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Se un bambino o un minore picchia un suo amichetto chi è responsabile?

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Se il minore ha meno di quattordici anni per legge non è punibile penalmente e, per gli eventuali danni, sono tenuti al risarcimento i genitori.

Le liti tra ragazzi sono molto frequenti, non meno di quelle tra adulti. E soprattutto quando si tratta di maschietti, è facile degenerare e ricorrere alle mani. In questi casi, se qualcuno si dovesse fare male, chi ne risponderebbe? Chi sarebbe tenuto a pagare i danni? I genitori potrebbero sporgere una querela? E contro chi?

Stabilire chi è responsabile se un bambino o un minore picchia un suo amichetto ci impone di tenere distinti due profili: quello penale, conseguente al reato di lesioni, e quello civile, relativo invece alla sfera del risarcimento dei danni fisici e morali. Qui di seguito. Vedremo non solo cosa rischia il minorenne ma anche i suoi genitori, siano essi sposati, separati, divorziati o conviventi. Ma procediamo con ordine.

Un minorenne è responsabile se fa del male a un altro minorenne?

Picchiare una persona integra, in generale, un reato. Il reato può essere più o meno grave a seconda delle conseguenze procurate alla vittima.

Si parte col reato di percosse, che si verifica quando l’aggressione non genera ferite, ma solo dolore (si pensi a un calcio, a uno schiaffo, a una spinta a terra). In questi casi la pena è la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 309 euro.

Subito dopo c’è il reato di lesioni, che invece si verifica quando la condotta aggressiva determina delle conseguenze fisiche. La pena è graduata in base alla prognosi, ossia a seconda di quanto tempo è necessario per la guarigione.

Esistono quattro tipi di ipotesi:

  • lesioni lievissime, quando la guarigione avviene in non oltre 20 giorni, secondo la prognosi data dal pronto soccorso. La pena è la è reclusione da sei mesi a tre anni;
  • lesioni lievi, quando per riprendersi ci vogliono dai 21 ai 40 giorni. La pena è la reclusione da tre mesi a tre anni;
  • lesioni gravi, quando la malattia ha una durata superiore a 40 giorni o comporta un indebolimento permanente di un senso o di un organo. In questo caso scatta la reclusione da tre ai sette anni;
  • lesioni gravissime, quando si ha una malattia inguaribile, la perdita di un senso o di un arto o ancora la perdita dell’uso di un organo o infine una permanente e grave difficoltà della parola. La pena è la reclusione da sei a dodici anni.

Queste sono le pene previste per le lesioni dolose, quelle cioè commesse in malafede, con l’intenzione di fare male.

Il reato tuttavia è punibile anche a titolo di colpa (quando si agisce per imprudenza, negligenza e imperizia, ma non in malafede). Per maggiori dettagli sul punto leggi Cosa rischia chi ferisce una persona.

Un minorenne è responsabile se fa del male a un’altra persona?

Il fatto di far del male a un’altra persona ha due implicazioni:

  • una responsabilità penale nei confronti dello Stato per il reato commesso: come noto, ciò comporta un’incriminazione, un processo penale e la successiva condanna;
  • una responsabilità civile nei confronti della vittima: ossia l’obbligo di risarcire tutti i danni che quest’ultima abbia subito.

A questo punto dobbiamo chiederci cosa rischia un minore che fa del male a un’altra persona, sia questa minorenne o maggiorenne (l’età della vittima è infatti del tutto ininfluente ai fini della condanna penale, salvo un’eventuale applicazione di aggravanti nel caso di soggetto con minorata difesa).

Come abbiamo anticipato, dobbiamo distinguere le due responsabilità. Come vedremo a breve, il minore è responsabile se fa del male a un’altra persona solo sotto un profilo penale ed a condizione che abbia almeno 14 anni. Sotto un profilo risarcitorio invece il minore non è mai responsabile e, al suo posto, l’obbligo di indennizzare la vittima ricade sui suoi genitori. Ma approfondiamo meglio questi aspetti.

Il minorenne che picchia una persona commette reato?

Sotto un profilo penale, la responsabilità per i reati commessi scatta solo da 14 anni in poi. Si guarda al momento in cui si commette il fatto illecito. Pertanto, se quando il reato viene commesso, il minorenne ha meno di 14 anni, questi non può essere processato o punito penalmente. Potranno essere adottate, nei suoi confronti, delle misure rieducative che però hanno solo carattere amministrativo e non penale.

Dunque fino a 14 anni un minore che picchia un minore o un maggiorenne non commette alcun reato.

Neanche i suoi genitori potranno rispondere penalmente del reato commesso dal figlio con 13 anni o meno. E questo perché, nel nostro ordinamento, la responsabilità penale è solo personale. Ne risponde cioè soltanto l’autore e nessun altro al posto suo. Come vedremo a breve, però, la responsabilità dei genitori interviene nel momento in cui ci sarà da risarcire i danni alla vittima.

Da quanto visto, ne traiamo una importante regola: è inutile denunciare un minore di 14 anni poiché qualsiasi procedimento penale verrebbe archiviato. Il reato resta completamente impunito.

