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Rottura di parti in plastica: cosa prevede la garanzia?

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(@angelo-greco)
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Scopri se la garanzia copre le parti in plastica dei prodotti e come far valere i tuoi diritti come consumatore in caso di rottura.

Non capita di rado che le condizioni di vendita prevedano l’esclusione della garanzia biennale nel caso di rottura di parti di plastica. Così l’acquirente si trova a non poter cambiare un prodotto a volte ancora nuovo, per difetti che, in definitiva, risalgono alla fabbricazione. Ma è davvero questo che prevede la legge? 

In questo articolo, rispondiamo alle domande più comuni e vedremo cosa prevede la garanzia in caso rottura di parti di plastica. Ma procediamo con ordine.

Cosa prevede l’articolo 129 del Codice del consumo riguardo alla garanzia dei beni?

L’articolo 129 del Codice del consumo (Dlgs 206/2005), modificato dal Dlgs 170/2021, stabilisce che i beni di consumo devono possedere alcuni requisiti, tra cui l’idoneità all’uso, la durabilità, la funzionalità, la compatibilità e la sicurezza, al fine di essere conformi al contratto di vendita. Il consumatore può quindi aspettarsi che il prodotto sia privo di difetti e funzioni correttamente, tenendo conto della natura del bene e della pubblicità fatta dal venditore.

La garanzia copre la rottura di parti in plastica nei prodotti?

La normativa europea prevede un periodo minimo di garanzia di due anni per i beni di consumo, indipendentemente dal materiale di cui sono composti. Pertanto, in linea di principio, anche le parti in plastica dei prodotti dovrebbero essere coperte dalla garanzia, a meno che non si possa dimostrare che la rottura sia stata causata da un cattivo utilizzo da parte del consumatore.

Cosa prevede il diritto di garanzia?

Il diritto alla garanzia dura due anni dalla consegna del prodotto. La durata è di un solo anno per chi acquista il prodotto per esigenze collegate alla propria attività lavorativa (verosimilmente quando dà al venditore la propria partita Iva per chiedere la fattura ai fini della detrazione fiscale). 

In caso di vizio di fabbricazione che si manifesti nell’arco di questo tempo, il consumatore può chiedere, a propria scelta:

  • la riparazione entro termini ragionevoli;
  • la sostituzione con un prodotto identico.

Solo se queste soluzioni dovessero rivelarsi impossibili o antieconomiche in relazione alla natura del bene e del guasto, l’acquirente può chiedere a sua scelta:

  • il rimborso dei soldi con restituzione dell’oggetto (la cosiddetta risoluzione del contratto);
  • una riduzione del prezzo di vendita in proporzione al valore residuo del bene.

Non è più necessario che il consumatore denunci al venditore il vizio entro 60 giorni, come un tempo. Oggi invece tale obbligo permane solo per chi acquista per la propria attività lavorativa, dovendo denunciare il vizio entro 8 giorni dalla consegna.

Solo per le vendite online è dovuto il diritto di recesso entro 14 giorni dalla consegna della merce.

Chi ha l’onere della prova in caso di rottura di parti in plastica?

Se la rottura si verifica entro un anno dall’acquisto del prodotto, l’onere della prova spetta al venditore, che deve dimostrare che il danno è stato causato da un uso improprio da parte del consumatore.

Dopo il primo anno dall’acquisto, invece, è compito del consumatore dimostrare che la rottura non è dipesa da un cattivo utilizzo del prodotto.

Quali azioni può intraprendere il consumatore se il venditore rifiuta di applicare la garanzia?

Se il venditore rifiuta di applicare la garanzia nonostante sia evidente che il difetto non sia dipeso da un cattivo utilizzo, il consumatore può fare valere i suoi diritti in diversi modi:

  • tentare un’ulteriore mediazione con il venditore, spiegando che la normativa europea prevede una garanzia di due anni anche per le parti in plastica;
  • chiedere una perizia tecnica da parte di un esperto di propria fiducia per dimostrare che la rottura non è stata causata da un uso improprio;
  • avviare un’azione legale contro il venditore per ottenere la riparazione o la sostituzione del prodotto, qualora le soluzioni amichevoli non abbiano sortito effetto.

Esempio pratico: il caso dell’aspirapolvere

Poniamo il caso di Tizio, che si trova di fronte alla rottura di una ruota del suo aspirapolvere acquistato 14 mesi prima. Nonostante non vi sia stata alcuna sollecitazione o uso scorretto del prodotto, l’assistenza rifiuta di coprire il danno in garanzia, sostenendo che la garanzia per le parti in plastica vige solo per un anno e che la rottura sia imputabile a un cattivo utilizzo.

In questa situazione, Tizio può far leva sull’articolo 129 del Codice del consumo e sulla normativa europea in materia di garanzie, sottolineando che il periodo minimo di garanzia è di due anni e che il danno non può essere attribuito a un uso improprio. Qualora il venditore persista nel rifiuto, Tizio può richiedere un parere tecnico da un esperto per dimostrare che la rottura non è dipesa da un cattivo utilizzo e, se necessario, avviare un’azione legale per ottenere la riparazione o la sostituzione dell’aspirapolvere.

Come si possono prevenire problemi legati alla garanzia?

Per prevenire eventuali problemi legati alla garanzia, i consumatori possono adottare alcune precauzioni al momento dell’acquisto:

  • verificare le condizioni di garanzia offerte dal venditore e assicurarsi che queste siano conformi alla normativa europea e nazionale in materia di garanzie;
  • conservare tutti i documenti relativi all’acquisto, come scontrini, fatture e certificati di garanzia;
  • utilizzare il prodotto seguendo scrupolosamente le istruzioni del produttore e adottare comportamenti che ne preservino l’integrità e il corretto funzionamento;
  • in caso di difetti o malfunzionamenti, rivolgersi tempestivamente al venditore o al centro assistenza per richiedere l’intervento in garanzia.

 

 
Pubblicato : 25 Aprile 2023 16:00