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Regole segnalazione autovelox: come fare ricorso

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(@angelo-greco)
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Come annullare la multa per eccesso di velocità in caso di segnaletica irregolare. L’autovelox deve essere visibile? Che succede se la polizia si posiziona dietro una curva?

La legge fissa alcune regole sulla segnalazione dell’autovelox che, se non rispettate, consentono di fare ricorso per ottenere l’annullamento della multa e della decurtazione dei punti dalla patente. A cosa ci riferiamo? Al cartello che, per legge, deve essere obbligatoriamente apposto prima della postazione di controllo elettronico della velocità. Risponderemo ad alcune frequenti domande come: quanti chilometri prima dell’autovelox deve essere presente l’avviso con la scritta “Rallentare”? Se, dopo poco, c’è un incrocio tale avviso va ripetuto? Cosa fare se la segnaletica in questione non è presente e come fare a dimostrarlo? L’autovelox deve essere visibile?

Vediamo dunque cosa dice la legge sulla segnalazione dell’autovelox e come le sentenze della Cassazione hanno interpretato la marea di decreti ministeriali che hanno regolamentato la materia. Ma procediamo con ordine.

L’autovelox deve essere segnalato?

Prima di ogni autovelox ci deve essere il segnale con l’avviso, rivolto all’automobilista, del possibile controllo elettronico della velocità. La presenza dell’avviso non implica però necessariamente che vi sia un autovelox o che questo sia funzionante. Ecco perché – secondo la famosa direttiva Minniti del 2017 – laddove si tratti di una strada ove i controlli elettronici della velocità vengono fatti sporadicamente è necessario che, oltre all’apposito cartello (fissato in modo stabile ai margini della carreggiata), la polizia ne posizioni all’occorrenza un secondo, di tipo mobile, anche ai bordi della strada. In questo modo, il conducente che è portato a ritenere che, a fronte dell’avviso, non vi sia alcun autovelox viene messo in allerta.

Il decreto del ministero dei trasporti del 13 giugno 2017 n. 282/17 afferma che alcuna preventiva segnalazione è necessaria per gli autovelox installati a bordo delle auto della polizia (punto n. 7.3). Tuttavia la Cassazione ha affermato l’esatto contrario sicché quest’ultima posizione è attualmente quella da ritenere più attendibile. Questo significa che anche in presenza di un autovelox di tipo Scout Speed (ossia montato sulla volante della polizia e con questa in movimento) ci deve essere il cartello con l’avviso preventivo.

Come deve essere segnalato l’autovelox?

Veniamo alle modalità con cui deve essere segnalato l’autovelox. Partiamo da ciò che deve essere scritto sul cartello. La dizione comune è «Attenzione: controllo elettronico della velocità», ma non si escludono formule equivalenti purché chiare e intellegibili.

La Cassazione ha però detto che, se il rilevamento avviene sulla velocità media, ossia tramite Tutor, il cartello deve specificarlo. Sicché sarebbe illegittima la formula indicata per l’autovelox ma bisognerebbe riportare «Attenzione: controllo elettronico della velocità media» proprio al fine di eliminare ogni equivoco. Dopo la fine del tratto in cui è funzionante il tutor deve essere apposto un ulteriore segnale, di norma raffigurante il cappello della polizia: è lì che è posizionata la cosiddetta “porta d’uscita” e finisce il controllo.

Come deve essere il cartello con l’avviso dell’autovelox?

Come tutti i cartelli stradali, anche la segnalazione preventiva di autovelox e tutor devono essere leggibili e quindi non oscurati da vegetazione o da altri segnali, non devono riportare graffiti e devono essere di dimensioni sufficienti affinché possano essere agevolmente letti.

Quanti chilometri prima deve trovarsi il cartello dall’autovelox?

Il decreto ministeriale 282/2017 stabilisce che l’avviso all’automobilista deve trovarsi almeno 1 chilometro prima dell’autovelox. La Cassazione invece ha parlato di ragionevole distanza, da rapportare alla strada e quindi all’andatura dei veicoli, affinché sia consentita una “dolce frenata”.

