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Rischi del conto cointestato tra genitori e figli: cosa sapere

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(@angelo-greco)
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Scopri i rischi legati all’apertura di un conto corrente cointestato tra genitori e figli, tra accertamenti fiscali e pignoramento. Proteggi il tuo denaro e le tue operazioni bancarie.

Avere un conto corrente cointestato tra genitori e figli può offrire numerosi vantaggi, ma esistono anche alcuni rischi a cui prestare attenzione: rischi di natura fiscale, o derivanti da eventuali rivendicazioni degli eredi e da possibili debiti di uno dei contitolari del conto stesso. 

In questo articolo, analizzeremo le principali problematiche associate all’apertura di un conto corrente cointestato, con l’obiettivo di fornire una panoramica completa e suggerimenti per gestire al meglio il proprio denaro.

Che cos’è un conto corrente cointestato e come funziona?

Un conto corrente cointestato è un conto bancario aperto da due o più persone, che diventano titolari dello stesso conto. I cointestatari possono effettuare operazioni come accrediti, pagamenti, prelievi e bonifici. Esistono tre tipi di conti cointestati: 

  • a firma congiunta, che richiede l’autorizzazione di tutti gli intestatari per ogni movimento, 
  • a firma disgiunta, che consente a ciascun titolare di operare autonomamente sul conto;
  • misto, dove l’autorizzazione di tutti gli intestatari è richiesta solo per operazioni superiori a un determinato importo mentre quelle al di sotto possono essere eseguire disgiuntamente. 

Quali sono i vantaggi di un conto corrente cointestato tra genitori e figli?

Aprire un conto cointestato tra genitori e figli può offrire diversi vantaggi, come il risparmio sulle spese di gestione, la possibilità di accreditare diverse entrate sullo stesso conto e la facilità di gestione dei soldi in caso di eventi eccezionali (come, ad esempio, la disabilità di un genitore che gli impedisca di effettuare operazioni allo sportello).

Quali sono i rischi fiscali associati a un conto corrente cointestato tra genitori e figli?

Avere un conto cointestato con i genitori può attirare l’attenzione del Fisco, soprattutto se vi sono movimenti di denaro sospetti. È ciò che succede in caso di intestazione fittizia del conto a un familiare per nascondere eventuali proventi non dichiarati. 

Tizio ha un conto corrente cointestato con i suoi genitori i quali però sono semplici pensionati. Durante un accertamento fiscale, l’Agenzia delle Entrate scopre che sul conto sono stati depositati importi sospetti che eccedono le disponibilità dei due genitori. In questo caso, il Fisco può presumere che le somme siano di Tizio e procedere con le sanzioni previste.

La Corte di Cassazione ha stabilito che il Fisco può effettuare accertamenti sui movimenti di un conto cointestato a familiari per verificare la provenienza delle somme versate e individuare eventuali irregolarità fiscali.

Quali sono i rischi in caso di conto cointestato alla morte di uno dei titolari

Di norma, quando decede il titolare di un conto corrente, la banca blocca ogni operazione in attesa che gli eredi presentino la dichiarazione di successione e ne portino una copia presso la filiale. Solo allora provvederà a liquidare le quote a ciascun erede.

Ciò succede, di norma, anche con i conti cointestati: la banca blocca spesso ogni operazione, anche al cointestatario. Ma tale comportamento, secondo la giurisprudenza, è illegittimo poiché priverebbe anche al superstite di disporre di somme che sono di sua pertinenza (ad esempio l’accredito dello stipendio o della pensione). Sicché la banca – secondo la Cassazione – deve bloccare solo la quota del conto cointestato di proprietà del defunto, lasciando “operativa” la quota invece di pertinenza del superstite.

Un secondo problema che deriva dalla morte del cointestatario è l’eventuale azione da parte degli eredi nei confronti del superstite. Difatti, secondo la Cassazione, la cointestazione di un conto corrente configura una donazione. Le donazioni sono un’anticipazione della quota di legittima e quindi possono creare discriminazioni tra eredi legittimari. Pertanto se il defunto ha lasciato agli altri eredi legittimari (coniuge e figli o, in assenza dei figli, i genitori) meno di quanto prescrive la legge, questi ultimi possono intaccare gli atti di donazione fatti in vita. L’azione – quella di riduzione per lesione della legittima – può essere esercitata entro 10 anni dalla morte del cointestatario.

Gli altri eredi potrebbero anche contestare la donazione se questa risulta essere una simulazione: è ciò che succede quando il conto corrente è alimentato dai redditi di uno solo dei cointestatari, nella specie quello defunto. In tal caso andrà in successione l’intera giacenza del conto corrente e non solo quella di proprietà del defunto.

Qual è il rischio di pignoramento in un conto corrente cointestato tra genitori e figli?

Se uno dei titolari del conto (genitore o figlio) non adempie ai propri obblighi di pagamento, come quello relativo alle rate di un prestito, il conto corrente cointestato può essere soggetto a pignoramento. Tuttavia, il pignoramento riguarderà solo la quota di denaro appartenente al titolare inadempiente. Ad esempio, se il debito è del figlio, solo il 50% delle somme presenti sul conto potrà essere pignorato, mentre la parte di denaro del genitore rimarrà intatta.

Poniamo il caso che Caio, il figlio, abbia un debito con la banca per un prestito non rimborsato e condivida un conto corrente cointestato con i suoi genitori. In caso di pignoramento, solo il 50% delle somme presenti sul conto sarà soggetto a pignoramento, mentre l’altra metà, appartenente ai genitori, sarà al sicuro.

Anche la banca su cui è depositato il conto corrente potrebbe compensare un proprio credito che vanti nei confronti di uno dei cointestatari con il conto cointestato. Ad esempio, se Tizio è cointestatario di un conto con Caio e quest’ultimo è debitore della banca su cui tale conto è acceso, la banca stessa potrebbe attingere da tale conto per compensare il proprio credito. Ma potrebbe farlo entro i limiti della quota del debitore. 

 
Pubblicato : 21 Aprile 2023 06:00