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Sovraindebitamento: liquidazione controllata dei beni e le sue implicazioni legali

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(@angelo-greco)
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Scopri come funziona la liquidazione controllata dei beni nel caso di sovraindebitamento, come procedere e quali sono le implicazioni legali per i debitori e i creditori.

Il sovraindebitamento può colpire sia individui che imprese, mettendo a rischio la stabilità finanziaria e il futuro economico. In Italia, la legge prevede la possibilità di ricorrere alla liquidazione controllata dei beni per superare questo stato critico. In questo articolo, esamineremo come funziona questa procedura, quali sono le condizioni necessarie e le implicazioni legali per i debitori e i creditori coinvolti.  Lo faremo tenendo conto di una recente e interessante sentenza del Corte di Appello di Firenze [1]. 

Cos’è lo stato di sovraindebitamento?

Lo stato di sovraindebitamento si verifica quando un debitore non è più in grado di far fronte ai propri debiti con le risorse disponibili, mettendo a rischio la propria solvibilità. Questa situazione può colpire sia individui che imprese e può portare a gravi conseguenze finanziarie e legali.

Che cos’è la liquidazione controllata dei beni?

La liquidazione controllata dei beni è una procedura prevista dal Codice della Crisi dell’impresa e dell’insolvenza (Dlgs n. 14/2019), che si basa sulla legge n. 3/2012 e sul Rd 267/1942, articolo 1. Questa procedura consente ai debitori in stato di sovraindebitamento di richiedere al Tribunale competente l’apertura di una procedura di liquidazione controllata dei propri beni, al fine di venderli e soddisfare i creditori attraverso la distribuzione delle somme ricavate dalla vendita dei beni stessi.

In pratica si tratta della possibilità di far dichiarare fallita una persona fisica e mettere in vendita i suoi beni personali per soddisfare i creditori. Ne abbiamo già parlato in Come recuperare un credito con il fallimento della persona fisica.

Quali sono le condizioni necessarie per avviare una procedura di liquidazione controllata dei beni?

Per poter avviare una procedura di liquidazione controllata dei beni, il debitore deve essere in stato di sovraindebitamento e non essere soggetto a fallimento, secondo i limiti dimensionali stabiliti dall’articolo 1, II, del Rd n. 267/1942 (L.F.). 

La domanda può essere presentata dal debitore stesso o anche da un creditore del debitore in stato di insolvenza o dal Pubblico Ministero, quando l’insolvenza riguardi un imprenditore.

Come si presenta il ricorso per la liquidazione controllata dei beni?

Il ricorso per la liquidazione controllata dei beni può essere presentato personalmente dal debitore con l’assistenza dell’OCC (Organismo di composizione della Crisi). Al ricorso deve essere allegata una relazione che esponga una valutazione sulla completezza e l’attendibilità della documentazione depositata con la domanda e che illustri la situazione economica patrimoniale e finanziaria del debitore.

Qual è il ruolo del liquidatore nella procedura di liquidazione controllata dei beni?

Il Tribunale, a seguito dell’apertura della procedura, nomina il liquidatore, che può essere confermato dall’OCC o, in caso di giustificati motivi, scelto tra gli esperti dell’elenco dei gestori della crisi. Il liquidatore giudiziale ha il compito di esercitare le azioni di recupero a favore dei creditori, eventuali azioni revocatorie, alienare i beni del debitore e distribuire il ricavato ai creditori in modo da garantire la par condicio.

Quali sono le conseguenze dell’apertura della procedura di liquidazione controllata dei beni?

L’apertura della procedura di liquidazione comporta il blocco di tutti i pignoramenti e le misure cautelari in corso, mentre gli eventuali giudizi di cognizione possono essere proseguiti dal liquidatore, previa autorizzazione del giudice. Inoltre, tutti i beni del debitore devono essere messi a disposizione per soddisfare i creditori attraverso la distribuzione delle somme ricavate dalla vendita dei beni stessi.

Quali sono le implicazioni legali per i debitori e i creditori coinvolti nella liquidazione controllata dei beni?

Per i debitori, la liquidazione controllata dei beni rappresenta una possibile soluzione alla situazione di sovraindebitamento, permettendo di soddisfare i creditori e liberarsi dai debiti. Tuttavia, è importante ricordare che la procedura comporta la vendita di tutti i beni del debitore, il che può avere un impatto significativo sulla sua situazione economica e personale.

Per i creditori, la liquidazione controllata dei beni offre un mezzo per recuperare almeno una parte dei crediti vantati nei confronti del debitore in stato di sovraindebitamento. Tuttavia, essendo una procedura concorsuale, i creditori dovranno condividere il ricavato della vendita dei beni secondo la par condicio, il che potrebbe non garantire il recupero dell’intero importo dovuto.

Tizio, un imprenditore, si trova in una situazione di sovraindebitamento a causa di una serie di investimenti andati male. Non essendo in grado di far fronte ai suoi debiti, decide di ricorrere alla liquidazione controllata dei beni.

Dopo aver presentato il ricorso al Tribunale con l’assistenza dell’OCC, la procedura di liquidazione viene avviata e il liquidatore giudiziale viene nominato. Il liquidatore provvede a vendere i beni di Tizio e a distribuire il ricavato ai creditori, in modo da garantire la par condicio. In questo modo, Tizio riesce a liberarsi dai debiti e a ricominciare la sua attività, anche se a costo di perdere tutti i suoi beni.

In conclusione, la liquidazione controllata dei beni è una soluzione possibile per i debitori in stato di sovraindebitamento, ma è importante considerare attentamente le conseguenze legali e personali che essa comporta. Per i creditori, invece, rappresenta un’opzione per recuperare almeno una parte dei crediti vantati, anche se non sempre in misura completa.

 
Pubblicato : 19 Aprile 2023 13:00