Se il figlio diventa maggiorenne durante la causa nel suo interesse
Raggiungimento della maggiore età in corso di giudizio: la procura conferita all’avvocato dal genitore è ancora valida?
Le persone incapaci, per età o per malattia, devono essere rappresentate nel processo da soggetti legalmente autorizzati a stare in giudizio al loro posto. Questa autorizzazione può derivare direttamente dalla legge (si pensi ai genitori nei confronti dei figli minorenni, ad esempio) oppure da un provvedimento dell’autorità giudiziaria: è il caso del tutore o dell’amministratore di sostegno di persona affetta da un vizio di mente. In questo preciso contesto si pone il seguente quesito: cosa succede se il figlio diventa maggiorenne durante la causa nel suo interesse? Scopriamolo.
Maggiorenne in corso di giudizio: la procura è valida?
Se, nel corso di una causa iniziata dai genitori nell’interesse del proprio figlio minore, questi diventa maggiorenne, non si ha un’interruzione automatica del processo: infatti, la procura affidata dal padre e dalla madre all’avvocato è “ultrattiva” (cioè, ancora efficace), a condizione che tale evento non venga dichiarato nel corso del giudizio. Questo è il parere della giurisprudenza [1].
In buona sostanza, in tale ipotesi, non c’è bisogno che il figlio maggiorenne conferisca un nuovo mandato al legale che già lo difendeva prima del compimento dei 18 anni.
Il mandato rilasciato al procuratore dai genitori del soggetto minore, che nel corso del giudizio diventa maggiorenne, è ultrattivo: infatti, la cessazione della rappresentanza legale dei genitori a seguito della maggiore età del figlio non comporta l’interruzione immediata del giudizio.
Con la conseguenza che, qualora l’evento non venga esplicitato in causa, il giudizio continua con i genitori divenuti incapaci.
Detta ultrattività della procura viene meno se è noto il fatto interruttivo, ossia il compimento della maggiore età del figlio.
La procura dei genitori è valida anche in appello?
Secondo la Corte di Cassazione [2], è valida, per proporre appello, la procura a suo tempo rilasciata “per ogni stato e grado” dal genitore del figlio minore, nel frattempo diventato maggiorenne.
L’ultrattività della procura vale quindi anche per il grado di giudizio successivo al primo.
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