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Smart working: dal 1 ottobre si torna agli accordi individuali

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(@valentina-azzini)
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Dal 1 ottobre si potrà ricorrere al lavoro agile solo stipulando un accordo individuale tra azienda e dipendente, ad eccezione che per alcune categorie di lavoratori 

Sei un dipendente in smart working, in quanto considerato lavoratore fragile. Ebbene, ti ricordo che, per lo smart working, dal 1 ottobre si torna agli accordi individuali. Già, finisce il 30 settembre la possibilità di ricorrere al lavoro agile senza avere previamente stipulato con l’azienda per cui operi un apposito accordo individuale, come previsto dalla legge 3 luglio 2023. Questo non significa che non potrai più lavorare in smart working, ma che – a meno che tu non appartenga alle categorie di lavoratori che fanno eccezione a questa regola – dovrai stipulare uno specifico accordo con il tuo datore di lavoro. Vediamo dunque, in questo breve articolo, quali sono le novità in materia di smart working in vigore dal prossimo 1 ottobre.

Il lavoro agile

Il lavoro agile o smart working presenta una particolare modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, generalmente senza vincoli di orario e luogo di lavoro, in parte al di fuori della sede aziendale, in parte presso l’azienda e attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici, quali computer, tablet, smartphone.
Il datore di lavoro è responsabile della sicurezza del buon funzionamento degli strumenti tecnologici assegnati al lavoratore per lo svolgimento delle proprie mansioni.
I lavoratori in smart working hanno diritto inoltre alla tutela prevista in caso di infortunio e malattia professionale, anche per le prestazioni rese al di fuori dell’azienda e nel tragitto tra abitazione e luogo prescelto per svolgere la propria attività lavorativa da remoto.
Il ricorso al lavoro agile ha avuto estrema diffusione a seguito della pandemia scoppiata nel 2020, al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio da virus SARS-CoV-2, in particolar modo per alcune categorie di lavoratori definiti “fragili”, o per coloro che avessero particolari esigenze familiari che giustificassero lo svolgimento della propria prestazione lavorativa da remoto. Complice questa situazione emergenziale, molte aziende si sono accorte che ricorso allo smart working poteva essere per loro un risparmio e, nel contempo, un miglior modo di gestione e organizzazione del lavoro da parte dei propri dipendenti.
Conseguentemente, a prescindere dall’emergenza sanitaria in atto, molte imprese hanno fatto dello smart working la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa per gran parte dei propri dipendenti.

La disciplina attuale

Per agevolare il ricorso allo smart working, le diverse leggi che si sono susseguite in materia (soprattutto tra il 2022 2023) hanno previsto che questa particolare modalità di svolgimento della prestazione lavorativa potesse essere concordata tra azienda e lavoratore senza la necessità di stipulare appositi accordi individuali, come invece prevederebbe la disciplina generale in materia.
Ciò soprattutto con riferimento ai c.d. lavoratori fragili, ossia coloro che sono a maggior rischio di contagio da virus SARS-CoV-2, o con elevato rischio di complicazioni in seguito a contagio (si pensi, ad esempio, ai soggetti immunodepressi, o con particolari patologie in atto.

Le novità in vigore dal 1 ottobre 2023

A seguito dell’annuncio da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità della fine della pandemia, con il 30 settembre 2023 cessa la procedura agevolata per il ricorso allo smart working e dal 1 ottobre 2023 ritorna in vigore la precedente disciplina, secondo la quale i lavoratori fragili del settore pubblico e privato potranno operare da remoto solo a seguito della stipulazione di accordi individuali con il datore di lavoro, nel rispetto delle esigenze aziendali e dell’amministrazione pubblica.

Tali accordi individuali sono documenti, firmati da datore di lavoro e dipendente, in cui vengono definiti i dettagli della prestazione lavorativa svolta in modalità agile, la sua durata e i mezzi informatici a disposizione del lavoratore.

Proroga fino al 31 dicembre, per quali categorie di lavoratori?

Rimangono sottoposti all’attuale disciplina fino al prossimo 31 dicembre 2023 (e dunque restano esenti ancora per qualche mese dall’obbligo di stipulare appositi accordi individuali) i lavoratori del settore privato:

  • con almeno un figlio minore di 14 anni, a patto che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti a sostegno del reddito, o un genitore non lavoratore
  • che, in base a specifica valutazione medica, siano considerati maggiormente esposti a rischi di contagio da covid, tenuto conto dell’età, della gravità della patologia o dell’immunodepressione conseguente a terapie oncologiche o salvavita
 
Pubblicato : 17 Novembre 2023 08:40