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Risparmiare sulle tasse: trucchi e consigli per ridurre il carico fiscale

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(@paolo-remer)
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Strategie utili per ridurre o azzerare le imposte da pagare: tutte le agevolazioni previste dalla normativa tributaria.

La pressione fiscale in Italia è notevole, e per molti contribuenti diventa proibitiva. Secondo i calcoli più recenti e accreditati, negli ultimi decenni è stata sempre in aumento e attualmente sfiora il 44%, se si considera il coacervo delle imposte dirette sui redditi, di quelle indirette, che colpiscono i consumi, come l’Iva e le accise, e dei tributi patrimoniali, come l’Imu, il bollo auto; senza dimenticare i contributi previdenziali e assistenziali, che costituiscono una quota importante del prelievo complessivo.

In questa situazione, risparmiare sulle tasse è fondamentale, proprio come cercare di tagliare tutte le spese domestiche e non strettamente necessarie. Per questo ti forniamo dei trucchi e consigli per ridurre il carico fiscale. Tutti perfettamente legali, perché pagare le tasse è un dovere, ma esistono numerose agevolazioni e possibilità di sgravi che molti non conoscono e non sfruttano.

Comunemente si pensa che le imposte siano inevitabili e predeterminate; invece esistono vari regimi fiscali di vantaggio, numerose deduzioni, detrazioni e bonus, e, per imprenditori, commercianti e lavoratori autonomi, c’è la possibilità di scegliere la tipologia in cui inquadrare l’attività, senza che il fisco possa obiettare nulla. Iniziamo con qualche suggerimento utile alle partite Iva che – a torto o a ragione – si sentono le più tartassate. Poi proseguiamo con consigli di cui possono usufruire tutti i contribuenti: lavoratori dipendenti, studenti, pensionati ed anche disoccupati (che, pur essendo privi di redditi da lavoro, potrebbero avere altri proventi tassabili).

I regimi fiscali di vantaggio

Regime forfettario

Al posto della normale – e pesante – tassazione ordinaria, esistono alcuni regimi fiscali di vantaggio, che offrono un notevole risparmio d’imposta. Tra questi, il primo e più diffuso è il regime forfettario: prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva pari al 15%, invece della consueta tassazione dei redditi in base agli scaglioni Irpef (con aliquote, cioè percentuali di prelievo fiscale, che partono dal 23% per i redditi sino a 15mila euro annui, ed arrivano al 43% per i redditi superiori a 50mila euro). E per i primi 5 anni di attività l’imposta è ridotta al 5% soltanto.

Inoltre, nel forfettario gli adempimenti contabili sono notevolmente semplificati: bisogna emettere fattura per le cessioni di beni o le prestazioni di servizi svolte, ma non si paga l’Iva, e i costi vengono dedotti non analiticamente, ma in base a coefficienti di redditività variabili a seconda della tipologia dell’attività esercitata (sono compresi tra il 40% per il commercio ed il 78% per le professioni intellettuali: quindi un designer che rientra in quest’ultima categoria, ad esempio, se ha conseguito compensi pari a 10mila euro nell’anno considerato, pagherà l’imposta solo su 7.800 euro, e potrà anche detrarre i contributi previdenziali versati all’Inps).

Il regime forfettario non è per tutti, ma solo per chi non oltrepassa gli 85mila euro annui di ricavi o compensi, non ha redditi da lavoro o da pensione superiori a 30mila euro annui, non ha partecipazioni sociali e non sostiene spese per il personale dipendente oltre 20mila euro. Leggi “Come entrare nel regime forfettario“.

Startup innovative

I giovani imprenditori possono creare startup innovative: sono società che investono nel settore IT (information & tecnology) e adatte a chi vuole sviluppare un progetto di business senza carichi fiscali, in modo da poter dedicare alla crescita dell’impresa tutte le risorse finanziarie disponibili. L’idea alla base del progetto deve essere veramente innovativa: possono godere delle agevolazioni fiscali per le startup solo le società di capitali, cioè quelle costituite in forma di Srl o Spa o Sapa (non quindi, di società di persone, o di ditte individuali), che hanno per oggetto «lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico». Chi sceglie la forma della Srl può optare per la Srl semplificata, che richiede un versamento di capitale ridotto all’inizio.

Le startup innovative godono di rilevanti agevolazioni fiscali: sono esenti dall’imposta di bollo e di registro e dai diritti camerali per i primi 5 anni; ai fini Irpef o Ires, hanno una deduzione della base imponibile, o, in alternativa, una detrazione dell’imposta, pari al 30% (fino al 31 dicembre 2025, salvo proroghe). Le persone fisiche (non le società) che investono capitali in una startup innovativa hanno diritto a una detrazione Irpef del 50% in regime de minimis ai sensi della normativa europea [1] fino a un massimo di 100.000 euro; agli investitori ordinari spetta comunque la detrazione del 30% fino ad un conferimento di capitale massimo di un milione di euro, quindi con un risparmio fiscale pari a 300.000 euro.

