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Risarcimento danni tra figli e genitori: come funziona

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(@mariano-acquaviva)
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In quali casi i genitori rispondono dei danni commessi dai figli minori? Quando non c’è coabitazione? In cosa consiste la prova liberatoria?

Beato chi è giovane: non solo perché ha ancora tutta la vita davanti, ma anche perché la legge lo rende immune da gran parte delle responsabilità. È cosa nota, infatti, che per i danni dei figli minorenni debbano rispondere i genitori. Ad esempio, il ragazzino che rompe il vetro di una finestra con una pallonata costringe i suoi genitori a dover aprire il portafogli e a pagare il risarcimento. Con questo articolo approfondiremo questo argomento, analizzando come funziona il risarcimento danni tra figli e genitori.

Sin da subito possiamo dire che, in realtà, la legge consente ai genitori (o a chi ne fa le veci) di evitare di pagare i danni: la norma di riferimento stabilisce infatti che i genitori sono liberati dalla responsabilità se provano di non aver potuto impedire il fatto. Che cosa significa? Come funziona il risarcimento danni tra figli e genitori? Scopriamolo insieme.

Danni dei figli: chi paga il risarcimento?

Come anticipato, per i danni causati dai figli minori rispondono i genitori. Sul punto la legge non lascia adito a dubbi: il padre e la madre sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori che abitano con essi [1].

La legge prosegue specificando che i genitori sono liberati dalla responsabilità soltanto se provano di non aver potuto impedire il fatto.

La norma appena citata offre degli interessanti spunti di riflessioni. Esaminiamoli.

Quando i genitori pagano per i danni dei figli?

Come visto nel precedente paragrafo, la legge stabilisce che i genitori pagano per i danni dei figli solamente se questi vivono insieme a loro. In altre parole, la norma estende la responsabilità ai genitori solo in caso di coabitazione.

Ora, visto che la legge obbliga i minori a vivere con i genitori, la specificazione riguardante la convivenza parrebbe superflua. In realtà, non è così.

L’elemento della coabitazione serve infatti ad escludere i casi in cui il minore non vive con i genitori, ad esempio perché il figlio vive in una casa famiglia oppure è stato affidato ad altre persone.

In altre parole, affinché i genitori rispondano del fatto illecito del figlio occorre che questi viva nella stessa casa, così come dovrebbe essere in una normale situazione familiare.

Non c’è invece bisogno che il danno sia stato commesso mentre è a casa con i genitori: anche se il fatto avvenisse in un altro contesto (a scuola, per strada, ecc.) i genitori sarebbero sempre responsabili, in quanto la legge presume che la condotta illecita del minorenne sia imputabile alla cattiva educazione impartita dai genitori stessi (cosiddetta “culpa in educando”).

Genitori separati: chi risarcisce per i danni dei figli?

Cosa succede nel caso in cui i genitori siano separati? Mettiamo il caso che il figlio minore sia stato affidato in modo esclusivo alla madre, mentre il padre può solamente fargli visita nei giorni previsti dal giudice. In un’ipotesi del genere, chi risponderebbe dei danni del bambino?

Secondo la Corte di Cassazione [2], dei danni causati dal figlio minore non risponde il genitore separato che non vive con la prole.

In altre parole, per la Cassazione va esclusa la responsabilità del genitore separato che non coabita con il figlio minore.

Non tutta la giurisprudenza è però d’accordo con tale conclusione: secondo diverse sentenze di merito [3] la separazione che fa venir meno la coabitazione tra genitore e figlio non esclude la responsabilità del primo per i danni del secondo, soprattutto se l’atto illecito è evidente frutto di una cattiva educazione ricevuta dal minore e questi ha continuato a frequentare con costanza il genitore.

Insomma: in caso di separazione (o di divorzio), bisogna concretamente dimostrare che la coabitazione è effettivamente cessata e che l’atto illecito del minore è imputabile alla cattiva educazione impartitagli anche dal genitore non più convivente.

Quando i genitori non pagano per i danni dei figli?

Non sempre i genitori pagano per i danni dei propri figli. Come visto nei precedenti paragrafi, i genitori non sono responsabili se il proprio figlio minore non vive con loro. C’è tuttavia un’altra ipotesi in cui tale responsabilità va esclusa: quando i genitori riescono a dimostrare di non aver potuto impedire il fatto.

Si tratta di una prova difficile da fornire, in quanto il genitore dovrà dimostrare che, nonostante la corretta educazione impartita al minore e la vigile sorveglianza sullo stesso, non è stato possibile impedire che l’illecito si verificasse.

La prova liberatoria richiesta ai genitori non si esaurisce nella sola dimostrazione di non aver potuto impedire il fatto, ma si estende alla prova di avere anche adottato, in via preventiva, le misure idonee a evitare l’illecito.

Secondo la Corte di Cassazione [4], è necessario che i genitori, al fine di fornire una sufficiente prova liberatoria per superare la presunzione di colpa, offrano la prova di aver impartito al figlio una buona educazione e di aver esercitato su di lui una vigilanza adeguata, il tutto in conformità alle condizioni sociali, familiari, all’età, al carattere e all’indole del minore.

Ad esempio, la giurisprudenza ha escluso la responsabilità dei genitori per il sinistro causato dal figlio minore alla guida del motorino per avere essi fornito la prova di aver fatto tutto il possibile per educare adeguatamente il figlio e prepararlo alla necessaria autonomia, in particolare, per ciò che rilevava nella fattispecie, avviandolo al lavoro e facendogli conseguire la patente «A» [5].

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Pubblicato : 26 Gennaio 2023 18:34