Spiare telefono dei figli: è legale?
Fin dove possono spingersi i genitori per controllare cosa fanno i propri figli? È possibile pedinare le persone in strada?
Per troppo amore si può anche sbagliare. È quanto succede ai genitori che, preoccupati per i loro figli, decidono di ricorrere a rimedi estremi. Si pensi alla mamma che pedina la figlia per scoprire dove va la sera oppure al padre che chiude a chiave in stanza il figlio per impedirgli di frequentare cattive compagnie. In questo contesto si pone il seguente quesito: è legale spiare il telefono dei figli?
Come diremo, una condotta del genere può costituire perfino reato se si tramuta in un’intercettazione a tutti gli effetti; poco importa che il soggetto spiato sia il proprio figlio minorenne. Approfondiamo l’argomento.
È legale spiare gli altri?
Spiare le persone è illegale se ciò comporta una violazione della riservatezza. Per la precisione, spiare è reato ogni volta che:
- si commette violazione di domicilio introducendosi in un luogo di privata dimora [1];
- ci si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata di una persona mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora [2]. È il caso della videocamera o della microspia nascosta in casa di altri;
- si effettua l’accesso abusivo a un sistema informatico. È il caso di chi entra nella casella di posta elettronica o nell’account social altrui [3];
- si ruba o ci si limita a prendere visione della corrispondenza altrui. È il caso di chi legge le email del coniuge senza averne il permesso [4].
Non è invece reato spiare una persona che si trova in un luogo pubblico (via, piazza, ecc.) o aperto al pubblico (bar, ristorante, cinema, ecc.), a meno che la condotta non sia così insistente da creare molestia. Di tanto parleremo nel prossimo paragrafo.
Pedinare è reato?
Pedinare una persona non è reato, purché ciò avvenga in un luogo pubblico o aperto al pubblico. È perfino lecito sapere dove va una persona utilizzando dispositivi di localizzazione (cosiddetti “Gps tracker”).
Il pedinamento, però, può diventare illegale se diventa eccessivamente insistente, così da arrecare disturbo al pedinato o addirittura da indurgli un grave stato di ansia.
In ipotesi del genere il pedinamento può dar luogo a due reati distinti:
- il reato di molestia, che punisce la condotta che, svoltasi in pubblico o in un luogo pubblico, arreca grave disagio alla persona seguita [5];
- il reato di stalking, se il pedinamento insistente non si limita a un singolo episodio ma si ripete nel tempo [6].
La Corte di Cassazione [7] ha stabilito che il genitore che pedina il figlio, anche se minorenne, cercando di avere contatti con lui, che gli telefona di continuo, che prova ad avvicinarlo nei luoghi da lui normalmente frequentati (come la scuola), commette il reato stalking.
Secondo la Suprema Corte non rileva l’esistenza di un rapporto genitore-figlio: l’aver procurato turbamento nella vittima, tanto da farla temere per la propria incolumità, fino a cambiare le abitudini della propria vita, è un atto persecutorio punito penalmente.
È legale spiare il telefono dei figli?
Spiare il telefono dei figli, magari mediante l’installazione di “cimici” o di particolari app, è illegale esattamente come se la condotta fosse posta in essere nei confronti di un estraneo.
L’azione non è quindi giustificata dal rapporto parentale né dall’amore che il genitore nutre per il figlio: quest’ultimo infatti, anche se minorenne, ha diritto alla propria riservatezza, con la conseguenza che, se venisse spiato dal padre o dalla madre, subirebbe un reato a tutti gli effetti.
Non è invece reato installare un software o altro tipo di dispositivo che consenta di geolocalizzare la prole quando non è in casa: come detto in precedenza, il pedinamento (anche a distanza) non è illegale.
È invece sempre illegale intercettare le telefonate e i messaggi che il proprio figlio, anche se minorenne, riceve o effettua.
In ambito domestico, non deve invece ritenersi reato se il genitore approfitta della chat lasciata aperta dal figlio per sbirciarvi all’interno: pur trattandosi di una condotta “borderline”, la giurisprudenza ha più volte ricordato che, in un contesto familiare caratterizzato dalla convivenza, il diritto di riservatezza subisce un affievolimento.
È invece decisamente reato sottrarre con la violenza il cellulare dalle mani del figlio al fine di controllarne il contenuto: secondo la Cassazione, nelle ipotesi più gravi può configurarsi perfino il reato di rapina [8].
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