L’ordinanza n. 25544/2023 della Cassazione ha stabilito che il cartello con l’avviso deve essere ripetuto dopo ogni intersezione. Si può quindi far ricorso e ottenere l’annullamento della multa e del taglio dei punti dalla patente perché l’autovelox si trova a meno di un chilometro dal cartello con la velocità massima. E il principio vale anche se il segnale ripete il limite precedente. Non conta, infatti, che lo spazio minimo fra il cartello e l’apparecchio di rilevamento elettronico serva a consentire al conducente del veicolo di ridurre l’andatura del mezzo senza rischi: il segnale contiene comunque un’imposizione al di là dell’esistenza di un precedente limite e della relativa entità.

Dopo quanti chilometri il cartello va ripetuto?

Il cartello va ripetuto ogni volta che sia presente un incrocio, una intersezione o un nuovo segnale indicante il limite di velocità (come detto anche se ripete il precedente segnale o stabilisce il limite ordinario di velocità previsto dalla legge su quel tipo di strada).

Inoltre, per legge, il cartello va ripetuto dopo 4 chilometri da quello precedente. Superato infatti tale spazio, l’avviso perde efficacia e pertanto è illegittimo fare controlli elettronici a meno che, appunto, non venga installato un nuovo segnale.

L’autovelox deve essere visibile?

Secondo la Cassazione non è strettamente necessario che la postazione della polizia sia visibile, essendo sufficiente solo la presenza del cartello con l’avviso. Quindi è legittimo l’autovelox posizionato dopo una curva. Certo però è che l’amministrazione deve sempre improntarsi a principi di buona fede e trasparenza: non può pertanto adottare comportamenti maliziosamente volti a nascondere intenzionalmente la postazione. E del resto è lo stesso articolo 142, comma 6bis, del codice della strada a precisare che «le postazioni di controllo per il rilevamento della velocità devono essere segnalate e ben visibili”.

Come dimostrare che il cartello non era presente?

L’aspetto più problematico relativo all’annullamento della multa per assenza del cartello è come dimostrare tale circostanza in un eventuale giudizio, attesa la difficoltà a fornire la prova di un fatto che non esiste. Si ritiene legittimo il ricorso a filmati che, nel ripercorrere il tratto di strada in questione, dimostrino l’assenza di segnaletica o una segnaletica non regolamentare. L’automobilista deve procurarsi ovviamente la prova prima di avviare il giudizio, a pena di rigetto della domanda.

Come fare ricorso contro l’autovelox?

Ci sono due strade per fare ricorso contro la multa per eccesso di velocità. La scelta è libera e rimessa all’automobilista.

La prima è presentare un ricorso al Giudice di pace entro 30 giorni dal ricevimento della multa. In tal caso, il ricorrente deve anticipare i costi del giudizio e – preferibilmente, ma non obbligatoriamente – farsi assistere da un avvocato. Bisognerà partecipare alle udienze, ma l’eventuale rigetto della domanda può solo confermare l’importo originario della multa senza aumentarlo.

La seconda opzione è il ricorso al Prefetto entro 60 giorni dal ricevimento della multa. Il ricorso è gratuito e non necessita della presenza fisica del ricorrente, anche se questi può comunque chiedere di essere ascoltato di persona. Se il ricorso viene rigettato, l’ordinanza prefettizia condanna il ricorrente al pagamento del doppio della sanzione ma, contro di essa, è possibile fare ricorso nei successivi 30 giorni al Giudice di Pace.

Se il Prefetto non risponde entro 210 giorni (o 180 se il ricorso viene spedito per il tramite della polizia o dell’altro organo accertatore), il ricorso si considera accolto. Invece, nel caso del ricorso al Giudice di pace, l’avvio del giudizio sospende qualsiasi termine di prescrizione.

 
Pubblicato : 1 Settembre 2023 15:42