando non contraddette da elementi esterni. Sicché se la vittima dichiara di essersi trovata in un grave stato di turbamento, il giudice può solo sulla base di tali affermazioni arrivare alla condotta dell’imputato.
La Cassazione ha poi detto che i certificati medici non sono l’unica prova dello stato di ansia e di turbamento. Si può anche ricorrere a elementi sintomatici come la condotta tenuta dalla vittima dopo la commissione del reato. E, nel caso di stalking giudiziario, la dimostrazione dell’illecito è già contenuta in sé dalle plurime azioni intraprese dall’agente. Sono queste la “prova provata” del reato, che peraltro è ravvisabile in documenti pubblici e dunque difficilmente confutabili.
In sintesi, secondo la Cassazione, non c’è bisogno di una perizia medico legale per dimostrare di aver subito un danno psicologico e morale dall’accanimento giudiziale: basta l’analisi dei comportamenti dell’imputato e delle reazioni esteriori della parte lesa.
-
Vaccino non obbligatorio senza consenso informato: c’è risarcimento?
2 giorni fa
-
Come fa il datore di lavoro a sapere il motivo della malattia?
4 giorni fa
-
Residenza persone fisiche: nuove regole
4 giorni fa
-
Quando è illegittimo il contratto a termine?
5 giorni fa
-
Proposta di acquisto casa legata alla concessione del mutuo
6 giorni fa