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Rapporti con minore di 14 anni consenziente

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(@raffaella-mari)
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La Corte di Cassazione si pronuncia sulla rilevanza dell’induzione sessuale su minori con meno di 14 anni e sulla natura del “consenso sessuale”.

Quando si tratta della protezione dei minori, in che modo la giurisprudenza italiana interviene in relazione ai crimini sessuali? Una recente sentenza della Corte di Cassazione si occupa dei rapporti con minore di 14 anni consenziente, spiegando se tale condotta costituisca o meno un reato. La volontà del più giovane può costituire una “scriminante” per il partner più adulto che, giocando proprio sul volere di quest’ultimo, avrebbe agito senza alcun inganno o violenza? Vediamo cosa dice la giurisprudenza in merito.

Cosa dice la legge sugli atti sessuali con minorenne

Ai sensi dell’articolo 609-quater del codice penale, commette reato chi compie atti sessuali con persona che al momento del fatto:

  • non ha compiuto quattordici anni;
  • non ha compiuto sedici anni, quando il colpevole sia l’ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con quest’ultimo, una relazione di convivenza.

La vicenda

Un istruttore di pallavolo è stato accusato di aver indotto una sua allieva di soli tredici anni a inviare immagini e video a sfondo sessuale. Nonostante la difesa avesse tentato di contestare le accuse, sia il Tribunale che la Corte d’appello hanno confermato la responsabilità penale dell’istruttore.

La difesa ha argomentato che non vi fosse prova concreta dell’induzione da parte dell’istruttore e ha citato la presenza di messaggi che indicavano una relazione amorosa tra i due. La questione centrale era: è necessaria una prova dell’induzione quando la vittima è infraquattordicenne?

Chi ha 13 anni o meno può avere rapporti se consenziente?

La Corte di Cassazione ha sottolineato che, per un minore infraquattordicenne, non è considerato in grado di dare un “consenso sessuale” valido. Di conseguenza, dinanzi a un rapporto da questi consumato, non è necessario indagare sull’eventuale sussistenza del consenso, poiché si presume che il minore non possa fornire un consenso effettivo, indipendentemente dalla presenza o meno di induzione.

In altri termini, anche se è lo stesso minore a volere il rapporto, il soggetto più grande commette reato e può essere punito con la stessa pena prevista per il reato di violenza sessuale ossia con la reclusione da sei a dodici anni.

Cosa si definisce “violenza sessuale” con un minore?

La Corte di Cassazione ha chiarito che non è necessario un contatto fisico per configurare un atto come violenza sessuale. Qualsiasi atto che coinvolga la corporeità sessuale della vittima, anche se solo telematicamente e che comprometta la libertà individuale, rientra in questa definizione. Questo significa che spingere – anche se con minacce – una persona a inviare immagini a sfondo hard integra il reato di violenza sessuale.

Qual è l’elemento soggettivo del reato?

Secondo la Corte, per la configurazione del reato non è essenziale che l’agente persegua specificamente il proprio piacere sessuale. Basta che l’agente sia consapevole della natura sessuale dell’atto, indipendentemente dall’intento finale.

 
Pubblicato : 17 Ottobre 2023 12:45