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Se l’ex coniuge non versa il mantenimento sono tenuti a farlo i nonni?

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(@angelo-greco)
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Se l’ex non paga gli alimenti ai figli è possibile chiedere i soldi ai suoi genitori? Ecco quando scatta il dovere dei nonni nel mantenimento dei nipoti, le condizioni e i limiti.

All’esito di una separazione o di un divorzio, non è infrequente che il genitore tenuto a versare gli alimenti per i figli non vi provveda a causa di lamentate difficoltà economiche. A questo punto chi dovrà farlo al posto suo? Una domanda che spesso ci si pone è la seguente: se l’ex coniuge non versa il mantenimento sono tenuti a farlo i nonni?

La questione si può ben estendere anche alle coppie non sposate visto che l’obbligo di provvedere ai figli riguarda tutti i genitori, indipendentemente dal legame che questi hanno deciso di stringere.

A tal proposito il codice civile prevede la cosiddetta “responsabilità sussidiaria degli ascendenti”. In buona sostanza, tutti i nonni ancora in vita sono, per legge, obbligati – ciascuno in proporzione alle proprie capacità economiche – a intervenire in soccorso dei nipoti laddove i genitori non siano in grado di sostenerli per impossibilità economica.

Dunque, non è possibile chiedere l’intervento dei suoceri quando l’ex ha le capacità per versare il mantenimento dei propri figli, ma non intende farlo: in tal caso infatti l’altro genitore dovrà agire giudizialmente contro di lui, bloccandogli ad esempio il quinto dello stipendio.

Ma procediamo con ordine e vediamo quando è possibile chiedere il mantenimento ai nonni quando l’ex non vi provvede.

Cosa dice la legge sulla responsabilità dei nonni?

La norma che prevede la responsabilità dei nonni è l’articolo 316-bis del codice civile. Essa dispone che: «Quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli».

Dunque, parliamo dei nonni e, di seguito, dei bisnonni.

Presupposti per chiedere il contributo ai nonni

Il contributo dei nonni può essere richiesto solo nel caso in cui entrambi i genitori si trovino nell’impossibilità economica di provvedere ai bisogni dei figli. Non basta quindi l’inadempimento di solo uno di essi.

Ad esempio, se il padre non paga il mantenimento per i figli, ma la madre ha le risorse economiche per far fronte alle loro esigenze, i nonni non possono essere obbligati a intervenire.

Inoltre, come anticipato, l’azione verso gli ascendenti non è consentita se l’omesso versamento del mantenimento da parte del genitore è imputabile alla “volontà” di quest’ultimo e non a una sua oggettiva incapacità economica. Ne consegue che il genitore adempiente può rivolgersi agli ascendenti solo dopo avere tentato di recuperare in via giudiziale le somme dovute dall’altro, quando perduri la materiale insufficienza delle proprie risorse rispetto alle esigenze della prole.

Non in ultimo, il mantenimento necessario a garantire ai nipoti una crescita sana ed equilibrata grava non già su un solo nonno ma su tutti quanti. Ipotizzando un nipote che abbia ancora i quattro i nonni, la madre dovrà rivolgersi a ciascuno di questi in proporzione alle rispettive capacità economiche. Non sussiste una «responsabilità solidale» che obblighi un solo nonno a provvedere anche per conto degli altri. Pertanto il genitore che non abbia ricevuto gli alimenti in favore dei figli da parte dell’ex dovrà rivolgersi non solo contro i genitori di quest’ultimo ma anche contro i propri.

In sintesi il dovere di contribuire al mantenimento dei nipoti:

  • investe contemporaneamente tutti gli ascendenti di pari grado di entrambi i genitori;
  • sorge se i genitori si trovano nell’impossibilità di farvi fronte autonomamente;
  • prescinde dalla differenza delle condizioni economiche dei soggetti coinvolti.

Tale dovere sussiste anche in caso di morte dei genitori.

Cosa dice la Cassazione sul mantenimento dei nipoti da parte dei nonni?