Incentivi alle assunzioni

Le imprese che assumono lavoratori dipendenti possono beneficiare di sgravi contributivi molto consistenti, fino all’azzeramento totale. Gli incentivi alle assunzioni cambiano quasi ogni anno: nel 2023 il Decreto Lavoro varato dal Governo prevede l’esonero contributivo, al 100% o al 50%, per le assunzioni dei percettori dell’Assegno di inclusione (Adi) o dello Strumento di attivazione al lavoro (Sda), cioè le nuove misure che prenderanno il posto del Reddito di cittadinanza.

Permane anche nel 2023 l’incentivo per i datori di lavoro che assumono, a tempo indeterminato, disoccupati nelle Regioni meridionali (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna): lo sgravio dei contributi Inps è totale e dura 48 mesi dalla data di assunzione dei dipendenti. Esistono ulteriori agevolazioni per chi assume lavoratori con più di 50 anni di età, o giovani genitori, persone disabili, soggetti disoccupati che fruiscono della Naspi. Per il quadro completo, leggi “Sgravi fiscali: ecco chi conviene assumere nel 2023“.

Come abbattere l’Irpef

Deduzioni e detrazioni fiscali

Per diminuire l’imposta sui redditi da pagare ogni anno, si possono sfruttare le varie deduzioni e detrazioni fiscali: le deduzioni agiscono sulla base imponibile, cioè diminuiscono l’ammontare dei redditi su cui viene calcolata l’Irpef, mentre le  detrazioni operano sull’imposta già calcolata, con una percentuale predeterminata, che quasi sempre è del 19%.

Ad esempio, sono deducibili fino a 5.164,57 euro annui i versamenti effettuati nei fondi di previdenza complementare, quindi il risparmio effettivo d’imposta dipenderà dall’abbattimento dello scaglione Irpef in cui si trova il contribuente in base ai propri redditi complessivi (il risparmio sarà massimo se supera i 50mila euro, perché l’aliquota sull’eccedenza è del 43%); sono detraibili le spese mediche (ma con una franchigia di 129,11 euro), quindi tutti usufruiranno dello sconto del 19% in eguale misura (ma per i contribuenti con redditi superiori a 120mila euro la detrazione decresce progressivamente, sino ad azzerarsi al raggiungimento della soglia di 240mila euro).

Molte spese comuni, come quelle sanitarie, di istruzione, per i mutui sulla casa o per gli affitti e per la ristrutturazione o il restauro degli edifici, possono essere dedotte o detratte, anche nella dichiarazione precompilata mediante il modello 730. Per conoscerle in dettaglio, leggi l’articolo “Le detrazioni fiscali: tutto ciò che devi sapere per risparmiare“.

Cedolare secca

Se sei proprietario di immobili affittati, puoi risparmiare parecchio di Irpef grazie alla cedolare secca: è un imposta sostitutiva con aliquota del 21% (che per i contratti a canone concordato stipulati nei Comuni ad alta tensione abitativa scende al 10%) sull’ammontare dei canoni percepiti, al posto delle maggiori aliquote ordinarie Irpef. Leggi “Cedolare secca: quando e a chi conviene“.

Lavoratori dipendenti

I lavoratori dipendenti possono pagare meno Irpef grazie ad alcuni accorgimenti, come i fringe benefits erogati dal datore di lavoro (i compensi in natura, come, ad esempio, l’auto aziendale ed i buoni carburante), che non concorrono a formare il reddito imponibile – quindi sono detassati – fino a 258,23 euro (sino al 2022 l’esenzione arrivava a 3mila euro, ma non è stata confermata), e nel 2023 per i buoni carburante c’è un extra bonus di 200 euro. I buoni pasto sono esentasse nella maggior parte dei casi.

Giovani e studenti

La legge di Bilancio 2023 ha confermato alcune agevolazioni esistenti per la popolazione giovanile, come quella per l’acquisto della prima casa destinata agli under 36 e quella sugli affitti per gli under 31. Se vuoi conoscerle nei particolari, leggi “Tutti i bonus per i giovani: aiuti e opportunità“. Se sei uno studente universitario, o un suo genitore e lo hai fiscalmente a carico, ti sarà utile l’articolo “10 consigli per pagare meno tasse universitarie“.

Per altri suggerimenti, leggi: “Come risparmiare sulle tasse: consigli pratici“.

 
Pubblicato : 19 Maggio 2023 07:30