Chi risarcisce i danni alla vittima se un minorenne la picchia?

Veniamo ora alla responsabilità civile, quella cioè che può essere fatta valere non già con una denuncia o una querela, ma con una normale causa dinanzi al tribunale civile. Lo scopo è chiaramente quello di ottenere il risarcimento del danno. Ebbene la legge dice che chi ha meno di 18 anni non è responsabile civilmente delle proprie azioni. Ma la responsabilità è dei genitori. Sono questi che dovranno quindi provvedere a risarcire la vittima. E la ragione è chiara: chi non ha ancora 18 anni verosimilmente non lavora e non ha un reddito per pagare le conseguenze delle proprie azioni. La vittima pertanto resterebbe completamente senza tutela. Ecco perché i danni compiuti dal figlio ricadono sui genitori, fermo restando invece che questi ultimi non potranno andare in carcere al posto suo o subire conseguenze penali per azioni che non hanno commesso.

Detto con parole ancora più semplici:

  • chi ha meno di 14 anni non commette reato se picchia un’altra persona ma i danni alla vittima sono risarciti dai suoi genitori;
  • chi ha più di 14 anni ma è ancora minorenne (quindi non più di 17) commette reato se picchia un’altra persona e quindi sarà giudicato dal tribunale dei minorenni ed eventualmente condannato penalmente. Tuttavia, anche in questo caso, i danni alla vittima sono risarciti dai suoi genitori;
  • chi ha almeno 18 anni commette reato e risarcisce i danni alla vittima.

Quanto ai danni, questi comprendono:

  • i danni economici: come le spese mediche, le cure, la riabilitazione ma anche la carriera spezzata a una persona che poteva essere un valido sportivo o un ottimo musicista;
  • i danni biologici: ossia la perdita di funzionalità di uno o più arti, per un periodo limitato o per sempre, secondo percentuali di invalidità definite da un medico legale;
  • i danni morali: ossia la sofferenza interiore e/o fisica per le ferite subite.

In conclusione, se un minore di 14 anni picchia un suo compagno o in modo accidentale gli causa delle lesioni (fosse anche la morte) non risponde penalmente per l’evento; ma suoi i genitori saranno tenuti al risarcimento del danno, così come previsto dal codice civile [4] per i fatti commessi dal figlio.

I genitori per poter essere esonerati dall’obbligo di risarcire il danno causato dal figlio devono fornire una prova che spesso è assai difficile da raggiungere: dimostrare di aver fatto di tutto per impedire il fatto. Più in dettaglio, devono dimostrare di aver impartito ai figli un’educazione e un’istruzione consone alle proprie condizioni familiari e sociali e di aver inoltre vigilato sulla sua condotta. È una prova davvero complicata e quasi mai viene raggiunta.

Se poi il minore ha da sempre manifestato un carattere ribelle e indisciplinato, i genitori devono dimostrare qualcosa in più: di aver fatto di tutto per garantire una maggiore vigilanza.

Cos’è l’imputabilità?

Torniamo sul profilo della responsabilità penale per fornire alcuni chiarimenti di natura tecnica che tuttavia non cambiano quanto abbiamo appena detto.

La legge [1] sancisce che “nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se al momento in cui l’ha commesso, non era imputabile”. In pratica, chi ha meno di 14 anni non è imputabile.

Cosa si intende per “imputabile”? È imputabile [2] chi ha la cosiddetta “capacità d’intendere e volere”.

Per la legge [3] non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni. Ciò perché si presume che il minore di quattordici anni, proprio per via della sua giovane età, è sfornito di una certa capacità e, cioè, è incapace di comprendere la gravità del fatto commesso.

Dunque, per poter avviare un procedimento penale nei confronti di un minore è necessario:

  • che questi abbia almeno compiuto 14 anni;
  • che, comunque, anche se maggiore di 14 anni, fosse cosciente e volente al momento dell’illecito, cioè fosse in grado di intendere e volere (tale non sarebbe, per esempio, un ragazzo con degli handicap, con delle patologie psichiche, ecc.).

Solo se ricorrono tali due condizioni, il minore risponde per le proprie azioni davanti al Tribunale per i minorenni.

Quando poi il minore diventa maggiorenne, anziché essere giudicato dal tribunale dei minori viene giudicato dal tribunale ordinario.

Sintesi

Se un figlio minore degli anni quattordici picchia un suo compagno o in maniera accidentale gli provoca delle lesioni, per il risarcimento del danno conseguente alle lesioni fisiche risponderanno i genitori secondo le norme del codice civile.

Se il minore ha già compiuto quattordici anni, si considera un soggetto imputabile; quindi, per le sue azioni compiute risponderà egli stesso, penalmente, davanti al Tribunale per i minorenni.

Anche quando il minore degli anni quattordici picchia, ferisce o addirittura causa la morte di un altro minore o di un adulto, sono sempre i genitori a dover risarcire il danno in sede civile.

Non può esservi responsabilità penale dei genitori perché la responsabilità penale è personale.

 
Pubblicato : 12 Febbraio 2024 15:16