Si può revocare una donazione indiretta per sopravvenienza di figli?
Scopri se è possibile revocare una donazione di denaro a un figlio se nascono altri figli e quali sono le conseguenze legali e pratiche per la ripartizione del patrimonio.
La revocazione di una donazione per sopravvenienza di figli, prevista dall’articolo 803 del codice civile, dà luogo a numerosi equivoci e dubbi. Tale norma infatti è piuttosto generica e non specifica né quando è possibile procedere alla revoca, né quali tipi di donazione sono soggetti ad essa. È allora frequente chiedersi se si può revocare una donazione indiretta per sopravvenienza di figli. Si pensi, ad esempio, al caso di un padre che, dopo aver elargito al figlio una somma di denaro per l’acquisto della casa, ne pretende la restituzione alla nascita di un ulteriore figlio.
In questo articolo esploreremo i principi alla base dell’articolo 803 del Codice civile e forniremo esempi pratici per chiarire le possibili conseguenze di una tale decisione.
Cosa prevede l’articolo 803 del Codice civile italiano?
L’articolo 803 del Codice civile italiano prevede la possibilità, per il donante, di revocare una donazione effettuata in favore di chiunque (parenti o terzi), nel caso in cui, successivamente alla donazione, nasca un figlio. La norma ha lo scopo di garantire un equilibrio nella divisione del patrimonio tra tutti i figli del donante.
Attenzione però: come chiarito dalla Cassazione [1], la revoca è possibile solo se il donante non aveva figli al momento della donazione e successivamente si verifica uno dei seguenti eventi:
- nascita di un figlio o discendente (anche se il figlio era già concepito al tempo della donazione ma il donante non ne era a conoscenza);
- scoperta dell’esistenza di un figlio o discendente già nato ma di cui il donante non era a conoscenza;
- adozione di un figlio minore di età;
- riconoscimento di un figlio.
Dunque, non è ammessa la revoca della donazione per chi ha già almeno un figlio e, successivamente, ne ha uno ulteriore.
Quali sono i termini per la revocazione della donazione?
L’articolo 804 del Codice civile stabilisce che il termine per procedere alla revocazione della donazione per sopravvenienza di figli è di cinque anni, decorrenti dalla nascita dell’ultimo figlio. La norma in realtà è imprecisa: il legislatore infatti doveva scrivere «dalla nascita del primo figlio» e non «dell’ultimo»: abbiamo infatti visto che la possibilità di revocare una donazione è confinata solo al caso in cui il donante scopre di avere il primo figlio e non uno ulteriore rispetto a quelli che già sapeva di avere.
Poniamo il caso di Tizio, che effettua una donazione al figlio Caio intestandogli una casa. Al momento della donazione, Caio è figlio unico. Successivamente, nascono altri figli di Tizio, ai quali non vengono effettuate donazioni di sorta. In questo caso non è possibile revocare la donazione effettuata a Caio.
Quindi, non è possibile revocare una donazione in favore del figlio unico se dopo nascono altri figli.
Si può revocare una donazione indiretta?
La revoca della donazione è ammessa indipendentemente dalla modalità con cui detta donazione è stata fatta. Dunque è ammessa tanto nel caso di donazione diretta (ad esempio l’interazione di una casa), quanto nel caso di donazione indiretta (ad esempio, il bonifico di una somma di denaro per l’acquisto di un immobile).
Cos’è una donazione indiretta?
Abbiamo detto che il genitore può revocare la donazione indiretta solo se nasce il primo figlio ma non anche se aveva già almeno un figlio e ne nascono di ulteriori. In questo paragrafo chiariremo meglio cos’è la donazione indiretta.
La donazione indiretta è una particolare forma di trasferimento di beni, attraverso la quale il donante compie un’azione che, pur non essendo formalmente una donazione, ha lo stesso effetto pratico. In altre parole, il donante compie un atto giuridico che, pur non presentandosi come una donazione, determina un arricchimento patrimoniale per il beneficiario a discapito del patrimonio del donante.
A differenza della donazione diretta, la donazione indiretta non viene esplicitamente menzionata in un atto notarile o in un contratto tra le parti. Ciò la rende una forma di trasferimento di beni più discreta rispetto alla donazione tradizionale, che richiede invece un atto formale.
La donazione indiretta si attua normalmente in due modi:
- il donante eroga al donatario una somma di denaro per l’acquisto di uno specifico bene;
- il donante, che vuol consentire al donatario di acquistare uno specifico bene, paga direttamente il venditore.
Immaginiamo il caso di un padre che decide di aiutare il figlio a comprare un’abitazione. Il padre fornisce al figlio i mezzi di pagamento necessari per l’acquisto, senza menzionare la donazione nell’atto di compravendita dell’immobile. In questo caso, il padre ha compiuto una donazione indiretta a favore del figlio, trasferendogli un bene di valore senza ricorrere a un atto formale di donazione.
Sebbene la donazione indiretta non sia menzionata in un atto formale, è comunque possibile dimostrarne l’esistenza attraverso la ricostruzione delle operazioni compiute dal donante, come ad esempio i pagamenti effettuati a favore del beneficiario.
Dal punto di vista legale, la donazione indiretta può essere soggetta a revocazione o riduzione, se ad esempio viene superata la quota di legittima degli eredi o se sussistono le condizioni previste dalla legge per la revocazione delle donazioni.
Le liberalità effettuate in vita, come nel caso della donazione indiretta a Caio, sono considerate ai fini della composizione della quota di legittima da attribuire agli eredi. Pertanto, nel caso in cui il genitore Tizio non riesca a beneficiare allo stesso modo i figli sopravvenuti in vita, la donazione a Caio potrà essere tenuta in considerazione nella ripartizione del patrimonio ereditario.
Soluzioni per garantire un equilibrio nella divisione del patrimonio tra i figli
Abbiamo detto che, in presenza già di un figlio, un genitore non può revocare la precedente donazione, sia essa diretta o indiretta.
In tal caso, se il genitore desidera garantire un’equa divisione del patrimonio tra tutti i figli, potrebbe allora considerare diverse opzioni, come ad esempio:
- effettuare donazioni analoghe ai figli sopravvenuti;
- stabilire, nel testamento, disposizioni specifiche per la ripartizione dei beni tra tutti gli eredi, in modo da compensare la donazione già eseguita.
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