Querela tramite raccomandata: come funziona?
Come si sporge querela per mezzo del servizio postale? Chi può autenticare la firma apposta in calce alla segnalazione di reato?
Non tutti sanno che si può sporgere querela anche tramite raccomandata; in questo modo, è possibile indirizzare l’atto direttamente alla polizia oppure alla Procura territorialmente competente. Ad esempio, chi vive a Roma ma intende denunciare un furto che è avvenuto all’interno della sua abitazione a Messina, può inviare la querela direttamente al pubblico ministero che si trova in quella città. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: come funziona la querela tramite raccomandata?
Sporgere una denuncia a mezzo servizio postale è infatti una procedura particolare che non può essere adempiuta da soli: come diremo, occorre necessariamente l’ausilio di un’altra persona, la quale sia autorizzata dalla legge ad attestare che la firma è stata apposta in sua presenza. Ma procediamo con ordine.
Che cos’è la querela?
La querela è la segnalazione di reato proveniente direttamente dalla persona offesa entro un certo tempo da quando il crimine è accaduto.
Caratteristiche fondamentali della querela sono pertanto:
- la provenienza, in quanto solo la vittima può sporgere la segnalazione;
- la tempestività. Solitamente, la querela va presentata alle autorità entro tre mesi da quando si è avuta conoscenza del reato.
Quali sono le caratteristiche della querela?
La querela è condizione di procedibilità dell’azione penale, nel senso che, senza di essa, le autorità non possono agire contro l’autore dell’illecito.
Il querelante può sempre ritornare sui propri passi e decidere di revocare l’iniziale denuncia: in questo caso il reato si estingue e il giudice deve porre fine al processo in corso con sentenza di non doversi procedere. Si parla in questi casi di remissione di querela.
La persona offesa può perfino rinunciare sin da subito al proprio diritto di sporgere querela: in questa ipotesi, però, non è più possibile avere ripensamenti, in quanto la rinuncia estingue il diritto in modo definitivo.
Il diritto di querela si estingue anche in caso di morte della persona offesa. Se però la querela era già stata sporta, allora il procedimento seguirà il suo corso. A tal proposito, si legga l’articolo dal titolo Se muore il querelante che succede?
Come si sporge querela?
La querela può essere scritta oppure orale:
- nel primo caso può essere depositata anche da una persona munita di procura speciale (in genere, il proprio avvocato di fiducia);
- nell’ipotesi di querela orale, invece, occorre necessariamente la presenza della persona offesa, la quale non può farsi sostituire nell’esposizione orale da qualcun altro.
Quando la dichiarazione di querela è proposta oralmente, il verbale in cui essa è ricevuta è sottoscritto dal querelante. La firma della persona offesa è elemento indispensabile di validità dell’atto.
In ogni caso, l’autorità che riceve la querela provvede all’attestazione della data e del luogo della presentazione, all’identificazione della persona che la propone e alla trasmissione degli atti all’ufficio del pubblico ministero.
Secondo la legge [1], la querela può essere sporta anche a mezzo raccomandata. Vediamo come si fa.
Come funziona la querela tramite raccomandata?
La persona offesa dal reato può affidare la propria querela ai servizi postali, recapitando la denuncia a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento destinata direttamente alla Procura della Repubblica oppure a un presidio di polizia giudiziaria (carabinieri, polizia di Stato, ecc.).
Perché la querela sia valida occorre però che la firma in calce sia autenticata da persona che, per legge, abbia il potere di attestare che la sottoscrizione sia stata apposta dal querelante in sua presenza.
Questo potere è solitamente conferito al notaio oppure all’avvocato di fiducia. Ma non solo: per legge [2], l’autenticazione della sottoscrizione può essere effettuata anche dal funzionario di cancelleria, dal sindaco (o da un suo funzionario delegato), dal segretario comunale, dal presidente del consiglio dell’ordine forense o da un consigliere da lui delegato.
Pertanto, chi intende spedire la propria querela scritta tramite posta raccomandata deve dapprima far autenticare la propria firma in calce all’atto da uno dei soggetti appena elencati.
Si può sporgere querela tramite pec?
Secondo la giurisprudenza [3], non è valida la querela sporta tramite posta elettronica certificata. Per i giudici, infatti, la pec da sola non garantisce l’attendibilità della provenienza della querela, essendo sempre necessario che la firma in calce all’atto sia autenticata.
Pertanto, anche se nella prassi pec e raccomandata siano sostanzialmente equiparate, nell’ipotesi di querela occorre necessariamente avvalersi del servizio postale, in quanto solo in questo modo l’autorità ricevente ha la garanzia di chi è l’effettivo mittente.
Il risultato è che una querela sporta mediante pec non può nemmeno essere iscritta all’interno del registro delle notizie di reato.
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