Regime forfettario Partita IVA: funzionamento e limiti
Regole, condizioni e limiti di reddito del regime forfettario per autonomi e professionisti. Ecco quando si esce superato il tetto dei 100 mila euro.
Il regime forfettario per le Partite IVA ha subito significative modifiche nel 2024, influenzando in modo determinante le tasse e le condizioni di adesione per autonomi e professionisti. Questo regime, che consente una tassazione agevolata e semplifica gli adempimenti fiscali, richiede particolare attenzione ai nuovi limiti di reddito e alle condizioni specifiche per mantenerne i benefici. Superata la soglia di 100mila euro di fatturato si esce infatti dal regime e si pagano le imposte ordinarie.
In questo articolo, esploriamo le regole, il funzionamento e i limiti del regime forfettario fornendo una guida chiara su come calcolare i requisiti per rimanere all’interno di tale condizione.
Cos’è il regime forfettario?
Il regime forfettario è un’opzione fiscale che offre ai titolari di Partita IVA una tassazione ridotta e una semplificazione delle pratiche contabili.
La tassazione è del 15% e, per i primi 5 anni di attività, del 5%. Questo fa sì che il contribuente sia sottratto al regime degli scaglioni Irpef che aumentano progressivamente all’aumentare del reddito prodotto. Invece nel regime forfettario la tassazione è “piatta” (o flat, come spesso si dice) perché è sempre pari al 15%.
Per calcolare l’importo su cui pagare il 15% dele tasse devi moltiplicare i tuoi incassi per un coefficiente – il cosiddetto coefficiente di redditività – diverso in base al lavoro che svolgi.
Facciamo un esempio pratico. Mario ha incassato 20.000 euro e ha un coefficiente di redditività del 78%; in tal caso Mario pagherà le imposte su 15.600 euro, quindi 20.000 euro x 78%.
Quali sono i vantaggi del regime forfettario?
Il regime forfettario offre vantaggi quali la riduzione delle tasse, assenza di IVA e ritenuta d’acconto, e quindi una maggiore competitività nel mercato, specie per chi ha iniziato da poco a fatturare.
Quali sono i requisiti per accedere al regime forfettario?
Rientrano nel regime forfettario coloro che esercitano attività di impresa, arti o professioni in forma individuale, con adempimenti semplificati e una tassazione forfettaria dei redditi.
Per entrare e rimanere nel regime forfettario devi soddisfare alcuni requisiti:
- essere residente in Italia;
- non essere socio di società di persone o detentore di quote di maggioranza in società di capitali operanti nello stesso settore;
- devi avere incassi inferiori a 85.000 euro nell’anno precedente a quello di imposta;
- devi avere compensi per collaboratori inferiori a 20.000 euro all’anno;
- se dipendente, RAL inferiore a 30.000 euro nell’anno precedente;
Cosa accede se superi 85 mila euro?
Se, in un anno, superi gli 85mila euro di fatturato, l’anno successivo rientrerai nel regime ordinario, quello cioè con gli scaglioni Irpef.
Che succede se superi 100mila euro?
Se superi i 100 mila euro di ricavi o compensi, l’uscita dal regime forfettario è immediata ossia nello stesso anno.
Il superamento del limite di 85 mila euro, ma rimanendo sotto i 100 mila euro, comporta il passaggio quindi al regime ordinario dall’anno successivo. In questo caso, si applicano regole ordinarie per la rettifica dell’imposta sugli acquisti di beni ammortizzabili e di beni e servizi non ancora ceduti o utilizzati al momento dell’incasso dell’operazione che ha portato al superamento della soglia limite.
Che fare se una fattura viene pagata nell’anno successivo?
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la fattura che comporta il superamento del limite di 100 mila euro in corso d’anno, se emessa al momento dell’incasso, deve esporre l’Iva a debito. Se l’incasso, invece, avviene successivamente, gli obblighi Iva sono considerati assolti a partire dal momento appunto dell’incasso dell corrispettivo e la fattura dovrà essere integrata. L’Iva dovrà essere applicata anche alle cessioni di beni e prestazioni di servizi già effettuate ma non ancora fatturate al momento dell’incasso che supera il tetto dei 100 mila euro.
In altre parole: ai fini Iva, il periodo d’imposta decorre dalla data di incasso, che comporta il superamento del limite di 100 mila euro in corso d’anno. Se l’incasso è contestuale alla fattura, questa deve indicare l’Iva a debito e l’eventuale ritenuta d’acconto; se l’incasso è successivo alla fattura, questa va integrata con una nota di debito per l’importo della corrispondente Iva. Rimangono nel regime forfettario, invece, le fatture emesse prima dell’incasso che ha portato al superamento della soglia.
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