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Scoperta dell’adulterio: ultime sentenze

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Prova della conoscenza dell’adulterio e termine di decadenza per l’esercizio dell’azione di disconoscimento della paternità.

Richiesta di addebito della separazione

In tema di separazione, la pronuncia di addebito presuppone una valutazione discrezionale a opera del giudice, con riferimento alla violazione dei doveri matrimoniali da parte di uno o di entrambi i coniugi, che deve comprendere il complessivo comportamento dei coniugi nello svolgimento del rapporto coniugale.

In ogni caso la violazione dei doveri coniugali non è sufficiente per disporre l’addebito, in quanto tale pronuncia postula l’accertamento che il comportamento contrario ai doveri coniugali abbia causato l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza. Ciò significa che la richiesta di addebito della separazione non può trovare accoglimento nell’ipotesi in cui il rapporto coniugale risulti già compromesso, per incompatibilità caratteriale, al verificarsi del presunto evento illecito, che, pertanto, rappresenta mera conseguenza della separazione e non già causa della stessa.

Nel caso di specie, il Tribunale ha accolto la domanda di addebito della separazione alla moglie, ritenuta responsabile di aver intrapreso una relazione extraconiugale, in quanto l’istruttoria svolta ha dimostrato che la crisi della coppia effettivamente si è verificata soltanto in seguito alla scoperta del tradimento.

Tribunale Ancona sez. I, 19/10/2021, n.1296

Maltrattamenti in famiglia in caso di risentimento per la scoperta di un tradimento

Non sussiste l’elemento materiale della sopraffazione sistematica, programmata ed abituale, proprio del reato di maltrattamenti e neppure l’elemento soggettivo del reato quando il soggetto agente, risultato fortemente dedito alla famiglia, abbia avuto un lento crescendo di violenza, fisica e verbale, dettato dalla scoperta di un tradimento della moglie che ha instillato nel marito un forte risentimento non già una condotta maltrattante.

Corte appello Ancona, 30/04/2021, n.206

Disconoscimento di paternità: decorrenza del termine 

Il termine di decadenza per l’esercizio dell’azione di disconoscimento di paternità è correlato alla scoperta in maniera certa dell’adulterio al tempo del concepimento.

Tribunale Civitavecchia sez. I, 31/12/2020, n.1243

Momento della conoscenza dell’adulterio

La scoperta dell’adulterio va intesa come acquisizione certa della conoscenza di un fatto rappresentato o da una vera e propria relazione, o da un incontro, comunque sessuale, idoneo a determinare il concepimento del figlio che si vuole disconoscere. Il giudice deve accertare ex officio il rispetto del termine decadenziale di un anno dalla scoperta, dovendo correlativamente l’attore fornire la prova che l’azione sia stata proposta entro il termine previsto.

Cassazione civile sez. I, 11/06/2019, n.15727

Scoperta dell’adulterio commesso all’epoca del concepimento

La scoperta dell’adulterio commesso all’epoca del concepimento – alla quale si collega il decorso del termine annuale di decadenza fissato dall’art. 244 c.c. – va intesa come acquisizione certa della conoscenza (e non come mero sospetto) di un fatto rappresentato o da una vera e propria relazione, o da un incontro, comunque sessuale, idoneo a determinare il concepimento del figlio che si vuole disconoscere, non essendo sufficiente la mera infatuazione, la mera relazione sentimentale o la frequentazione della moglie con un altro uomo.

Cassazione civile sez. I, 06/03/2019, n.6517

Certezza dell’adulterio: fa decorrere il termine per il disconoscimento della paternità?

La scoperta dell’adulterio commesso all’epoca del concepimento – alla quale si collega il decorso del termine annuale di decadenza fissato dall’art. 244 c.c. (come additivamente emendato con sentenza n. 134 del 1985 della Corte costituzionale) – va intesa come acquisizione certa della conoscenza (e non come mero sospetto) di un fatto rappresentato o da una vera e propria relazione, o da un incontro, comunque sessuale, idoneo a determinare il concepimento del figlio che si vuole disconoscere, non essendo sufficiente la mera infatuazione, la mera relazione sentimentale o la frequentazione della moglie con un altro uomo.

(Nella specie la S.C. ha confermato la sentenza di appello che ha riconosciuto la tempestività della domanda di disconoscimento della paternità, ritenendo che, pur risultando una pregressa conoscenza dell’adulterio da parte dell’attore, solo all’esito dell’espletamento della prova del DNA, questi ne avesse acquisito la certezza).

Cassazione civile sez. I, 09/02/2018, n.3263

Disconoscimento di paternità: termine di decadenza

Il termine di decadenza per l’esercizio dell’azione di disconoscimento di paternità avanzato dal padre è correlato alla scoperta in maniera certa dell’adulterio della moglie.

