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Separazione: i coniugi possono continuare a vivere insieme?

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(@mariano-acquaviva)
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Marito e moglie separati possono continuare a convivere nella stessa abitazione senza pregiudicare gli effetti della separazione?

Il matrimonio fa sorgere in capo ai coniugi una serie di diritti e di doveri; tra questi ultimi vi è anche quello alla coabitazione, cioè alla convivenza sotto lo stesso tetto. Solitamente, il venir meno di questa condizione significa una sola cosa: la fine della relazione sentimentale e la conseguente separazione. È in questo contesto che si pone il seguente interrogativo: i coniugi possono continuare a vivere insieme dopo essersi separati?

In altre parole, si tratta di capire se la convivenza è incompatibile con la separazione oppure se, una volta dichiarata quest’ultima, marito e moglie siano costretti ad allontanarsi, anche fisicamente. Vediamo cosa dicono sul punto la legge e la giurisprudenza.

Quando i coniugi possono separarsi?

Marito e moglie possono separarsi in qualsiasi momento, senza che ci sia il consenso di entrambi: è sufficiente la volontà di uno solo di essi affinché si possa porre fine all’unione.

Per la precisione, la legge dice che è possibile separarsi ogni volta che si verificano, anche indipendentemente dalla volontà di uno o di entrambi i coniugi, fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare grave pregiudizio all’educazione dei figli [1].

In buona sostanza, è possibile separarsi sempre, anche se il coniuge è semplicemente “venuto a noia” dopo tanti anni.

Cos’è l’addebito della separazione?

La separazione può essere “addebitata” al coniuge che, con la sua condotta violativa degli obblighi matrimoniali, è stato causa della fine dell’unione.

È il classico caso del marito infedele, violento oppure che si disinteressa totalmente alla famiglia, sperperando lo stipendio al videopoker.

In ipotesi del genere, il coniuge che chiede la separazione può domandare al giudice che la stessa sia addebitata all’altro. La conseguenza è che il coniuge “colpevole” perde sia il diritto al mantenimento che quello ad avere l’eredità dell’altro.

La fine della convivenza giustifica l’addebito della separazione?

La fine della convivenza non solo giustifica la separazione ma perfino il suo addebito.

Tra gli obblighi che sorgono a seguito del matrimonio, infatti, v’è anche quello alla coabitazione, cioè a vivere insieme sotto lo stesso tetto.

Se si viene meno ingiustificatamente a tale dovere, l’altro coniuge può chiedere al giudice che la separazione sia addebitata a chi si è reso responsabile dell’abbandono del tetto coniugale.

Marco lascia la casa in cui abita con la moglie Cristina per andare a vivere con i genitori, in attesa di capire se l’ama ancora.

Sono invece consentiti allontanamenti temporanei o comunque giustificati da validi motivi.

Si pensi al marito che deve trasferirsi per ragioni di lavoro, oppure alla moglie che scappa di casa per sfuggire alle violenze domestiche.

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Il coniuge può chiedere una pausa?

I coniugi separati possono continuare a vivere insieme?

Veniamo ora al quesito che fornisce il titolo all’intero articolo: i coniugi separati possono continuare a vivere insieme?

Come regola, no. La legge, infatti, ritiene che alla base della separazione ci sia l’intollerabilità della convivenza.

La prosecuzione della coabitazione rappresenta quindi una condotta contraria alla separazione che, a lungo andare, potrebbe perfino pregiudicarne gli effetti.

Secondo la legge [2], infatti, i coniugi possono di comune accordo far cessare gli effetti della separazione, senza che sia necessario l’intervento del giudice, con un’espressa dichiarazione o con un comportamento non equivoco che sia incompatibile con lo stato di separazione.

Tale è, per l’appunto, la convivenza dei coniugi separati, se la stessa non è dettata da valide ragioni, come ad esempio la momentanea assenza di una nuova sistemazione per il coniuge che deve lasciare casa.

Mattia e Eleonora si sono separati. Mattia chiede a Eleonora di poter continuare a vivere nella stessa casa per il tempo necessario a trovare un’abitazione in affitto.

La prosecuzione della convivenza tra coniugi separati potrebbe costituire un comportamento tacito idoneo a cancellare la separazione, con la conseguenza che, se in futuro vorranno divorziare, dovranno nuovamente chiedere la separazione e solo successivamente il divorzio.

Secondo la Corte di Cassazione [3], ai fini della riconciliazione, non costituiscono circostanze rilevanti la temporanea ripresa della coabitazione, magari a scopo sperimentale o saltuaria, essendo invece necessario il ripristino della comunione di vita e d’intenti, materiale e spirituale, che costituisce il fondamento del vincolo coniugale.

In sintesi. La convivenza dei coniugi separati può essere intesa come una riconciliazione che cancella gli effetti della separazione, se la stessa è duratura nel tempo e consente di ricostituire la comunione materiale e spirituale tra i coniugi.

Se, al contrario, la convivenza è solamente temporanea o saltuaria, giustificata da ragioni diverse dalla volontà di tornare insieme, allora la separazione continuerà ad essere efficace.

I coniugi divorziati possono continuare a vivere insieme?

I coniugi divorziati possono continuare a vivere insieme senza temere di pregiudicare gli effetti del divorzio: a differenza della separazione, non è infatti prevista la riconciliazione tra ex coniugi.

Di conseguenza, una volta sciolto, il vincolo di coniugio non può più essere ricostituito, se non tramite un nuovo matrimonio.

 
Pubblicato : 18 Novembre 2023 13:45