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Reato autonomo: che cosa significa?

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(@mariano-acquaviva)
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Circostanze del reato: cosa sono, qual è la differenza tra attenuanti e aggravanti e come funziona il giudizio di bilanciamento?  

Si definisce “illecito” la condotta che è contraria alla legge. In pratica, illecito è sinonimo di illegale. L’illecito può essere di diversi tipi a seconda della natura della norma che ha violato. Ad esempio, il ragazzo che con una pallonata rompe i vetri della finestra del vicino commette un illecito civile, con conseguente obbligo di pagare il risarcimento; chi non rispetta il Codice della strada commette un illecito amministrativo, a cui segue un determinato tipo di sanzione (ad esempio, multa e sospensione della patente); chi fa del male a un’altra persona colpendola al viso con un pugno commette un illecito penale, meglio noto come “reato”. Con questo articolo ci occuperemo di un particolare aspetto: vedremo cioè che cosa significa reato autonomo.

Come vedremo, parlare di “reati autonomi” implica necessariamente discutere di un altro argomento, cioè delle “circostanze del reato”. Come meglio diremo nel prosieguo, le circostanze sono “elementi accessori” del reato, senza i quali il crimine si ritiene comunque perfettamente compiuto. Le circostanze si dividono a loro volta in attenuanti e aggravanti a seconda del modo in cui incidono sulla determinazione della pena. Ma non andiamo troppo oltre. Se l’argomento t’interessa, prenditi cinque minuti di tempo per proseguire nella lettura: vedremo insieme che cosa significa reato autonomo.

Che cos’è un reato?

Come anticipato in premessa, il reato è un illecito, cioè un fatto illegale. Nello specifico, è reato tutto ciò che è punito dalla legge con un certo tipo di sanzione che, tecnicamente, prende il nome di “pena”.

Le pene previste per i reati sono di due tipi: detentive e pecuniarie. Le pene detentive sono quelle che comportano la condanna al carcere e sono l’arresto, la reclusione e l’ergastolo.

Le pene pecuniarie comportano solamente il pagamento di una certa somma di denaro. Sono pene pecuniarie l’ammenda e la multa.

Pene detentive e pene pecuniarie possono anche sommarsi, nel senso che il giudice può condannare il colpevole a scontare entrambe.

Ad esempio, il furto è punito con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e, congiuntamente, con la multa da 154 a 516 euro. È poi il giudice, entro questa “forchetta”, a determinare in concreto la pena.

Circostanze del reato: cosa sono?

Le circostanze del reato sono elementi accessori del reato che, se presenti, determinano un aumento o una diminuzione della pena. Nel primo caso avremo “circostanza aggravanti” mentre nel secondo “circostanze attenuanti”.

Le circostanze sono elementi accessori poiché, in loro assenza, il reato è comunque “perfetto”, nel senso che si ritiene comunque consumato. La presenza delle circostanze serve solamente a calibrare meglio la pena in base all’effettiva gravità del fatto che, di per sé, già costituisce reato. Un esempio servirà a chiarire meglio quanto appena detto.

Secondo la legge [1], chi commette un reato mentre si trova in stato di latitanza deve essere punito con una sanzione più grave, aumentata fino a 1/3. La latitanza, infatti, è considerata una circostanza aggravante del reato.

Al contrario, chi commette un reato perché provocato dal fatto ingiusto altrui merita uno sconto di pena: la provocazione, infatti, costituisce una circostanza attenuante del reato [2].

Questi esempi di circostanze del reato rendono bene l’idea di quanto sopra detto: anche in assenza di latitanza, chi commette un reato verrebbe comunque punito; la latitanza, però, aggrava la posizione del reo, il quale per legge è meritevole di una sanzione maggiore.

Lo stesso dicasi per la provocazione: chi colpisce con un pugno una persona che l’ha appena insultato commette un reato (percosse o lesioni, a seconda dell’esito del colpo inferto), ma la sua gravità potrebbe essere mitigata dal ricorrere della circostanza attenuante.