Cassazione civile sez. VI, 07/06/2017, n.14243

Decadenza dall’esercizio dell’azione di disconoscimento di paternità

In tema di azione di disconoscimento di paternità, grava sull’attore la prova della conoscenza dell’adulterio, che si pone come “dies a quo” del termine di decadenza per l’esercizio dell’azione ex art. 244 c.c., in ciò avvalendosi anche del principio di non contestazione, che opera – anche in materia di diritti indisponibili – espungendo il fatto generatore della decadenza dall’ambito del “thema probandum”, fermo restando che l’esistenza di una non contestazione sulla data della scoperta dell’adulterio non esclude che il giudice, in ragione della preminenza dell’interesse pubblico nelle questioni di stato delle persone, non possa rilevare “ex actis” un eventuale ulteriore termine di decorrenza che renda l’azione inammissibile.

Cassazione civile sez. I, 30/06/2016, n.13436

Domanda di disconoscimento della paternità

Posto che la “scoperta” dell’adulterio commesso all’epoca del concepimento – alla quale si collega il decorso del termine annuale di decadenza fissato dall’art. 244 cod. civ. – va intesa come acquisizione certa della conoscenza (e non come mero sospetto) di un fatto, la domanda di disconoscimento della paternità è fondata e deve essere accolta.

Deve, tuttavia, essere accolta la domanda svolta dalla minore di mantenimento dei cognome paterno. Infatti, il diritto al nome costituisce uno dei diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti di ciascun individuo (art. 2 e 22 Cost), pertanto, la scelta che deve esser fatta, in ordine al cognome, deve essere ponderata in riferimento all’identità personale posseduta dalla minore nell’ambiente in cui è cresciuta fino al momento del disconoscimento da parte dell’attore.

Tribunale Bologna sez. I, 10/08/2015, n.2495

Disconoscimento di figlio nato prima dei 180 giorni dal matrimonio

Anche in relazione all’ipotesi dell’azione di disconoscimento di paternità di figlio “reputato legittimo” nato prima che siano decorsi 180 giorni dalle nozze, la “scoperta” dell’adulterio commesso all’epoca del concepimento – alla quale si collega il decorso del termine annuale di decadenza fissato dall’art. 244 cod. civ. (come additivamente emendato con sentenza n. 134 del 1985 della Corte costituzionale) – va intesa come acquisizione certa della conoscenza (e non come mero sospetto) di un fatto – non riducibile, perciò, a mera infatuazione, o a mera relazione sentimentale, o a mera frequentazione della moglie con un altro uomo – rappresentato o da una vera e propria relazione, o da un incontro, comunque sessuale, idoneo a determinare il concepimento del figlio che si vuole disconoscere.

Cassazione civile sez. I, 26/06/2014, n.14556

Figlio concepito durante il matrimonio

Ai fini dell’azione per il disconoscimento della paternità del figlio concepito durante il matrimonio, il “dies a quo” del termine annuale va collocato nel momento della scoperta dell’adulterio, intesa quale conoscenza della relazione o dell’incontro di carattere sessuale della donna con altro uomo, idonei a determinare il concepimento del figlio che s’intende disconoscere.

Cassazione civile sez. I, 26/03/2013, n.7581

Interesse del minore

In tema di azione per il disconoscimento della paternità, è manifestamente infondata la q.l.c. dell’art. 244 c.c. in relazione all’art. 117 cost., con riferimento all’art. 8 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, laddove vieta eventuali ingerenze di una autorità pubblica nell’esercizio del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, dal momento che il termine di decadenza per l’esercizio di detta azione è correlato ad un evento (scoperta in maniera certa dell’adulterio) che pone il presunto padre in condizione di valutare se proporre o meno, entro un termine congruo, la domanda di cui all’art. 235 c.c. ed al contempo garantisce sufficientemente, in ragione di tale congruità, l’interesse del minore alla certezza del suo “status”.

Cassazione civile sez. I, 30/05/2013, n.13638

Conoscenza della relazione

Ai fini dell’azione per il disconoscimento della paternità del figlio concepito durante il matrimonio, il “dies a quo” del termine annuale va collocato nel momento della scoperta dell’adulterio, intesa quale conoscenza della relazione o dell’incontro di carattere sessuale della donna con altro uomo, idonei a determinare il concepimento del figlio che s’intende disconoscere.

Cassazione civile sez. I, 26/03/2013, n.7581

Adulterio: data della conoscenza certa del fatto

In tema di azione di disconoscimento di paternità esercitata dal figlio, ai sensi dell’art. 235, comma 1, n. 3, c.c., in caso di adulterio della madre, il termine annuale di decadenza di cui all’art. 244, comma 3, per l’introduzione dell’azione decorre dalla data dell’acquisizione della conoscenza dell’adulterio e non da quella della raggiunta certezza negativa (da parte del figlio) della paternità biologica .

Cassazione civile sez. I, 02/07/2010, n.15777

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Pubblicato : 30 Dicembre 2022 05:00