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Responsabilità del beneficiario dell’eredità per i debiti del defunto

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(@angelo-greco)
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Quali sono i debiti che passano in successione e quelli di cui non rispondono gli eredi. I rischi per chi accetta l’eredità e le tutele legali.

Accettare l’eredità non significa solo acquistare la proprietà dei beni che prima erano del defunto, ma assumersi anche i relativi debiti (nei limiti della propria quota di successione).

Ogni erede infatti ha una responsabilità personale per i debiti del defunto. “Personale” significa che ne risponde con il proprio patrimonio.

Tuttavia, da un lato, è possibile limitare tale responsabilità ai soli beni ricevuti in successione (in tal modo evitando che i creditori del de cuius possano pignorare casa, conto corrente e stipendio dell’erede). Dall’altro lato non tutti i debiti cadono in successione: ve ne sono alcuni di cui non ne risponde l’erede.

Detto ciò vediamo come funziona la responsabilità del beneficiario per i debiti del defunto. Vedremo come si ripartiscono le passività tra i vari eredi, cosa rischia uno di questi se gli altri non pagano le rispettive quote, quali sono i diritti e i doveri di chi accetta l’eredità. Ma procediamo con ordine.

Quali sono i debiti che cadono in successione

Faremmo forse prima a dire quali sono i debiti che non cadono in successione. In generale, infatti, tutte le obbligazioni non adempiute dal defunto, salvo alcune eccezioni, si trasferiscono su coloro che ne accettano l’eredità. Prima di tale accettazione, i parenti e i soggetti citati nel testamento non sono responsabili dei debiti altrui. Questo significa che il creditore del soggetto passato a miglior vita non può bussare alla porta dei suoi familiari e pretendere il pagamento da questi se ancora non hanno manifestato alcuna volontà. Non può farlo neanche il fisco.

La lista dei debiti che cadono in successione è ampia. Vi possiamo ricomprendere tutte le imposte, le obbligazioni con il condominio, le utenze, i contratti non ancora adempiuti, le rate del mutuo con la banca o del finanziamento. Vi rientrano anche i debiti relativi a società di persone (Snc, Sas o società semplici) mentre sono esclusi i debiti delle società di capitali (Srl, Spa, Sapa).

Per un elenco più completo leggi Quali debiti passano agli eredi.

Non cadono invece in successione le sanzioni amministrative come le multe stradali, le sanzioni penali e tributarie, i debiti di gioco, i debiti prescritti, i debiti relativi ad alimenti e mantenimento, le obbligazioni personali.

Per un elenco più completo leggi Quali debiti non passano agli eredi.

Come funziona la responsabilità dell’erede per i debiti del defunto?

La responsabilità dell’erede è pari alla sua quota di eredità. Ad esempio, un erede al 33% otterrà un terzo dell’attivo del patrimonio del defunto ma dovrà anche pagare un terzo di tutti i suoi debiti.

Tra eredi non c’è responsabilità solidale: significa che se un erede non paga la propria quota del debito del defunto, il creditore non può agire nei confronti degli altri eredi. Ciò non vale solo per l’imposta di successione e le imposte sul reddito del defunto per le quali invece sussiste la responsabilità solidale, il che implica che l’Agenzia delle Entrate può pretendere l’integrale pagamento anche da un solo erede.

Come anticipato in apertura, la responsabilità dell’erede per i debiti della successione scatta solo con l’accettazione dell’eredità: accettazione però che può essere sia espressa (con dichiarazione rilasciata al notaio o al cancelliere del tribunale) che tacita (ossia con comportamenti concludenti). Poiché l’accettazione non può mai essere revocata, bisogna quindi fare attenzione agli atti che si pongono in essere poiché, se questi manifestano appunto la volontà di diventare erede del defunto, si avrà anche un’automatica responsabilità per i debiti dello stesso.

La responsabilità dell’erede per i debiti lasciati dal de cuius si estende al suo patrimonio personale. Il che significa che questi ne risponde con tutti i suoi beni, anche quelli di cui era proprietario prima dell’accettazione stessa (ad esempio il quinto dello stipendio o della pensione). Come vedremo a breve, però, esistono dei sistemi per limitare tale responsabilità.

Come limitare la responsabilità dell’erede

L’erede consapevole del fatto che il passivo della successione è superiore all’attivo può rinunciare all’eredità. Lo può fare con dichiarazione espressa (rilasciata al notaio o al cancelliere) oppure evitando di accettare l’eredità e lasciando decorrere 10 anni (senza compiere atti di accettazione tacita).

L’erede però che non ha piena consapevolezza della consistenza del patrimonio del defunto e tuttavia non vuol rischiare può sempre accettare l’eredità con beneficio di inventario. Con questo sistema – un po’ più costoso – egli risponderà dei debiti del defunto non più con il suo patrimonio personale ma solo con quello ricevuto in successione e dunque nei limiti del valore di quest’ultimo.

Per chi è nel possesso dei beni del defunto (si pensi al convivente), l’accettazione con beneficio di inventario impone di dover fare l’inventario entro 3 mesi dall’apertura della successione e la dichiarazione di accettazione con beneficio nei successivi 40 giorni.

Per approfondimenti leggi: Accettazione eredità con beneficio d’inventario: cos’è?

 
Pubblicato : 28 Settembre 2023 06:00