Reato autonomo: cosa significa?

Si parla di “reato autonomo” quando si fa riferimento a una condotta che sembrerebbe essere una circostanza ma, in realtà, è un crimine a tutti gli effetti.

In altre parole, il reato autonomo è quello che, solo in apparenza, sembra essere un elemento accessorio di un altro crimine (quindi, una circostanza) ma, in realtà, è un illecito da considerare a sé stante. Un esempio renderà tutto più chiaro.

La legge [3] punisce in maniera molto severa lo spaccio di droga, con pene che raggiungono i venti anni di reclusione. Tuttavia, la stessa legge dice che, quando lo spaccio è di modesta entità, il reo va punito con una pena che va dai sei mesi ai quattro anni di reclusione.

Ora, in un caso del genere si potrebbe essere indotti a credere che lo “spaccio minore” costituisca una circostanza attenuante del reato principale di spaccio (quello punito con pena fino a 20 anni). In realtà, la giurisprudenza ha da tempo chiarito che il cosiddetto “piccolo spaccio” è un reato autonomo e non una semplice circostanza di un reato più grave.

Qual è la differenza? Cosa comporta che un certo fatto sia considerato reato autonomo anziché circostanza? È presto detto.

Giudizio di bilanciamento: cos’è?

Il fatto che una certa condotta sia considerata reato autonomo e non circostanza consente di poter applicare, sulla pena prevista per il reato, aumenti o diminuzioni in base al ricorrere di altre circostanze. Spieghiamoci meglio.

In presenza di un reato possono configurarsi più circostanze contemporaneamente. Riprendiamo l’esempio del latitante e della provocazione. Se un latitante dovesse colpire al volto una persona che l’ha pesantemente insultato si configurerebbero il reato di lesioni e, allo stesso tempo, due circostanze: l’aggravante della latitanza e l’attenuante della provocazione.

In un’ipotesi del genere, spetterebbe al giudice “bilanciare” le due circostanze e stabilire se una prevale sull’altra oppure se si equivalgono, con la conseguenza che:

  • se prevale l’aggravante, si ha un aumento della pena;
  • se prevale l’attenuante, si ha una diminuzione della pena;
  • se le circostanze si equivalgono, si applica la pena che sarebbe inflitta se non concorresse alcuna di dette circostanze [4].

Questo giudizio di bilanciamento può però farsi solo tra circostanze; nel momento in cui quella che sembrerebbe una circostanza viene considerata un reato autonomo, non si potrebbe più effettuare alcuna operazione del genere.

Ad esempio, se un latitante dovesse essere sorpreso mentre spaccia una piccola dose di marijuana, si applicherà l’aggravante della latitanza al reato autonomo del piccolo spaccio.

Se invece il piccolo spaccio fosse una circostanza attenuante del più grave reato di spaccio punito con venti anni di galera, allora il reo rischierebbe grosso in quanto si troverebbe in presenza di due circostanze (l’aggravante della latitanza e l’attenuante dello spaccio lieve), con la conseguenza che, se il giudice volesse far prevalere l’aggravante oppure ritenere le circostanze equivalenti, al reo si applicherebbe il reato di spaccio con pena fino a venti anni!

Reato autonomo e circostanze: differenza

La principale conseguenza della differenza tra reato autonomo e circostanza sta dunque nel fatto che il giudizio di bilanciamento è valido solo in presenza di più circostanze; quando c’è un reato autonomo, invece, è su di esso che bisogna “operare” per determinare la pena finale in base alla presenza di una o più circostanze.

Il reato autonomo, quindi, offre la pena su cui poi il giudice deve fare “aumenti” oppure “diminuzioni” sulla scorta delle eventuali circostanze esistenti.

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Pubblicato : 25 Dicembre 2022 08:00