Quanto abbiamo appena detto è magistralmente sintetizzato nelle svariate pronunce della Cassazione, tra le quali si segnala la n. 28446/2023. La Corte ha detto in tale occasione:

«Per ravvisare l’esistenza dell’obbligazione sussidiaria degli ascendenti, posto che la norma prevede espressamente che gli ascendenti siano tenuti a concorrere nel mantenimento dei nipoti ‘quando i genitori non hanno mezzi sufficienti’, non basta l’inadempimento di un genitore, ma occorre che tale inadempimento sia dovuto a una mancanza di mezzi e non alla volontà del genitore di sottrarsi ai propri primari obblighi previsti dall’art. 316-bis del codice civile e, nel contempo, che l’altro genitore non possa far fronte per intero alle esigenze dei figli con le sue sostanze e le sue capacità reddituali».

A quanto ammonta il mantenimento che devono versare i nonni?

L’obbligo non è limitato ai bisogni elementari ma prevede ogni voce di spesa indispensabile a garantire al figlio una qualità di vita appropriata secondo lo standard di ambiente sociale nel quale la famiglia vive; il contributo deve essere assegnato (come previsto in materia di alimenti) in proporzione al bisogno di chi lo domanda e alle condizioni economiche di chi deve somministrarlo.

Il contributo economico dovuto dai nonni non dovrà essere necessariamente quello occorrente a coprire in modo integrale le esigenze dei nipoti, ma potrà anche essere solo quello necessario a integrare la somma occorrente per le loro necessità primarie.

In pratica, l’intervento degli ascendenti può intervenire a parziale integrazione di quanto già adempiuto dai genitori; il rimedio può essere quindi legittimamente esperito anche laddove si lamenti la mera insufficienza delle somme corrisposte, posto che la disposizione normativa non contempla la necessità della ricorrenza di un inadempimento integrale.

La Cassazione, con sentenza n. 13345/2023, ha detto:

«Nel caso in cui un genitore non adempia all’obbligo di mantenimento verso il figlio minore e le esigenze di vita di quest’ultimo non possano essere soddisfatte esclusivamente dall’altro genitore, spetta agli ascendenti di pari grado, la cui condizione economica viene adeguatamente ricostruita dal giudice di merito, contribuire al mantenimento del nipote» [1].

Contributo dei nonni: i limiti di reddito per ottenerlo

Nel proporre la domanda al giudice, bisognerà comunque tenere conto dalle capacità reddituali dei nonni ai quali si chiede il sostegno. Non è possibile chiedere ai nonni delle somme di denaro per i nipoti se questi riescono appena a provvedere ai propri bisogni primari.

Mantenimento dei minori: quali sono i nonni obbligati

Tutti i nonni (paterni e materni) – e non solo i genitori della parte inadempiente – sono tenuti a concorrere al mantenimento dei nipoti in misura proporzionale al proprio reddito. Ciò significa che, nel caso in cui solo alcuni dei nonni non possano provvedere con i loro redditi alle necessità dei nipoti, l’obbligo rimarrà a carico esclusivamente di quelli che abbiano redditi adeguati all’accollarsi questo onere.

Limiti temporali dell’obbligo al mantenimento dei minori

A tale obbligo i nonni saranno tenuti, anche solo in misura integrativa, fino a quando anche uno solo dei genitori non sia in grado di provvedere al mantenimento dei figli.

Come agire contro i nonni?

Nel caso in cui i nonni o uno solo di essi non vogliano versare il mantenimento, il genitore che ne abbia interesse potrà depositare un ricorso al Tribunale ordinario (con l’assistenza di un avvocato) nel quale dovrà essere documentata l’impossibilità, anche solo temporanea, a provvedere ai bisogni dei figli da parte di ambo i genitori. In tale procedimento, potranno costituirsi anche i nonni, documentando i propri redditi e portando le argomentazioni in loro difesa.

All’esito, il giudice potrà porre a carico dei nonni l’assegno per il mantenimento dei nipoti da versare al domicilio del genitore affidatario o collocatario dei figli, che ne abbia fatto richiesta.

 
Pubblicato : 19 Marzo 2024 17:18