La proposta di riforma IRPEF potrebbe far risparmiare fino a 260€ a chi ha un reddito basso. La modifica implica la riduzione e il riadattamento degli scaglioni di imposta.

Il governo sta esplorando una possibile riforma dell’IRPEF che potrebbe portare a significativi cambiamenti nel sistema di tassazione. Ma cosa comporterebbe esattamente questa riforma? Chi ne trarrebbe beneficio e quanto? In pratica, chi andrà a guadagnare dalle nuove norme e chi invece ci perderà? In quest’articolo, analizzeremo nel dettaglio questi aspetti e illustreremo come potrebbe incidere sulle tasche dei contribuenti.

Nuovi scaglioni IRPEF: cosa cambia?

Il cambio proposto ridurrebbe gli scaglioni IRPEF da cinque a tre. Il nuovo modello Irpef verrebbe rimodulato nel seguente modo:

• fino a 28mila euro, con aliquota al 23%;
• oltre 28mila e fino a 50mila euro, con aliquota al 35%;
• oltre 50mila euro, con aliquota al 43%;
• fino a 85mila euro, resta la possibilità di aderire al regime forfettario con aliquota al 15%.

Quante persone sarebbero interessate dalla riforma?

La revisione interesserebbe i contribuenti con redditi superiori a 15mila euro, quasi 24 milioni di soggetti (circa il 57% della platea Irpef). Un impegno poderoso per le casse dello Stato che deve per questo recuperare ben 4 miliardi di euro. Resta quindi il solito nodo delle coperture da risolvere.

Quanto si risparmia con la riforma Irpef?

La riduzione d’imposta andrà ad avvantaggiare paradossalmente chi guadagna di più.

Ipotizziamo tre casi:

• chi dichiara 15 mila euro e pertanto si colloca interamente sul primo scaglione, non avrà alcun beneficio dalla riforma;
• chi dichiara 28mila euro avrà un risparmio pari al 2% del maggior reddito rispetto al valore di 15mila euro. In altre parole un reddito di 20mila euro si determinerà un risparmio annuo di 100 euro (il 2% di 5mila);
• chi ha redditi superiori avrà un risparmio pari a 260 euro annui.

Effetti sull’equità orizzontale dell’IRPEF: chi beneficia?

La riduzione dell’aliquota del secondo scaglione garantirebbe risparmi d’imposta a tutti i contribuenti con redditi superiori a 15mila euro, ma non avrebbe effetti sull’equità orizzontale dell’IRPEF. Tutti i contribuenti, indipendentemente dalla categoria reddituale di appartenenza, godrebbero degli stessi risparmi a parità di reddito.

Un lavoratore dipendente e un lavoratore autonomo, entrambi con un reddito di 20mila euro, avrebbero un risparmio d’imposta di 100 euro, nonostante la loro diversa categoria reddituale.

Condizioni dei conti pubblici: la riforma è sostenibile?

È ancora da definire se le condizioni dei conti pubblici permetteranno l’attuazione della riforma, con l’ipotesi attuale che circoscrive l’intervento alla sola riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dell’imposta. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha confermato che se ci saranno le condizioni, si procederà con la riforma.